Background. L’ipotermia accidentale compromette la funzione cardiaca, rendendo necessario un intervento farmacologico durante il riscaldamento. Tuttavia, le evidenze cliniche sull’uso dei farmaci adrenergici in ipotermia sono limitate, con la maggior parte dei dati derivanti da studi preclinici. Questi suggeriscono un potenziale effetto negativo dell’adrenalina sulla funzione cardiaca a basse temperature, mentre la dopamina sembra offrire un profilo più favorevole. Attualmente, si raccomanda cautela nell’uso dei farmaci adrenergici sotto i 30 °C, privilegiando la somministrazione dell’epinefrina e la defibrillazione solo dopo il riscaldamento, per ottimizzare gli esiti clinici come il ROSC, la sopravvivenza e il recupero neurologico. Finalità e Obiettivi. L’obiettivo primario di questo elaborato è di esplorare in modo approfondito la fisiopatologia dell’arresto cardiaco in condizioni di ipotermia, valutando l’efficacia e la sicurezza degli interventi terapeutici, come la somministrazione di epinefrina e la defibrillazione, per orientare la pratica clinica in scenari complessi. L’obiettivo secondario è di confrontare le evidenze disponibili riguardo alla somministrazione di epinefrina prima e dopo il riscaldamento del paziente e valutare gli esiti clinici associati ai diversi approcci terapeutici, come il ROSC, la sopravvivenza alla dimissione e il recupero neurologico. Materiali e Metodo. Per la stesura del presente lavoro, è stata condotta una ricerca in letteratura all'interno delle seguenti banche dati: Pubmed, Google Scholar, Linee guida internazionali IRC, ERC, AHA applicando precisi criteri di selezione.
Riscaldare per Rianimare: Supporto cardiovascolare nell’Arresto Cardiaco da Ipotermia e formazione infermieristica avanzata: evidenze sperimentali e applicazioni pratiche
ZAGGIA, VITTORIA
2024/2025
Abstract
Background. L’ipotermia accidentale compromette la funzione cardiaca, rendendo necessario un intervento farmacologico durante il riscaldamento. Tuttavia, le evidenze cliniche sull’uso dei farmaci adrenergici in ipotermia sono limitate, con la maggior parte dei dati derivanti da studi preclinici. Questi suggeriscono un potenziale effetto negativo dell’adrenalina sulla funzione cardiaca a basse temperature, mentre la dopamina sembra offrire un profilo più favorevole. Attualmente, si raccomanda cautela nell’uso dei farmaci adrenergici sotto i 30 °C, privilegiando la somministrazione dell’epinefrina e la defibrillazione solo dopo il riscaldamento, per ottimizzare gli esiti clinici come il ROSC, la sopravvivenza e il recupero neurologico. Finalità e Obiettivi. L’obiettivo primario di questo elaborato è di esplorare in modo approfondito la fisiopatologia dell’arresto cardiaco in condizioni di ipotermia, valutando l’efficacia e la sicurezza degli interventi terapeutici, come la somministrazione di epinefrina e la defibrillazione, per orientare la pratica clinica in scenari complessi. L’obiettivo secondario è di confrontare le evidenze disponibili riguardo alla somministrazione di epinefrina prima e dopo il riscaldamento del paziente e valutare gli esiti clinici associati ai diversi approcci terapeutici, come il ROSC, la sopravvivenza alla dimissione e il recupero neurologico. Materiali e Metodo. Per la stesura del presente lavoro, è stata condotta una ricerca in letteratura all'interno delle seguenti banche dati: Pubmed, Google Scholar, Linee guida internazionali IRC, ERC, AHA applicando precisi criteri di selezione.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/97016