This thesis aims to analyze the mafia phenomenon as a structural element of Italian political and social history, focusing in particular on the role played by Giovanni Falcone and Paolo Borsellino in transforming the fight against organized crime into a conscious, courageous, and profoundly political institutional effort. From a historical and cultural perspective, the work examines the complex relationships between organized crime and political power, with a focus on the deep-rooted connections that developed during Italy’s First Republic, the ambiguities of the so-called “grey zone,” and the mechanisms of clientelism and electoral exchange that have enabled the survival of the mafias. Through the analysis of Falcone and Borsellino’s biographical and professional paths, the thesis highlights how their judicial actions — culminating in the Maxi Trial and the investigations into mafia-political ties — represented a decisive break with the previous institutional tolerance and underestimation of the mafia phenomenon. The assassination of the two magistrates in 1992 marked a turning point in public awareness and in the State’s response, paving the way for new legislative and investigative strategies. Finally, the thesis reflects on the current state of the fight against the mafia, analyzing contemporary forms of criminal infiltration in the political and economic spheres, the role of institutions and civil society, and the need to build a deep, enduring, and non-instrumentalized anti-mafia culture. The objective is to restore centrality to two figures who, through their commitment to justice, pointed to a possible path of democratic resistance.

La tesi si propone di analizzare il fenomeno mafioso come elemento strutturale della storia politica e sociale italiana, concentrandosi in particolare sul ruolo svolto da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino nella trasformazione della lotta alla mafia in un’azione istituzionale consapevole, coraggiosa e profondamente politica. L’elaborato esamina, in una prospettiva storico-culturale, le complesse relazioni tra criminalità organizzata e potere politico, soffermandosi sugli intrecci consolidatisi nel corso della Prima Repubblica, sulle ambiguità della cosiddetta "zona grigia" e sui meccanismi di consenso e clientelismo che hanno favorito la sopravvivenza delle mafie. Attraverso l’analisi delle vicende biografiche e professionali di Falcone e Borsellino, il lavoro evidenzia come la loro azione giudiziaria – culminata nel Maxiprocesso e nelle inchieste sul rapporto tra mafia e politica – abbia rappresentato una vera e propria rottura con le logiche di tolleranza e sottovalutazione istituzionale del fenomeno mafioso. L’assassinio dei due magistrati nel 1992 ha segnato una svolta nella coscienza pubblica e nella risposta dello Stato, aprendo la strada a nuove strategie legislative e investigative. Infine, la tesi riflette sull’attualità della lotta alla mafia, analizzando le forme contemporanee di penetrazione criminale nel tessuto politico ed economico, il ruolo delle istituzioni e della società civile, e la necessità di costruire una cultura antimafia profonda, duratura e non strumentalizzata. L’obiettivo è restituire centralità a due figure che, attraverso la giustizia, hanno indicato una via possibile di resistenza democratica.

Voci di resistenza: Falcone e Borsellino nella lotta contro la mafia- Un´analisi politico-culturale del contrasto tra istituzioni e criminalità organizzata

BUGLISI, VALERIA
2024/2025

Abstract

This thesis aims to analyze the mafia phenomenon as a structural element of Italian political and social history, focusing in particular on the role played by Giovanni Falcone and Paolo Borsellino in transforming the fight against organized crime into a conscious, courageous, and profoundly political institutional effort. From a historical and cultural perspective, the work examines the complex relationships between organized crime and political power, with a focus on the deep-rooted connections that developed during Italy’s First Republic, the ambiguities of the so-called “grey zone,” and the mechanisms of clientelism and electoral exchange that have enabled the survival of the mafias. Through the analysis of Falcone and Borsellino’s biographical and professional paths, the thesis highlights how their judicial actions — culminating in the Maxi Trial and the investigations into mafia-political ties — represented a decisive break with the previous institutional tolerance and underestimation of the mafia phenomenon. The assassination of the two magistrates in 1992 marked a turning point in public awareness and in the State’s response, paving the way for new legislative and investigative strategies. Finally, the thesis reflects on the current state of the fight against the mafia, analyzing contemporary forms of criminal infiltration in the political and economic spheres, the role of institutions and civil society, and the need to build a deep, enduring, and non-instrumentalized anti-mafia culture. The objective is to restore centrality to two figures who, through their commitment to justice, pointed to a possible path of democratic resistance.
2024
Voices of Resistance: Falcone and Borsellino in the Fight Against the Mafia – A Political and Cultural Analysis of the Clash between Institutions and organized Crime
La tesi si propone di analizzare il fenomeno mafioso come elemento strutturale della storia politica e sociale italiana, concentrandosi in particolare sul ruolo svolto da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino nella trasformazione della lotta alla mafia in un’azione istituzionale consapevole, coraggiosa e profondamente politica. L’elaborato esamina, in una prospettiva storico-culturale, le complesse relazioni tra criminalità organizzata e potere politico, soffermandosi sugli intrecci consolidatisi nel corso della Prima Repubblica, sulle ambiguità della cosiddetta "zona grigia" e sui meccanismi di consenso e clientelismo che hanno favorito la sopravvivenza delle mafie. Attraverso l’analisi delle vicende biografiche e professionali di Falcone e Borsellino, il lavoro evidenzia come la loro azione giudiziaria – culminata nel Maxiprocesso e nelle inchieste sul rapporto tra mafia e politica – abbia rappresentato una vera e propria rottura con le logiche di tolleranza e sottovalutazione istituzionale del fenomeno mafioso. L’assassinio dei due magistrati nel 1992 ha segnato una svolta nella coscienza pubblica e nella risposta dello Stato, aprendo la strada a nuove strategie legislative e investigative. Infine, la tesi riflette sull’attualità della lotta alla mafia, analizzando le forme contemporanee di penetrazione criminale nel tessuto politico ed economico, il ruolo delle istituzioni e della società civile, e la necessità di costruire una cultura antimafia profonda, duratura e non strumentalizzata. L’obiettivo è restituire centralità a due figure che, attraverso la giustizia, hanno indicato una via possibile di resistenza democratica.
mafia
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Falcone
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/95663