La tesi analizza criticamente la disciplina della crisi e dell’insolvenza dei gruppi di imprese, recentemente introdotta dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (CCII). Dopo aver ricostruito l’evoluzione normativa e giurisprudenziale, il lavoro evidenzia come la mancata previsione di una disciplina unitaria abbia a lungo rappresentato una grave lacuna dell’ordinamento, solo parzialmente colmata da soluzioni giurisprudenziali frammentarie e da interventi settoriali. L’introduzione, con il CCII, di una disciplina flessibile e articolata ha segnato una importante novità, ma non priva di criticità. In particolare, l’analisi si concentra sulle ambiguità e sui limiti applicativi della definizione normativa di gruppo, sulle incertezze derivanti dalla gestione coordinata delle procedure. Particolare attenzione è dedicata al bilanciamento che l’interprete è tenuto a realizzare tra il modello del consolidamento e quello della concentrazione delle procedure. L’ambiguità circa la natura del concordato preventivo di gruppo, considerato sia come una procedura unitaria che come un fascio di distinte procedure tra loro coordinate, lascia aperti numerosi spazi di incertezza, soprattutto con riferimento alla disciplina processuale dell’istituto. Inoltre, si sottolinea come il legislatore abbia formalmente escluso il modello del consolidamento sostanziale, pur prevedendo la possibilità che il piano concordatario contempli operazioni riallocative e riorganizzative, compresi i trasferimenti di risorse infragruppo. Quest’ultimo tema apre la strada della teoria dei vantaggi compensativi, da tempo discussa in dottrina. Infine, si vuole evidenziare come il concordato preventivo di gruppo rappresenti una delle innovazioni più rilevanti del CCII, la cui effettiva portata potrà essere valutata solo attraverso l'esperienza applicativa e il contributo di giurisprudenza e dottrina.
Il concordato preventivo di gruppo: analisi critica della nuova disciplina introdotta dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza
GASPARETTO, MARGHERITA
2024/2025
Abstract
La tesi analizza criticamente la disciplina della crisi e dell’insolvenza dei gruppi di imprese, recentemente introdotta dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (CCII). Dopo aver ricostruito l’evoluzione normativa e giurisprudenziale, il lavoro evidenzia come la mancata previsione di una disciplina unitaria abbia a lungo rappresentato una grave lacuna dell’ordinamento, solo parzialmente colmata da soluzioni giurisprudenziali frammentarie e da interventi settoriali. L’introduzione, con il CCII, di una disciplina flessibile e articolata ha segnato una importante novità, ma non priva di criticità. In particolare, l’analisi si concentra sulle ambiguità e sui limiti applicativi della definizione normativa di gruppo, sulle incertezze derivanti dalla gestione coordinata delle procedure. Particolare attenzione è dedicata al bilanciamento che l’interprete è tenuto a realizzare tra il modello del consolidamento e quello della concentrazione delle procedure. L’ambiguità circa la natura del concordato preventivo di gruppo, considerato sia come una procedura unitaria che come un fascio di distinte procedure tra loro coordinate, lascia aperti numerosi spazi di incertezza, soprattutto con riferimento alla disciplina processuale dell’istituto. Inoltre, si sottolinea come il legislatore abbia formalmente escluso il modello del consolidamento sostanziale, pur prevedendo la possibilità che il piano concordatario contempli operazioni riallocative e riorganizzative, compresi i trasferimenti di risorse infragruppo. Quest’ultimo tema apre la strada della teoria dei vantaggi compensativi, da tempo discussa in dottrina. Infine, si vuole evidenziare come il concordato preventivo di gruppo rappresenti una delle innovazioni più rilevanti del CCII, la cui effettiva portata potrà essere valutata solo attraverso l'esperienza applicativa e il contributo di giurisprudenza e dottrina.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/93810