Il linguaggio come specchio e motore delle disuguaglianze di genere: un'analisi comparativa tra italiano e cinese

Language, as a fundamental carrier of human culture, profoundly reflects and sustains specific values and power relations. Gender discrimination, a deeply entrenched social phenomenon, manifests in linguistic systems through both overt and covert representations, continuously shaping social cognition and practices. With the advancement of global gender equality awareness and feminist thought, linguistic gender discrimination has become a critical topic in linguistic and sociological research. This paper explores concrete manifestations of gender discrimination in Italian and Chinese, examining their socio-cultural roots. By analyzing gendered features across vocabulary, grammar, and pragmatics, it reveals how language reproduces gender stereotypes and reinforces androcentric ideologies in daily communication. The study also reviews recent language reform efforts in both languages—such as gender-neutral expressions (e.g., Italian schwa "ə") and degendered occupational terms—assessing their social acceptance and practical impact. The research emphasizes that language is not merely a reflector of gender dynamics but also a potential catalyst for social change. It calls for integrating gender perspectives into language policies and education to foster more inclusive and equitable linguistic environment.

Il linguaggio, in quanto veicolo fondamentale della cultura umana, riflette e riproduce valori e rapporti di potere. La discriminazione di genere, fenomeno sociale radicato, si manifesta nel sistema linguistico in forme sia esplicite che implicite, plasmando percezioni e pratiche collettive. Con il progresso delle ideologie femministe e della consapevolezza globale sull’uguaglianza di genere, lo studio del sessismo linguistico è diventato un tema cruciale per la linguistica e le scienze sociali. Questo articolo esamina le espressioni concrete della discriminazione di genere nell’italiano e nel cinese, analizzandone le radici socio-culturali. Attraverso un’indagine lessicale, grammaticale e pragmatica, rivela come il linguaggio riproduca stereotipi di genere e consolidi un’ideologia androcentrica. Inoltre, valuta i recenti tentativi di riforma linguistica in entrambi i paesi—dall’uso dello schwa (ə) in Italia alle strategie di neutralizzazione di genere in cinese—misurandone l’accettazione sociale e l’efficacia. Lo studio sottolinea che il linguaggio non è solo un riflesso delle dinamiche di genere, ma anche un potenziale strumento di cambiamento. Si conclude con un appello a integrare la prospettiva di genere nelle politiche linguistiche e nell’educazione, per promuovere ambienti comunicativi più inclusivi.