Le aggressioni in Pronto Soccorso: il punto di vista degli operatori

Assaults in Emergency Departments are an increasingly frequent issue worldwide, with healthcare workers feeling threatened and experiencing negative emotions such as anger, fear, and distrust toward the institution. This study focuses on the Emergency Departments (UOC) of Trecenta and Rovigo, aiming to investigate exposure to violence, its physical and psychological consequences, and staff awareness of tools to manage such events. A descriptive observational study was conducted using an anonymous questionnaire distributed to all staff, complemented by a bibliographic review through PubMed and other databases. Results indicate that nurses and healthcare assistants are the professionals most affected. Aggressions were primarily verbal, sometimes accompanied by physical violence, and were perpetrated by both patients and accompanying relatives. Main causes included long waiting times, disputes over triage codes, perceived poor quality of care, overcrowding, and communication issues. Most incidents were managed with firmness, though some escalated. Psychological consequences were prominent, with fear, frustration, insecurity, and anger reported; over 40% of victims considered changing department or profession. Additionally, 55% of staff were unaware of management tools, relying mainly on law enforcement, while few used official reporting forms. Participants suggested improvements such as 24/7 law enforcement presence, streamlined patient management, space reorganization, increased health education, and mandatory staff training on legal protection, patient management, communication, and aggression prevention. In conclusion, Emergency Department staff—especially nurses and healthcare assistants—are at growing risk of assault, which has a significant psychological impact and represents a serious threat to healthcare professionals.

Le aggressioni nei Pronto Soccorso rappresentano un problema sempre più frequente a livello mondiale, con operatori sanitari che si sentono minacciati e sperimentano emozioni negative come rabbia, paura e sfiducia verso l’istituzione. Questo studio si concentra sulle UOC dei Pronto Soccorso di Trecenta e Rovigo, con l’obiettivo di indagare l’esposizione alla violenza, le conseguenze fisiche e psicologiche, e la consapevolezza del personale riguardo agli strumenti disponibili per gestire tali eventi. È stato condotto uno studio osservazionale descrittivo tramite questionario anonimo distribuito a tutto il personale, integrato da una ricerca bibliografica su PubMed e altre banche dati. I risultati mostrano che gli infermieri e gli operatori socio-sanitari sono i professionisti maggiormente colpiti. Le aggressioni sono state principalmente verbali, talvolta accompagnate da violenza fisica, e perpetrate sia dai pazienti che dai loro familiari. Le cause principali includono lunghi tempi di attesa, contestazioni del codice di triage, percezione di scarsa qualità dell’assistenza, sovraffollamento e problemi di comunicazione. La maggior parte degli episodi è stata gestita con fermezza, sebbene alcuni siano degenerati. Le conseguenze più rilevanti sono di natura psicologica: paura, frustrazione, insicurezza e soprattutto rabbia; oltre il 40% delle vittime ha dichiarato di aver pensato di cambiare reparto o professione. Inoltre, il 55% del personale non conosce strumenti di gestione adeguati, affidandosi principalmente alle forze dell’ordine, mentre pochi hanno utilizzato i moduli ufficiali di segnalazione. Tra i miglioramenti proposti vi sono la presenza fissa h24 delle forze dell’ordine, la riduzione dei tempi di attesa, una riorganizzazione degli spazi, maggiore educazione sanitaria per gli utenti e una formazione obbligatoria per il personale su tutela legale, gestione dei pazienti, tecniche comunicative e prevenzione dell’aggressività. In conclusione, gli operatori del Pronto Soccorso – in particolare infermieri e OSS – risultano sempre più a rischio di aggressioni, con un impatto psicologico significativo che rappresenta una seria minaccia per la professione sanitaria.