Dall'Inchiostro ai Like: L'evoluzione del Diario come pratica di Autorappresentazione tra Intimità e Condivisione Pubblica

The necessity of self-representation has always been a characteristic of human beings, and this need is still evident in people today, despite the fact that the methods and tools that one has have changed. Starting from this consideration, investigating how this practice has evolved over time is what led to the writing of this paper. In particular, we focused on the practice of journaling as a tool for expressing one's identity, its origin and evolution. Today, in fact, the diary has changed its essence, moving from a predominantly written and private practice that was used mainly to satisfy personal needs, memory and self-therapy, to a public and shared form that uses images and audiovisual content to express people's identities, with social media as its preferred tool. For this reason, the first part of the work offers an overview of the history of the diary genre, its uses, including in an artistic context, and the personal purposes for which people take refuge in the diary itself. Subsequently, to highlight the transition from a written to a visual paradigm, an overview of the history of photography, cinema and the role they have played in the creation of visual culture is provided. In support of the main ideas of this paper, an analysis of the diary and film works of Federico Fellini and Annie Ernaux is also carried out to highlight the similarities and differences between the written and visual works of each author. The last part of the paper focuses on the “newest” part of visual culture, namely social media, especially Instagram. It discusses the role they play in everyday life and their main elements. It also seeks to understand why images, the preferred communication format of these new channels, have become the ideal tool for self-expression, replacing the primacy of words written on paper. Consequently, an analysis of some social media profiles and their respective homepages is proposed, both of young emerging artists and of some influencers, to highlight the differences between the two professions. Furthermore, the aim is to understand the use made by these figures of their personal homepages, which, according to the hypotheses of this work, have now become the new “diaries”, increasingly public and detailed. Finally, the ultimate aim of this work is to offer an overview and reflection on how the form of self-representation has changed, no longer private and personal, but public, exposed and shared, through the diary genre and its evolution.

Il bisogno di autorappresentarsi è da sempre una caratteristica degli esseri umani e ancora oggi si nota nelle persone questa necessità, nonostante le modalità e gli strumenti per farlo siano cambiati. Partendo da questa considerazione, indagare come questa pratica si è evoluta nel corso del tempo è ciò che ha portato alla stesura di questo elaborato. In particolare, ci si è concentrati sulla pratica del diario come strumento per esprimere la propria identità, sulla sua origine ed evoluzione. Oggi giorno, infatti, il diario ha mutato la sua essenza, si è passati da una pratica prevalentemente scritta e privata che veniva utilizzata principalmente per soddisfare bisogni personali, di memoria e di autoterapia, ad una forma pubblica e condivisa, che utilizza immagini e contenuti audiovisivi per esprimere l’identità delle persone e il cui strumento privilegiato sono i social media. Per questo, la prima parte del lavoro propone un excursus sulla storia del genere diaristico, sui suoi utilizzi, anche in chiave artistica, e sui fini personali per i quali ci si rifugia nel diario stesso. Successivamente, per sottolineare la transizione da un paradigma scritto ad uno visivo, si propone una panoramica sulla storia della fotografia, del cinema e del ruolo che hanno avuto nella creazione della cultura visuale. A sostegno delle principali idee di questo elaborato si è, inoltre, operata un’analisi dei lavori diaristici e filmici di Federico Fellini e Annie Ernaux, per sottolineare le somiglianze e le differenze tra lavori di tipo cartaceo e visivo per ciascun autore. L’ultima parte del lavoro si focalizza sulla parte più “nuova” della cultura visuale, vale a dire sui social media, soprattutto Instagram. Si parla del ruolo che hanno nella vita di tutti i giorni e dei loro elementi principali. Si cerca, inoltre, di comprendere perché le immagini, format di comunicazione privilegiato di questi nuovi canali, siano diventate lo strumento ideale per esprimere sé stessi, togliendo il primato alle parole scritte sulla carta. Di conseguenza, si propone un’analisi di alcuni profili social e delle rispettive homepage sia di giovani artisti emergenti che di alcuni influencer, per sottolineare le differenze tra le due professioni. Inoltre, si vuole comprendere l’utilizzo adibito da tali figure alle homepage personali, diventate oggi, secondo le ipotesi di questo lavoro, i nuovi “diari”, sempre più pubblici e dettagliati. Infine, lo scopo finale del lavoro è quindi quello di offrire una panoramica e una riflessione sulla maniera in cui è cambiata la forma di autorappresentarsi, ormai non più privata e personale, ma pubblica, esposta e condivisa, attraverso il genere diaristico e le sue evoluzioni.