Evoluzioni nell'interpretazione del metodo mafioso. Spunti dal caso "Mafia Capitale".

Il presente elaborato analizza in modo approfondito il reato di associazione mafiosa, disciplinato dall’art. 416-bis del codice penale, e la sua applicazione nel caso emblematico di “Mafia Capitale”. Nel primo capitolo si ripercorrono le origini storiche, sociologiche e giuridiche della norma, mettendo in luce i beni giuridici tutelati, la struttura dell’associazione mafiosa, e gli elementi essenziali del cosiddetto “metodo mafioso”, tra cui intimidazione, assoggettamento e omertà. Particolare attenzione è riservata all’evoluzione giurisprudenziale nella definizione dei tratti distintivi delle mafie, comprese le nuove forme di criminalità organizzata, straniere e delocalizzate, e al dibattuto istituto del concorso esterno. Il secondo capitolo è dedicato all’analisi del fenomeno “Mafia Capitale”, considerato uno snodo cruciale nell’evoluzione delle mafie contemporanee. Dopo un inquadramento storico e criminale, si esaminano le attività illecite del sodalizio, con particolare riferimento all’infiltrazione negli appalti pubblici, alla gestione dell’emergenza immigrazione e ai rapporti collusivi con ambienti politici e amministrativi romani. L’analisi del “mondo di mezzo” rivela un sistema criminale ibrido, in cui corruzione e metodo mafioso si intrecciano. Nel terzo capitolo si affronta l’evoluzione giudiziaria del caso, ricostruendo le principali decisioni giurisprudenziali e le questioni interpretative sollevate circa l’applicabilità dell’art. 416-bis a contesti non tradizionalmente mafiosi. In particolare, si confrontano le posizioni della Corte di Cassazione e della Corte d’Appello, fino alla conclusione che ha escluso la natura mafiosa del fenomeno, facendo emergere il concetto di “corruzione capitale” come nuova chiave di lettura della criminalità sistemica.