Scopo della ricerca: L’obiettivo della presente ricerca è stato quello di evidenziare se l’assistenza al parto con approccio hands-on o hands-off potesse influenzare in modo significativo gli esiti perineali e materni. In un secondo momento, sono state analizzate anche alcune variabili secondarie, ovvero fattori relativi alla fase espulsiva, messe in relazione con gli esiti osservati. Il fine è di esplorare eventuali elementi associati sia all’insorgenza di lacerazioni perineali, sia alla qualità dell’esperienza di parto percepita dalle puerpere. Materiali e metodi: La ricerca ha carattere osservazionale, quantitativa-qualitativa, di coorte controllata e monocentrica. La raccolta dati è avvenuta nel secondo e terzo trimestre del 2025, presso un ospedale Veneto di secondo livello, tramite la somministrazione contestuale di due questionari distinti, rispettivamente compilati dall’operatore e dalla madre, in riferimento al travaglio e al parto. Infine, i dati raccolti sono stati aggregati ed analizzati. Risultati: L’analisi ha evidenziato che non emergono differenze statisticamente significative tra approccio hands-on e hands-off in relazione agli esiti perineali. La partoanalgesia è significativamente associata a un aumento del rischio di lacerazioni (RR = 2,41; IC 95%: 1,69–3,44; p value < 0,0001) e ad un allungamento del periodo espulsivo nelle nullipare (RR = 3,74; IC 95%: 1,66–8,41; p < 0,001). Tuttavia, i dati dei questionari materni rivelano che la soddisfazione percepita non si fonda solo sugli esiti clinici, ma è fortemente influenzata dalla relazione con l’équipe ostetrica, dalla qualità della comunicazione e dal supporto emotivo. Sebbene il 98% delle donne si dichiari soddisfatta all’utilizzo della modalità “respiro libero con spinta non guidata”, un’altra percentuale, seppur più bassa, esprime incertezza rispetto a questa tecnica, probabilmente ciò è legato all’uso della partoanalgesia e al bisogno di una maggior guida. Il parto in acqua mostra un’associazione favorevole all’integrità perineale. Pur non emergendo differenze significative tra le posizioni del parto, si osserva una tendenza a un miglior esito nelle posizioni carponi e samurai. Conclusioni: L’esperienza di parto positiva della donna non dipende da un singolo fattore, ma dall’intreccio di molteplici variabili, quali l’uso della partoanalgesia, la posizione adottata durante il parto, l’ambiente in cui avviene la nascita, la presenza della persona di fiducia e la modalità di spinta. La combinazione armonica di questi elementi favorisce un maggiore coinvolgimento della donna nel parto e aumenta le probabilità di soddisfazione materna, influenzando positivamente la percezione complessiva dell’evento nascita. Questi risultati sottolineano come la componente soggettiva (la percezione, la soddisfazione e la relazione) non sia un “di più” accessorio, ma un fattore centrale nell’esperienza di parto, da considerare accanto alle variabili cliniche.
L'arte di accogliere: Hands-Off e Hands-On nella pratica ostetrica.
BOECHE, GIORGIA
2024/2025
Abstract
Scopo della ricerca: L’obiettivo della presente ricerca è stato quello di evidenziare se l’assistenza al parto con approccio hands-on o hands-off potesse influenzare in modo significativo gli esiti perineali e materni. In un secondo momento, sono state analizzate anche alcune variabili secondarie, ovvero fattori relativi alla fase espulsiva, messe in relazione con gli esiti osservati. Il fine è di esplorare eventuali elementi associati sia all’insorgenza di lacerazioni perineali, sia alla qualità dell’esperienza di parto percepita dalle puerpere. Materiali e metodi: La ricerca ha carattere osservazionale, quantitativa-qualitativa, di coorte controllata e monocentrica. La raccolta dati è avvenuta nel secondo e terzo trimestre del 2025, presso un ospedale Veneto di secondo livello, tramite la somministrazione contestuale di due questionari distinti, rispettivamente compilati dall’operatore e dalla madre, in riferimento al travaglio e al parto. Infine, i dati raccolti sono stati aggregati ed analizzati. Risultati: L’analisi ha evidenziato che non emergono differenze statisticamente significative tra approccio hands-on e hands-off in relazione agli esiti perineali. La partoanalgesia è significativamente associata a un aumento del rischio di lacerazioni (RR = 2,41; IC 95%: 1,69–3,44; p value < 0,0001) e ad un allungamento del periodo espulsivo nelle nullipare (RR = 3,74; IC 95%: 1,66–8,41; p < 0,001). Tuttavia, i dati dei questionari materni rivelano che la soddisfazione percepita non si fonda solo sugli esiti clinici, ma è fortemente influenzata dalla relazione con l’équipe ostetrica, dalla qualità della comunicazione e dal supporto emotivo. Sebbene il 98% delle donne si dichiari soddisfatta all’utilizzo della modalità “respiro libero con spinta non guidata”, un’altra percentuale, seppur più bassa, esprime incertezza rispetto a questa tecnica, probabilmente ciò è legato all’uso della partoanalgesia e al bisogno di una maggior guida. Il parto in acqua mostra un’associazione favorevole all’integrità perineale. Pur non emergendo differenze significative tra le posizioni del parto, si osserva una tendenza a un miglior esito nelle posizioni carponi e samurai. Conclusioni: L’esperienza di parto positiva della donna non dipende da un singolo fattore, ma dall’intreccio di molteplici variabili, quali l’uso della partoanalgesia, la posizione adottata durante il parto, l’ambiente in cui avviene la nascita, la presenza della persona di fiducia e la modalità di spinta. La combinazione armonica di questi elementi favorisce un maggiore coinvolgimento della donna nel parto e aumenta le probabilità di soddisfazione materna, influenzando positivamente la percezione complessiva dell’evento nascita. Questi risultati sottolineano come la componente soggettiva (la percezione, la soddisfazione e la relazione) non sia un “di più” accessorio, ma un fattore centrale nell’esperienza di parto, da considerare accanto alle variabili cliniche.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/97650