Background: il virus dell'HIV, dagli inizi degli anni ‘80, ha dato origine a una delle più grandi pandemie in tema di salute pubblica. I progressi nella diagnosi e nelle terapie antiretrovirali hanno migliorato la gestione del virus, aprendo la strada all’introduzione della Profilassi Pre-Esposizione (PrEP) come ulteriore strategia preventiva nelle persone sieronegative ad alto rischio. Pur dimostrandosi efficace, la PrEP presenta alcuni limiti, tra cui la possibile percezione distorta di sicurezza, che può tradursi in una ridotta attenzione verso altre infezioni sessualmente trasmissibili. In tale contesto, il ruolo dell’infermiere è determinante non solo nella gestione clinica e nel monitoraggio dei pazienti, ma anche nel counseling e nell’educazione sanitaria, favorendo una corretta informazione e una maggior consapevolezza, promuovendo comportamenti sessuali sicuri. Materiali e metodi: è stata condotta una revisione della letteratura analizzando gli articoli estratti dalla banca dati Pubmed. La revisione si è concentrata su due quesiti principali: l’impatto della PrEP sui comportamenti sessuali e sull’eventuale incremento dell’incidenza delle infezioni sessualmente trasmissibili e l’efficacia del counseling e dell’educazione infermieristica nel promuovere pratiche preventive corrette. La selezione degli articoli è stata effettuata in base a criteri di pertinenza, limiti temporali, disponibilità dell’abstract e del testo completo, e ha seguito le linee guida del diagramma di flusso PRISMA per garantire la tracciabilità del processo di selezione. Risultati: gli studi analizzati concordano nell’evidenziare un aumento delle IST tra gli utilizzatori di PrEP. Tale incremento viene associato a modifiche dei comportamenti sessuali quali riduzione dell’uso del preservativo e aumento del numero di partner. Parallelamente, ulteriori studi evidenziano come la maggior parte della conoscenza sulla PrEP derivi da amici o internet; interventi di counseling e programmi formativi mirati migliorano la consapevolezza del rischio, l’aderenza ai comportamenti protettivi e l’utilizzo appropriato della PrEP. I moderatori che rendono maggiormente efficace l'intervento educativo sono la presenza di diagnosi pregressa di infezione e l'intervento sulle barriere sociali e culturali, promuovendo un contesto favorevole all’adozione di pratiche sessuali sicure. Discussioni: l’utilizzo della PrEP risulta correlato a modifiche comportamentali che aumentano l’esposizione alle infezioni sessualmente trasmissibili. Si è visto come il rischio non sia uniforme, bensì modulato da differenti fattori. Si rende necessario rafforzare la figura dell’infermiere, come mediatore tra la conoscenza scientifica e la pratica quotidiana, al fine di offrire un’educazione sanitaria che renda l’utente consapevole e responsabile di una gestione autonoma e corretta della propria salute sessuale. Nella pratica clinica, l’infermiere può avvalersi di strumenti concreti, come una brochure informativa, per veicolare i contenuti educativi. Conclusioni: la PrEP, pur rappresentando un efficace strumento di prevenzione dell’HIV, può associarsi a modifiche nei comportamenti sessuali con conseguente aumento del rischio di contrarre altre infezioni sessualmente trasmissibili. Counseling ed educazione infermieristica si confermano elementi fondamentali nel favorire una corretta percezione del rischio e nell’orientare scelte sessuali più consapevoli e sicure. La sola disponibilità della PrEP non è sufficiente a garantire una protezione globale della salute sessuale: sono necessari interventi educativi mirati, supportati da ulteriori studi volti ad approfondire le differenze legate al contesto, al genere e alla cultura, così da sviluppare strategie di prevenzione più efficaci e trasferibili nei diversi setting assistenziali.
Dalla prevenzione dell’HIV alla gestione del rischio IST: counseling ed educazione infermieristica negli utenti in PrEP
MANCINI, GRAZIA
2024/2025
Abstract
Background: il virus dell'HIV, dagli inizi degli anni ‘80, ha dato origine a una delle più grandi pandemie in tema di salute pubblica. I progressi nella diagnosi e nelle terapie antiretrovirali hanno migliorato la gestione del virus, aprendo la strada all’introduzione della Profilassi Pre-Esposizione (PrEP) come ulteriore strategia preventiva nelle persone sieronegative ad alto rischio. Pur dimostrandosi efficace, la PrEP presenta alcuni limiti, tra cui la possibile percezione distorta di sicurezza, che può tradursi in una ridotta attenzione verso altre infezioni sessualmente trasmissibili. In tale contesto, il ruolo dell’infermiere è determinante non solo nella gestione clinica e nel monitoraggio dei pazienti, ma anche nel counseling e nell’educazione sanitaria, favorendo una corretta informazione e una maggior consapevolezza, promuovendo comportamenti sessuali sicuri. Materiali e metodi: è stata condotta una revisione della letteratura analizzando gli articoli estratti dalla banca dati Pubmed. La revisione si è concentrata su due quesiti principali: l’impatto della PrEP sui comportamenti sessuali e sull’eventuale incremento dell’incidenza delle infezioni sessualmente trasmissibili e l’efficacia del counseling e dell’educazione infermieristica nel promuovere pratiche preventive corrette. La selezione degli articoli è stata effettuata in base a criteri di pertinenza, limiti temporali, disponibilità dell’abstract e del testo completo, e ha seguito le linee guida del diagramma di flusso PRISMA per garantire la tracciabilità del processo di selezione. Risultati: gli studi analizzati concordano nell’evidenziare un aumento delle IST tra gli utilizzatori di PrEP. Tale incremento viene associato a modifiche dei comportamenti sessuali quali riduzione dell’uso del preservativo e aumento del numero di partner. Parallelamente, ulteriori studi evidenziano come la maggior parte della conoscenza sulla PrEP derivi da amici o internet; interventi di counseling e programmi formativi mirati migliorano la consapevolezza del rischio, l’aderenza ai comportamenti protettivi e l’utilizzo appropriato della PrEP. I moderatori che rendono maggiormente efficace l'intervento educativo sono la presenza di diagnosi pregressa di infezione e l'intervento sulle barriere sociali e culturali, promuovendo un contesto favorevole all’adozione di pratiche sessuali sicure. Discussioni: l’utilizzo della PrEP risulta correlato a modifiche comportamentali che aumentano l’esposizione alle infezioni sessualmente trasmissibili. Si è visto come il rischio non sia uniforme, bensì modulato da differenti fattori. Si rende necessario rafforzare la figura dell’infermiere, come mediatore tra la conoscenza scientifica e la pratica quotidiana, al fine di offrire un’educazione sanitaria che renda l’utente consapevole e responsabile di una gestione autonoma e corretta della propria salute sessuale. Nella pratica clinica, l’infermiere può avvalersi di strumenti concreti, come una brochure informativa, per veicolare i contenuti educativi. Conclusioni: la PrEP, pur rappresentando un efficace strumento di prevenzione dell’HIV, può associarsi a modifiche nei comportamenti sessuali con conseguente aumento del rischio di contrarre altre infezioni sessualmente trasmissibili. Counseling ed educazione infermieristica si confermano elementi fondamentali nel favorire una corretta percezione del rischio e nell’orientare scelte sessuali più consapevoli e sicure. La sola disponibilità della PrEP non è sufficiente a garantire una protezione globale della salute sessuale: sono necessari interventi educativi mirati, supportati da ulteriori studi volti ad approfondire le differenze legate al contesto, al genere e alla cultura, così da sviluppare strategie di prevenzione più efficaci e trasferibili nei diversi setting assistenziali.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/97387