Studi sulla clientela romana fra diritto e potere

This study examines Roman clientela as a personal bond in the archaic and republican periods, analyzing its origin, nature, and content in the light of ancient sources and modern historiographical reflection. The investigation begins with an inquiry into the genesis of the relationship, moving from the account of Dionysius of Halicarnassus and critically comparing it with the testimony of Cicero and Plutarch, in order to distinguish the elements of truth regarding the origins from later anachronistic overlays. It then reviews the interests in creating and maintaining the tie, both on the side of the clientes and of the patroni, to restore the dynamic equilibrium that enabled the clientela to withstand the profound transformations of Roman society over time. At the center of the research lies the analysis of fides as the structural foundation of the clientela, a category that situates the bond in an intermediate position between servitus and amicitia, marked by asymmetry but not by servile subordination. The concrete content of the obligations arising from the relationship is then reconstructed, heterogeneous and uncodified; finally, attention is devoted to the extralegal sanctions that safeguarded the observance of the bond. The clientela thus emerges as a flexible relationship, lacking rigid juridical typification yet central within the Roman order, capable of shaping both private life and the construction of consensus in the res publica.

Il presente lavoro analizza la clientela romana come vincolo personale nel periodo arcaico e repubblicano, indagandone l’origine, la natura e il contenuto alla luce delle fonti antiche e della moderna riflessione storiografica. L’indagine prende avvio dall’esame dell’eziologia del rapporto, muovendo dal racconto di Dionigi di Alicarnasso e confrontandolo criticamente con la testimonianza di Cicerone e Plutarco, così da distinguere gli elementi di verità sulle origini dalle sovrapposizioni anacronistiche. Si passano poi in rassegna gli interessi a creare e mantenere il legame dal lato dei clientes e da quello dei patroni per restituire l’equilibrio dinamico che rese la clientela capace di resistere ai profondi mutamenti della società romana nel tempo. Al centro della ricerca vi è l’analisi della fides come fondamento strutturale della clientela, categoria che colloca il vincolo in una posizione intermedia fra servitus e amicitia, con caratteri di asimmetria ma non di subordinazione servile. Viene inoltre ricostruito il contenuto concreto degli obblighi scaturenti dal rapporto, eterogenei e non codificati; infine, si passa ad analizzare le sanzioni – extragiuridiche – a presidio del rispetto del rapporto. La clientela emerge così come una relazione flessibile, priva di una tipizzazione giuridica rigida ma centrale nell’ordinamento romano, capace di plasmare tanto la vita privata quanto la costruzione del consenso nella res publica.