Con la Legge delega D.Lgs. 3 luglio 2017 n.117 si è concretizzata la Riforma della disciplina degli Enti del Terzo Settore, che entrerà in vigore dal 1° gennaio 2026. È degna di particolare attenzione la disciplina dell’articolo 79 del medesimo decreto, attraverso la quale la Riforma ha previsto il superamento della qualifica a priori di non commercialità delle attività svolte dalle organizzazioni no profit nel perseguimento delle loro finalità, prevedendo invece la possibilità per gli Enti del Terzo Settore di svolgere tali attività anche in forma di impresa commerciale, con conseguenti obblighi contabili e amministrativi assimilabili a quelli delle imprese commerciali. Alla luce di questa novità introdotta, risulta cruciale definire preventivamente i criteri in base ai quali un ETS assume la qualifica di ente commerciale o non commerciale, poiché dalla stessa derivano importanti differenze di trattamento fiscale e tributario. Gli enti non commerciali, infatti, sono soggetti a una serie di agevolazioni fiscali, come ad esempio la possibilità di optare per la determinazione forfettaria del reddito d’impresa (art. 80 D.Lgs. 117/2017), o di far concedere al contribuente benefattore detrazioni e deduzioni in materia di erogazioni liberali (art. 83 D.Lgs. 117/2017).
Enti del Terzo Settore: quando le attività di interesse generale diventano commerciali?
BOLLA, MARTA
2024/2025
Abstract
Con la Legge delega D.Lgs. 3 luglio 2017 n.117 si è concretizzata la Riforma della disciplina degli Enti del Terzo Settore, che entrerà in vigore dal 1° gennaio 2026. È degna di particolare attenzione la disciplina dell’articolo 79 del medesimo decreto, attraverso la quale la Riforma ha previsto il superamento della qualifica a priori di non commercialità delle attività svolte dalle organizzazioni no profit nel perseguimento delle loro finalità, prevedendo invece la possibilità per gli Enti del Terzo Settore di svolgere tali attività anche in forma di impresa commerciale, con conseguenti obblighi contabili e amministrativi assimilabili a quelli delle imprese commerciali. Alla luce di questa novità introdotta, risulta cruciale definire preventivamente i criteri in base ai quali un ETS assume la qualifica di ente commerciale o non commerciale, poiché dalla stessa derivano importanti differenze di trattamento fiscale e tributario. Gli enti non commerciali, infatti, sono soggetti a una serie di agevolazioni fiscali, come ad esempio la possibilità di optare per la determinazione forfettaria del reddito d’impresa (art. 80 D.Lgs. 117/2017), o di far concedere al contribuente benefattore detrazioni e deduzioni in materia di erogazioni liberali (art. 83 D.Lgs. 117/2017).| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/93605