La tesi esplora la figura dell’uomo inattivo nella letteratura dell’Ottocento e del Novecento, mettendo a confronto le tradizioni russa e anglo-americana. A partire dall’archetipo dell’“uomo superfluo” delineato da Aleksandr Puškin in Evgenij Onegin, l’analisi si concentra sulla rappresentazione dell’inazione come forma di crisi esistenziale e identitaria. Un’attenzione particolare è dedicata al romanzo Oblomov di Ivan Gončarov, dove la passività diventa una condizione pervasiva, alimentata da sogni, ricordi e nostalgia dell’infanzia. Il confronto con figure attive ma interiormente vuote come Pečorin (Un eroe del nostro tempo) e con personaggi moderni come Bartleby (Melville) e Prufrock (T.S. Eliot) evidenzia come la paralisi individuale assuma nuove sfumature nei contesti urbano-borghesi e modernisti. Attraverso letture critiche di Dobroljubov, Böhmig, Wigzell e Stilman, la tesi esplora il passaggio dalla malinconia aristocratica dell’Ottocento all’alienazione urbana del Novecento, dimostrando come l’inazione diventi un segno distintivo della crisi dell’“io” nella modernità letteraria.
Crisi dell'io tra Ottocento russo e modernismo americano
TOMASSI, CAMILLA
2024/2025
Abstract
La tesi esplora la figura dell’uomo inattivo nella letteratura dell’Ottocento e del Novecento, mettendo a confronto le tradizioni russa e anglo-americana. A partire dall’archetipo dell’“uomo superfluo” delineato da Aleksandr Puškin in Evgenij Onegin, l’analisi si concentra sulla rappresentazione dell’inazione come forma di crisi esistenziale e identitaria. Un’attenzione particolare è dedicata al romanzo Oblomov di Ivan Gončarov, dove la passività diventa una condizione pervasiva, alimentata da sogni, ricordi e nostalgia dell’infanzia. Il confronto con figure attive ma interiormente vuote come Pečorin (Un eroe del nostro tempo) e con personaggi moderni come Bartleby (Melville) e Prufrock (T.S. Eliot) evidenzia come la paralisi individuale assuma nuove sfumature nei contesti urbano-borghesi e modernisti. Attraverso letture critiche di Dobroljubov, Böhmig, Wigzell e Stilman, la tesi esplora il passaggio dalla malinconia aristocratica dell’Ottocento all’alienazione urbana del Novecento, dimostrando come l’inazione diventi un segno distintivo della crisi dell’“io” nella modernità letteraria.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/95318