Introduzione L’angiopatia amiloide cerebrale (CAA) è una malattia rara, ma caratterizzata da un decorso recidivante e aggressivo. La diagnosi si basa spesso su dati clinici e radiologici, sebbene il gold standard resti la biopsia o l’autopsia cerebrale. La PET amiloide (Amy-PET) consente la rilevazione in vivo dei depositi di amiloide cerebrale con elevata sensibilità e specificità. Tuttavia, non è ancora chiaro se la distribuzione spaziale dell’amiloide cerebrale presenti pattern differenti nei pazienti con CAA associata o meno alla malattia di Alzheimer (AD). Obiettivo Descrivere i risultati preliminari relativi alla distribuzione spaziale del tracciante amiloide alla PET nei pazienti con CAA probabile, con e senza comorbilità con AD. Materiali e Metodi Sono stati arruolati consecutivamente 23 pazienti di età compresa tra 60 e 74 anni con diagnosi di CAA probabile, 17 pazienti con AD e 17 pazienti con declino cognitivo non AD, sottoposti a PET/MRI amiloide presso la Clinica Neurologica dell’Università di Padova. La risonanza magnetica cerebrale è stata utilizzata per valutare e quantificare le alterazioni correlate alla CAA secondo i criteri di Boston versione 2.0. Le immagini PET precoci (acquisite nei primi 10 minuti dopo l’iniezione del tracciante) sono state utilizzate per ottenere informazioni sul flusso ematico cerebrale. I frame tardivi della PET amiloide sono stati impiegati per la semiquantificazione del carico amiloide corticale globale e regionale mediante il software DORIAN (spin-off dell’INFN), che calcola punteggi compositi globali e regionali combinando tre diversi metodi di quantificazione dell’amiloide. Il punteggio composito globale ottenuto per ciascun paziente è stato utilizzato per classificarlo come positivo (livello di cut-off > 0,5) o negativo/borderline. Risultati L’Analisi qualitativa dell'AMY-PET nei pazienti con CAA è risulta negativa in 7 pazienti e positiva nei restanti 16. Nei pazienti con AD è risultata positiva in tutti e negativa in tutti i pazienti con declino cognitivo non AD. All’analisi statistica con t-test del confronto delle misure di SUVr, è risultato che i CAA hanno un rapporto di deposito di amiloide in regione occipitale e globale significativamente più alto degli AD. Questo dato emerge solo se confrontato il rapporto del deposito di amiloide in regione occipitale sul globale. Se confrontiamo il valore di SUVr non normalizzato, il valore medio è significativamente più alto nell’AD che nella CAA, mentre è assente nel dato occipitale puro. Dato che dipende anche dal fatto che il gruppo di CAA è più eterogeneo e include pazienti con poco deposito di amiloide Discussione In accordo con l’ipotesi di partenza, è stato riscontrato un uptake relativo del tracciante [18F]Florbetaben significativamente più elevato nella corteccia occipitale nel gruppo CAA rispetto al gruppo non AD e al gruppo AD che mostra un accumulo di amiloide più diffuso. Parallelamente, nella corteccia globale, nella corteccia frontale e nella corteccia cingolata posteriore si è evidenziato un uptake assoluto di [18F]Florbetaben marcatamente inferiore nei soggetti con CAA, in misura simile, nelle demenze non-AD, rispetto al gruppo AD, con valori di cut-off SUVr indicativi di una buona accuratezza diagnostica. Inoltre, il rapporto tra il deposito occipitale e quello globale cerebrale ottenuto alla PET amiloide ha mostrato una buona specificità diagnostica per la distinzione tra CAA e AD. Applicando criteri di selezione più rigorosi per ridurre al minimo la sovrapposizione tra CAA e AD, il presente studio conferma che il pattern di uptake prevalentemente occipitale alla PET amiloide può rappresentare un marcatore specifico della CAA, con potenziale valore clinico nella distinzione da AD.
Ruolo della PET-amiloide nello spettro dell'angiopatia amiloide cerebrale.
RAVÌ, NOEMI
2023/2024
Abstract
Introduzione L’angiopatia amiloide cerebrale (CAA) è una malattia rara, ma caratterizzata da un decorso recidivante e aggressivo. La diagnosi si basa spesso su dati clinici e radiologici, sebbene il gold standard resti la biopsia o l’autopsia cerebrale. La PET amiloide (Amy-PET) consente la rilevazione in vivo dei depositi di amiloide cerebrale con elevata sensibilità e specificità. Tuttavia, non è ancora chiaro se la distribuzione spaziale dell’amiloide cerebrale presenti pattern differenti nei pazienti con CAA associata o meno alla malattia di Alzheimer (AD). Obiettivo Descrivere i risultati preliminari relativi alla distribuzione spaziale del tracciante amiloide alla PET nei pazienti con CAA probabile, con e senza comorbilità con AD. Materiali e Metodi Sono stati arruolati consecutivamente 23 pazienti di età compresa tra 60 e 74 anni con diagnosi di CAA probabile, 17 pazienti con AD e 17 pazienti con declino cognitivo non AD, sottoposti a PET/MRI amiloide presso la Clinica Neurologica dell’Università di Padova. La risonanza magnetica cerebrale è stata utilizzata per valutare e quantificare le alterazioni correlate alla CAA secondo i criteri di Boston versione 2.0. Le immagini PET precoci (acquisite nei primi 10 minuti dopo l’iniezione del tracciante) sono state utilizzate per ottenere informazioni sul flusso ematico cerebrale. I frame tardivi della PET amiloide sono stati impiegati per la semiquantificazione del carico amiloide corticale globale e regionale mediante il software DORIAN (spin-off dell’INFN), che calcola punteggi compositi globali e regionali combinando tre diversi metodi di quantificazione dell’amiloide. Il punteggio composito globale ottenuto per ciascun paziente è stato utilizzato per classificarlo come positivo (livello di cut-off > 0,5) o negativo/borderline. Risultati L’Analisi qualitativa dell'AMY-PET nei pazienti con CAA è risulta negativa in 7 pazienti e positiva nei restanti 16. Nei pazienti con AD è risultata positiva in tutti e negativa in tutti i pazienti con declino cognitivo non AD. All’analisi statistica con t-test del confronto delle misure di SUVr, è risultato che i CAA hanno un rapporto di deposito di amiloide in regione occipitale e globale significativamente più alto degli AD. Questo dato emerge solo se confrontato il rapporto del deposito di amiloide in regione occipitale sul globale. Se confrontiamo il valore di SUVr non normalizzato, il valore medio è significativamente più alto nell’AD che nella CAA, mentre è assente nel dato occipitale puro. Dato che dipende anche dal fatto che il gruppo di CAA è più eterogeneo e include pazienti con poco deposito di amiloide Discussione In accordo con l’ipotesi di partenza, è stato riscontrato un uptake relativo del tracciante [18F]Florbetaben significativamente più elevato nella corteccia occipitale nel gruppo CAA rispetto al gruppo non AD e al gruppo AD che mostra un accumulo di amiloide più diffuso. Parallelamente, nella corteccia globale, nella corteccia frontale e nella corteccia cingolata posteriore si è evidenziato un uptake assoluto di [18F]Florbetaben marcatamente inferiore nei soggetti con CAA, in misura simile, nelle demenze non-AD, rispetto al gruppo AD, con valori di cut-off SUVr indicativi di una buona accuratezza diagnostica. Inoltre, il rapporto tra il deposito occipitale e quello globale cerebrale ottenuto alla PET amiloide ha mostrato una buona specificità diagnostica per la distinzione tra CAA e AD. Applicando criteri di selezione più rigorosi per ridurre al minimo la sovrapposizione tra CAA e AD, il presente studio conferma che il pattern di uptake prevalentemente occipitale alla PET amiloide può rappresentare un marcatore specifico della CAA, con potenziale valore clinico nella distinzione da AD.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/96752