Piero Gobetti e l'organizzazione culturale (1918-1925)

Piero Gobetti’s thought and activity are strictly bounded with the context in which they develop. The other cultural and political experiences he encounters («La Voce» of Prezzolini, «L’Unità» of Salvemini, but also the various professors and intellectual figures whom he encounters during his formation) are crucial, as they stimulate him but also enable him to adopt the methods for himself and his aims. Gobetti appears fundamental not only for his theoretical production, but also and above all for his role of «organizer of culture», as Gramsci wrote. Analysing his written production, the one finalized to the publication and the private one (mostly letters, but also some autobiographical writings), the memories and opinions of some of his peers and the literature, emerges the personality of a young man who tried to deal with the concept of culture in its complexity. Noticeable is his active role of promoter of his own editorial experiences and his enthralling figure, capable of both dialogues respectfully with the most important intellectuals of his time but also to engage the new energies which were forming. Of central interest it is what Dallolio calls, in a letter to Salvemini, the «Gobetti’s method», his way of facing the relationship between cultural and political activity. His production has a constant political aim, but how it is put into practice changes during his lifetime. After the first attempt in organised politics, Gobetti moved to a more cultural and pedagogical approach, but still trying to remain concrete.

Il pensiero e l’attività di Piero Gobetti sono in stretto rapporto e dialogo con il contesto in cui si sviluppano. Fondamentali sono, in particolare, le altre esperienze culturali e politiche con cui Gobetti si interfaccia («La Voce» di Prezzolini, «L’Unità» di Salvemini, i vari docenti e figure che incontra nel corso della sua formazione), venendone stimolato ma anche essendo in grado di adattare i metodi utilizzati a sé e alle sue finalità. La figura di Gobetti appare così centrale non solo per la sua produzione teorica, ma anche e soprattutto per il suo ruolo di «organizzatore della cultura», come lo definì Gramsci. Analizzando la produzione scritta di Gobetti, sia quella finalizzata alla pubblicazione che gli scritti privati (in particolare le lettere, ma anche alcuni radi scritti autobiografici), le memorie e le opinioni dei coetanei e la letteratura secondaria, emerge la personalità di un giovane uomo che cercò di affrontare il tema della cultura nella sua complessità. Appaiono evidenti, inoltre, sia il ruolo attivo di animatore delle sue esperienze editoriali che la sua figura trascinante, capace da una parte di dialogare e guadagnarsi il rispetto delle grandi figure intellettuali del suo tempo e dall’altra di coinvolgere le nove energie che si stavano formando. Di centrale interesse è in questo senso quello che Dallolio, in una lettera a Salvemini, chiama il «metodo Gobetti», il suo modo di affrontare il rapporto tra attività culturale e attività politica. L’attività di Gobetti ha costantemente una finalità politica, ma come questa cambia nel tempo. Dopo un primo tentativo nella politica organizzata, Gobetti si indirizzò verso un approccio più strettamente culturale, con delle esplicite finalità pedagogiche, mantenendo comunque una volontà di concretezza e praticità.