In questo lavoro ci proponiamo di confrontare due autori, Friedrich W. Nietzsche e Nishitani Keiji, che in epoche e culture differenti hanno delineato la dissoluzione del concetto di soggettività, dimostrando la non sostanzialità del soggetto. L’obiettivo sarà quello di mostrare i punti di contatto tra la dimensione mistica di Nietzsche, concentrandoci soprattutto sulla sua opera principale Cosi parlò Zarathustra, e la posizione di stampo buddhista di Nishitani presentata nel suo testo più famoso La Religione e il Nulla. Il percorso prenderà le mosse dalla visibile contrapposizione tra i canti zarathustriani “marziali” e quelli “mistici”. I primi echeggiano di un carattere leonino, incentrati su una forza tracotante e sul fondamentale concetto di volontà di potenza, mentre i secondi descrivono atmosfere accoglienti di un mondo la cui profondità si può percepire soltanto abbandonandosi ad esso. Proprio qui è possibile mettere in luce non solo un soggetto polifonico e prospettico, caratterizzato da una moltitudine di maschere che non permettono di descriverlo in modo univoco, ma anche un soggetto che percepisce e contempla il dinamismo di un mondo in cui le cose convergono e si intrecciano tra di loro. L’ipotesi di trovare alcuni punti di tangenza tra “misticismo” occidentale e buddhismo zen è dunque finalizzata ad un accostamento tra Nietzsche e Nishitani, una delle colonne portanti della Scuola di Kyoto. Interessato al concetto di nichilismo, cercherà di superarlo facendo riferimento ad autori occidentali, tra cui Nietzsche, ma anche e soprattutto a concetti di stampo buddhista, come quello di “vacuità”. Alla fine del percorso sarà possibile rilevare alcune affinità tra l’attitudine “mistica” di Zarathustra e la meditazione del saggio che pratica “zazen”.
Riflessioni sulla dissoluzione della soggettività tra misticismo e buddhismo. Un confronto tra Nietzsche e Nishitani
GALGANI, CECILIA
2024/2025
Abstract
In questo lavoro ci proponiamo di confrontare due autori, Friedrich W. Nietzsche e Nishitani Keiji, che in epoche e culture differenti hanno delineato la dissoluzione del concetto di soggettività, dimostrando la non sostanzialità del soggetto. L’obiettivo sarà quello di mostrare i punti di contatto tra la dimensione mistica di Nietzsche, concentrandoci soprattutto sulla sua opera principale Cosi parlò Zarathustra, e la posizione di stampo buddhista di Nishitani presentata nel suo testo più famoso La Religione e il Nulla. Il percorso prenderà le mosse dalla visibile contrapposizione tra i canti zarathustriani “marziali” e quelli “mistici”. I primi echeggiano di un carattere leonino, incentrati su una forza tracotante e sul fondamentale concetto di volontà di potenza, mentre i secondi descrivono atmosfere accoglienti di un mondo la cui profondità si può percepire soltanto abbandonandosi ad esso. Proprio qui è possibile mettere in luce non solo un soggetto polifonico e prospettico, caratterizzato da una moltitudine di maschere che non permettono di descriverlo in modo univoco, ma anche un soggetto che percepisce e contempla il dinamismo di un mondo in cui le cose convergono e si intrecciano tra di loro. L’ipotesi di trovare alcuni punti di tangenza tra “misticismo” occidentale e buddhismo zen è dunque finalizzata ad un accostamento tra Nietzsche e Nishitani, una delle colonne portanti della Scuola di Kyoto. Interessato al concetto di nichilismo, cercherà di superarlo facendo riferimento ad autori occidentali, tra cui Nietzsche, ma anche e soprattutto a concetti di stampo buddhista, come quello di “vacuità”. Alla fine del percorso sarà possibile rilevare alcune affinità tra l’attitudine “mistica” di Zarathustra e la meditazione del saggio che pratica “zazen”.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/94919