Le disbiosi del microbiota cutaneo, ovvero gli squilibri a livello della composizione della flora microbica ospitata dalla pelle umana, costituiscono una minaccia sempre maggiore nei confronti della salute di quest’ultima in quanto possono portare all’insorgenza rapida di patologie importanti quali dermatite atopica, acne e psoriasi, le quali vanno a comprometterne la maggior parte delle strutture riducendone la funzionalità. La cute è infatti ospitata da miliardi di microorganismi commensali e mutualisti, componenti dunque del microbiota cutaneo, i quali svolgono delle funzioni fondamentali di sostegno e protezione nei confronti dell’ambiente esterno e concorrono all’addestramento delle linee di difesa immunitaria contro vari patogeni dannosi. La vitalità e, dunque, la composizione del microbiota può essere però compromessa a causa di vari fattori intrinseci ed estrinseci e questo può comportare l’insorgenza di danni alla cute. In questa tesi si affronteranno perciò le tematiche relative alla composizione, stabilità, funzione e variabilità del microbiota cutaneo e i fattori influenzanti e compromettenti quest’ultimo, fino ad arrivare ad affrontare il tema centrale della disbiosi, con particolare riferimento alle patologie della dermatite atopica, acne e psoriasi, causate principalmente da un aumento della virulenza di batteri commensali cutanei quali Staphylococcus aureus e Propionibacterium acnes, dei quali, in particolare, si studieranno i principali meccanismi di virulenza esplicati. L’obiettivo della tesi è dunque quello di ricercare strategie di riequilibrio per il trattamento di tali disbiosi cutanee partendo dall’analisi di diversi botanicals, ovvero sostanze e preparazioni vegetali, i quali sono in grado di agire in modo sinergico sia nella riduzione della patogenicità quanto nel potenziamento del microbiota cutaneo. Essi non sono però le uniche preparazioni utili nel trattamento delle disbiosi cutanee, in quanto quest’ultime, come succede per quelle intestinali, possono essere migliorate attraverso la somministrazione di probiotici e prebiotici. Quest’ultimi, infatti, agendo attraverso il potenziamento e arricchimento del microbiota cutaneo, trattano le patologie ad esso connesse secondo la correlazione dell’asse microbiota intestino-cute, del quale si parlerà in questo lavoro. Si andranno inoltre a valutare i pro e i contro nell’utilizzo di questi trattamenti e i metodi di somministrazione maggiormente efficaci. La ricerca delle fonti è stata condotta consultando diverse banche dati per ottenere informazioni verificate, tra cui Pubmed, Google Scholar ma anche riviste scientifiche, manuali anatomici e dermatologici e una vastità di fonti sitografiche utilizzando parole chiave come “human skin microbiome”, “human skin bacteria”, “human skin microbiome disbiosis”, “variability on skin microbiome” e molte altre. A partire da queste fonti sono stati ampiamente raccolti, confrontati e interpretati i dati relativi a numerosi studi sperimentali. I risultati ottenuti hanno lo scopo di riassumere, dunque, le possibili alternative di trattamento per chiunque soffra di patologie cutanee associate a disbiosi del microbiota per intraprendere una scelta consapevole in merito ai prodotti maggiormente funzionali nel trattamento di quest’ultime, considerandone pregi e difetti.
DISBIOSI DEL MICROBIOTA CUTANEO: I BOTANICALS COME STRATEGIA DI RIEQUILIBRIO.
ROMANIN, GIORGIA
2024/2025
Abstract
Le disbiosi del microbiota cutaneo, ovvero gli squilibri a livello della composizione della flora microbica ospitata dalla pelle umana, costituiscono una minaccia sempre maggiore nei confronti della salute di quest’ultima in quanto possono portare all’insorgenza rapida di patologie importanti quali dermatite atopica, acne e psoriasi, le quali vanno a comprometterne la maggior parte delle strutture riducendone la funzionalità. La cute è infatti ospitata da miliardi di microorganismi commensali e mutualisti, componenti dunque del microbiota cutaneo, i quali svolgono delle funzioni fondamentali di sostegno e protezione nei confronti dell’ambiente esterno e concorrono all’addestramento delle linee di difesa immunitaria contro vari patogeni dannosi. La vitalità e, dunque, la composizione del microbiota può essere però compromessa a causa di vari fattori intrinseci ed estrinseci e questo può comportare l’insorgenza di danni alla cute. In questa tesi si affronteranno perciò le tematiche relative alla composizione, stabilità, funzione e variabilità del microbiota cutaneo e i fattori influenzanti e compromettenti quest’ultimo, fino ad arrivare ad affrontare il tema centrale della disbiosi, con particolare riferimento alle patologie della dermatite atopica, acne e psoriasi, causate principalmente da un aumento della virulenza di batteri commensali cutanei quali Staphylococcus aureus e Propionibacterium acnes, dei quali, in particolare, si studieranno i principali meccanismi di virulenza esplicati. L’obiettivo della tesi è dunque quello di ricercare strategie di riequilibrio per il trattamento di tali disbiosi cutanee partendo dall’analisi di diversi botanicals, ovvero sostanze e preparazioni vegetali, i quali sono in grado di agire in modo sinergico sia nella riduzione della patogenicità quanto nel potenziamento del microbiota cutaneo. Essi non sono però le uniche preparazioni utili nel trattamento delle disbiosi cutanee, in quanto quest’ultime, come succede per quelle intestinali, possono essere migliorate attraverso la somministrazione di probiotici e prebiotici. Quest’ultimi, infatti, agendo attraverso il potenziamento e arricchimento del microbiota cutaneo, trattano le patologie ad esso connesse secondo la correlazione dell’asse microbiota intestino-cute, del quale si parlerà in questo lavoro. Si andranno inoltre a valutare i pro e i contro nell’utilizzo di questi trattamenti e i metodi di somministrazione maggiormente efficaci. La ricerca delle fonti è stata condotta consultando diverse banche dati per ottenere informazioni verificate, tra cui Pubmed, Google Scholar ma anche riviste scientifiche, manuali anatomici e dermatologici e una vastità di fonti sitografiche utilizzando parole chiave come “human skin microbiome”, “human skin bacteria”, “human skin microbiome disbiosis”, “variability on skin microbiome” e molte altre. A partire da queste fonti sono stati ampiamente raccolti, confrontati e interpretati i dati relativi a numerosi studi sperimentali. I risultati ottenuti hanno lo scopo di riassumere, dunque, le possibili alternative di trattamento per chiunque soffra di patologie cutanee associate a disbiosi del microbiota per intraprendere una scelta consapevole in merito ai prodotti maggiormente funzionali nel trattamento di quest’ultime, considerandone pregi e difetti.| File | Dimensione | Formato | |
|---|---|---|---|
|
ROMANIN_GIORGIA.pdf
accesso aperto
Dimensione
5.23 MB
Formato
Adobe PDF
|
5.23 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
The text of this website © Università degli studi di Padova. Full Text are published under a non-exclusive license. Metadata are under a CC0 License
https://hdl.handle.net/20.500.12608/94059