Questo studio nasce da una ricorrente osservazione clinica: in seguito a cerebrolesione acquisita, le persone che riportano danni all’emisfero sinistro tendono a mostrare una buona consapevolezza della propria condizione patologica. Al contrario, quelle con lesione dell’emisfero di destra spesso non sembrano rendersi conto dell’accaduto, giungendo in molti casi a negare completamente la presenza di disturbi, sia sul piano motorio che su quello cognitivo. A partire da tale evidenza, si è formulata l’ipotesi che la consapevolezza della malattia possa essere strettamente legata alla capacità di elaborare stimoli di natura emotiva, in particolare quelli con valenza negativa. In quest’ottica, si presume che nei soggetti affetti da anosognosia si osservi una compromissione dei processi di elaborazione degli stimoli emotigeni, con una conseguente riduzione dell’attivazione delle risposte cerebrali e autonomiche tipicamente coinvolte nella regolazione delle emozioni. Ulteriori studi hanno approfondito il ruolo degli emisferi nell’elaborazione delle emozioni attraverso l’analisi della percezione delle espressioni facciali. È stato infatti riscontrato che lesioni all’emisfero sinistro sembrano ostacolare la percezione di emozioni positive, mentre quelle all’emisfero destro risultano maggiormente associate a difficoltà nella percezione di emozioni negative (Borod et al., 1986; Mandal et al., 1999). Sulla base dei presupposti teorici descritti, il presente studio si propone di adottare un approccio integrato e multidimensionale, con particolare enfasi su una misura indiretta dell’anosognosia. Tale scelta metodologica nasce dall’esigenza di superare i limiti delle interviste semi-strutturate tradizionalmente utilizzate in ambito clinico, le quali si rivelano spesso insufficienti nel rilevare in maniera accurata il reale grado di consapevolezza del paziente. A tal fine è stato reclutato un campione sperimentale che comprende un gruppo di 40 controlli controbilanciati per sesso/età a 40 pazienti con lesione cerebrale unilaterale destra e sinistra, a seguito di primo ictus. Il gruppo di controllo e quello dei pazienti, a seguito di una valutazione neuropsicologica, sono stati testati in due compiti sperimentali: uno ispirato al paradigma dell’Implicit Association Test (IAT), l’altro Stroop-like, utilizzati per misurare il controllo inibitorio e l’interferenza cognitiva, che, combinati con una valutazione diretta dell’anosognosia, consentono di analizzare eventuali discrepanze tra i due livelli di giudizio. La presenza di una divergenza tra le valutazioni esplicite e implicite della consapevolezza rappresenterebbe un indicatore significativo della presenza di anosognosia nei soggetti esaminati. Inoltre, tale approccio permette di esplorare potenziali differenze nei meccanismi di consapevolezza tra pazienti con lesioni unilaterali localizzate nell’emisfero destro rispetto a quelli con lesioni nell’emisfero sinistro. I risultati delle analisi statistiche hanno dimostrato differenze statisticamente significative tra il gruppo dei pazienti e quello dei controlli. Tuttavia, tra i pazienti con lesione emisferica destra rispetto a quelli con lesione sinistra non sono state trovate differenze significative. Questi risultati sembrano indicare che, almeno in questo campione, i processi cognitivi e fisici associati a bias impliciti non siano significativamente influenzati né dalla presenza di lesioni cerebrali, né dalla loro lateralizzazione emisferica. L’importanza di questo studio emerge dal possibile interesse che potrà suscitare nell’indagare più a fondo come traumi localizzati in un emisfero cerebrale, rispetto all’altro, incidano sulla regolazione delle emozioni.
Danno cerebrale acquisito e disturbi emotivi: un confronto tra cerebrolesi destri e sinistri tramite misure esplicite ed implicite
DASSIÈ, CASTANA
2024/2025
Abstract
Questo studio nasce da una ricorrente osservazione clinica: in seguito a cerebrolesione acquisita, le persone che riportano danni all’emisfero sinistro tendono a mostrare una buona consapevolezza della propria condizione patologica. Al contrario, quelle con lesione dell’emisfero di destra spesso non sembrano rendersi conto dell’accaduto, giungendo in molti casi a negare completamente la presenza di disturbi, sia sul piano motorio che su quello cognitivo. A partire da tale evidenza, si è formulata l’ipotesi che la consapevolezza della malattia possa essere strettamente legata alla capacità di elaborare stimoli di natura emotiva, in particolare quelli con valenza negativa. In quest’ottica, si presume che nei soggetti affetti da anosognosia si osservi una compromissione dei processi di elaborazione degli stimoli emotigeni, con una conseguente riduzione dell’attivazione delle risposte cerebrali e autonomiche tipicamente coinvolte nella regolazione delle emozioni. Ulteriori studi hanno approfondito il ruolo degli emisferi nell’elaborazione delle emozioni attraverso l’analisi della percezione delle espressioni facciali. È stato infatti riscontrato che lesioni all’emisfero sinistro sembrano ostacolare la percezione di emozioni positive, mentre quelle all’emisfero destro risultano maggiormente associate a difficoltà nella percezione di emozioni negative (Borod et al., 1986; Mandal et al., 1999). Sulla base dei presupposti teorici descritti, il presente studio si propone di adottare un approccio integrato e multidimensionale, con particolare enfasi su una misura indiretta dell’anosognosia. Tale scelta metodologica nasce dall’esigenza di superare i limiti delle interviste semi-strutturate tradizionalmente utilizzate in ambito clinico, le quali si rivelano spesso insufficienti nel rilevare in maniera accurata il reale grado di consapevolezza del paziente. A tal fine è stato reclutato un campione sperimentale che comprende un gruppo di 40 controlli controbilanciati per sesso/età a 40 pazienti con lesione cerebrale unilaterale destra e sinistra, a seguito di primo ictus. Il gruppo di controllo e quello dei pazienti, a seguito di una valutazione neuropsicologica, sono stati testati in due compiti sperimentali: uno ispirato al paradigma dell’Implicit Association Test (IAT), l’altro Stroop-like, utilizzati per misurare il controllo inibitorio e l’interferenza cognitiva, che, combinati con una valutazione diretta dell’anosognosia, consentono di analizzare eventuali discrepanze tra i due livelli di giudizio. La presenza di una divergenza tra le valutazioni esplicite e implicite della consapevolezza rappresenterebbe un indicatore significativo della presenza di anosognosia nei soggetti esaminati. Inoltre, tale approccio permette di esplorare potenziali differenze nei meccanismi di consapevolezza tra pazienti con lesioni unilaterali localizzate nell’emisfero destro rispetto a quelli con lesioni nell’emisfero sinistro. I risultati delle analisi statistiche hanno dimostrato differenze statisticamente significative tra il gruppo dei pazienti e quello dei controlli. Tuttavia, tra i pazienti con lesione emisferica destra rispetto a quelli con lesione sinistra non sono state trovate differenze significative. Questi risultati sembrano indicare che, almeno in questo campione, i processi cognitivi e fisici associati a bias impliciti non siano significativamente influenzati né dalla presenza di lesioni cerebrali, né dalla loro lateralizzazione emisferica. L’importanza di questo studio emerge dal possibile interesse che potrà suscitare nell’indagare più a fondo come traumi localizzati in un emisfero cerebrale, rispetto all’altro, incidano sulla regolazione delle emozioni.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/96345