Background. Advances in oncological diagnostic and therapeutic techniques have significantly improved the life expectancy of reproductive age women affected by cancer. However, antineoplastic treatments may impair fertility due to their gonadotoxic effects. Fertility preservation techniques now represent an essential component of the multidisciplinary management of these patients, who require individualized counselling based on the type of cancer, the planned treatment, and their personal characteristics. Aim of the study. The aim of this study was to evaluate the outcomes of fertility preservation in women with oncologic diseases who underwent controlled ovarian stimulation (COS), comparing the results according to the type of malignancy. Materials and methods. A retrospective, observational, single-center study was conducted on patients referred to the Assisted Reproduction Unit of the University Hospital of Padua between 2008 and 2025, who undergo fertility preservation procedures following a cancer diagnosis. Patients were divided into three groups according to the type of malignancy: breast cancer, hematological malignancies, and other types of tumors. Results. A total of 331 patients were analyzed: 53.8% had breast cancer, 26.6% hematological malignancies, and 19.6% other tumor types. Patients with hematological cancers were, on average, younger (26.2 ± 5.4 years) and had a higher antral follicular count, although AMH values were comparable among groups. Fertility preservation outcomes, in terms of total and mature oocytes retrieved, were slightly higher in the hematological subgroup (17.5 ± 10.7 vs 14.5 ± 9.4 and 14.8 ± 10.7 total oocytes; 13.7 ± 8.4 vs 11.3 ± 7.3 and 11.8 ± 8.3 mature oocytes), although statistical significance was reached for these two variables only between the breast cancer group and the hematological group. FOI (Follicle Output Index) and FORT (Follicular Output Rate) indices were comparable across groups, showing adequate values in most patients. Conclusions. Fertility preservation treatments proved to be overall effective and comparable across the three groups, with slightly better outcomes in the hematological subgroup, which indeed showed a higher AFC but similar AMH levels, possibly influenced by the systemic effect of the disease. Overall efficiency and follicular conversion rates were confirmed to be excellent according to FOI and FORT indices.

Background. L’evoluzione delle tecniche diagnostiche e terapeutiche in ambito oncologico ha determinato un significativo miglioramento dell’aspettativa di vita delle pazienti in età riproduttiva affette da neoplasia; tuttavia, i trattamenti antitumorali possono compromettere la fertilità a causa del loro effetto gonadotossico. Le tecniche di preservazione della fertilità rappresentano ad oggi una parte essenziale della presa in carico multidisciplinare di queste pazienti, che necessitano di un counselling personalizzato sulla base della tipologia di tumore, del trattamento predisposto e sulle loro caratteristiche individuali. Scopo dello studio. Lo scopo di questo studio è quello di valutare gli esiti della preservazione della fertilità nelle donne affette da patologia oncologica sottoposte stimolazione ovarica controllata (COS), confrontandoli sulla base del tipo di neoplasia. Materiali e metodi. È stato condotto uno studio osservazionale, retrospettivo, monocentrico sulle pazienti afferenti al Centro di Procreazione Medicalmente Assistita dell’Azienda Ospedale di Padova tra il 2008 e il 2025 sottoposte a tecniche di preservazione della fertilità dopo diagnosi oncologica. Le pazienti sono poi state suddivise in tre gruppi sulla base del tipo di neoplasia (tumore alla mammella, tumori ematologici e altre tipologie di tumori). Risultati. Sono stati analizzati i trattamenti di 331 pazienti, di queste, il 53,8% presentava tumore mammario, il 26,6% tumori ematologici e il restante 19,6% altre tipologie tumorali. Le pazienti con tumori ematologici risultavano mediamente più giovani rispetto agli altri gruppi (26,2 ± 5,4 anni) e con un AFC più elevato, pur con valori di AMH sovrapponibili. Gli esiti della preservazione in termini di ovociti prelevati e ovociti maturi si sono dimostrati lievemente superiori nel sottogruppo ematologico (17,5 ± 10,7 Vs 14,5 ± 9,4 e 14,8 ± 10,7 per gli ovociti totali e 13,7 ± 8,4 Vs 11,3 ± 7,3 e 11,8 ± 8,3 per quelli maturi) nonostante i confronti tra gruppi abbiano dimostrato un p-value significativo per queste due variabili solamente nel confronto tra il gruppo di pazienti con tumore mammario e quello ematologico. Gli indici FOI (Follicle Output Index) e FORT (Follicular Output Rate) sono risultati comparabili tra i gruppi, con valori adeguati nella maggior parte delle pazienti. Conclusioni. I trattamenti di preservazione si sono rivelati complessivamente efficaci e sovrapponibili per i tre gruppi, con esiti lievemente superiori nel sottogruppo ematologico, che presentava infatti un AFC superiore ma un AMH comparabile agli altri gruppi, probabilmente influenzato dall’effetto sistemico della malattia. L’efficienza globale e i tassi di conversione follicolare, valutati anche mediante gli indici di FOI e FORT, hanno confermato un’ottima risposta ovarica complessiva.

Outcomes delle tecniche di preservazione della fertilità in donne affette da patologia oncologica: confronto tra diverse tipologie di tumori

BUNICCI, SOFIA
2024/2025

Abstract

Background. Advances in oncological diagnostic and therapeutic techniques have significantly improved the life expectancy of reproductive age women affected by cancer. However, antineoplastic treatments may impair fertility due to their gonadotoxic effects. Fertility preservation techniques now represent an essential component of the multidisciplinary management of these patients, who require individualized counselling based on the type of cancer, the planned treatment, and their personal characteristics. Aim of the study. The aim of this study was to evaluate the outcomes of fertility preservation in women with oncologic diseases who underwent controlled ovarian stimulation (COS), comparing the results according to the type of malignancy. Materials and methods. A retrospective, observational, single-center study was conducted on patients referred to the Assisted Reproduction Unit of the University Hospital of Padua between 2008 and 2025, who undergo fertility preservation procedures following a cancer diagnosis. Patients were divided into three groups according to the type of malignancy: breast cancer, hematological malignancies, and other types of tumors. Results. A total of 331 patients were analyzed: 53.8% had breast cancer, 26.6% hematological malignancies, and 19.6% other tumor types. Patients with hematological cancers were, on average, younger (26.2 ± 5.4 years) and had a higher antral follicular count, although AMH values were comparable among groups. Fertility preservation outcomes, in terms of total and mature oocytes retrieved, were slightly higher in the hematological subgroup (17.5 ± 10.7 vs 14.5 ± 9.4 and 14.8 ± 10.7 total oocytes; 13.7 ± 8.4 vs 11.3 ± 7.3 and 11.8 ± 8.3 mature oocytes), although statistical significance was reached for these two variables only between the breast cancer group and the hematological group. FOI (Follicle Output Index) and FORT (Follicular Output Rate) indices were comparable across groups, showing adequate values in most patients. Conclusions. Fertility preservation treatments proved to be overall effective and comparable across the three groups, with slightly better outcomes in the hematological subgroup, which indeed showed a higher AFC but similar AMH levels, possibly influenced by the systemic effect of the disease. Overall efficiency and follicular conversion rates were confirmed to be excellent according to FOI and FORT indices.
2024
Outcomes of fertility preservation techniques in women with cancer: comparison among different tumor types
Background. L’evoluzione delle tecniche diagnostiche e terapeutiche in ambito oncologico ha determinato un significativo miglioramento dell’aspettativa di vita delle pazienti in età riproduttiva affette da neoplasia; tuttavia, i trattamenti antitumorali possono compromettere la fertilità a causa del loro effetto gonadotossico. Le tecniche di preservazione della fertilità rappresentano ad oggi una parte essenziale della presa in carico multidisciplinare di queste pazienti, che necessitano di un counselling personalizzato sulla base della tipologia di tumore, del trattamento predisposto e sulle loro caratteristiche individuali. Scopo dello studio. Lo scopo di questo studio è quello di valutare gli esiti della preservazione della fertilità nelle donne affette da patologia oncologica sottoposte stimolazione ovarica controllata (COS), confrontandoli sulla base del tipo di neoplasia. Materiali e metodi. È stato condotto uno studio osservazionale, retrospettivo, monocentrico sulle pazienti afferenti al Centro di Procreazione Medicalmente Assistita dell’Azienda Ospedale di Padova tra il 2008 e il 2025 sottoposte a tecniche di preservazione della fertilità dopo diagnosi oncologica. Le pazienti sono poi state suddivise in tre gruppi sulla base del tipo di neoplasia (tumore alla mammella, tumori ematologici e altre tipologie di tumori). Risultati. Sono stati analizzati i trattamenti di 331 pazienti, di queste, il 53,8% presentava tumore mammario, il 26,6% tumori ematologici e il restante 19,6% altre tipologie tumorali. Le pazienti con tumori ematologici risultavano mediamente più giovani rispetto agli altri gruppi (26,2 ± 5,4 anni) e con un AFC più elevato, pur con valori di AMH sovrapponibili. Gli esiti della preservazione in termini di ovociti prelevati e ovociti maturi si sono dimostrati lievemente superiori nel sottogruppo ematologico (17,5 ± 10,7 Vs 14,5 ± 9,4 e 14,8 ± 10,7 per gli ovociti totali e 13,7 ± 8,4 Vs 11,3 ± 7,3 e 11,8 ± 8,3 per quelli maturi) nonostante i confronti tra gruppi abbiano dimostrato un p-value significativo per queste due variabili solamente nel confronto tra il gruppo di pazienti con tumore mammario e quello ematologico. Gli indici FOI (Follicle Output Index) e FORT (Follicular Output Rate) sono risultati comparabili tra i gruppi, con valori adeguati nella maggior parte delle pazienti. Conclusioni. I trattamenti di preservazione si sono rivelati complessivamente efficaci e sovrapponibili per i tre gruppi, con esiti lievemente superiori nel sottogruppo ematologico, che presentava infatti un AFC superiore ma un AMH comparabile agli altri gruppi, probabilmente influenzato dall’effetto sistemico della malattia. L’efficienza globale e i tassi di conversione follicolare, valutati anche mediante gli indici di FOI e FORT, hanno confermato un’ottima risposta ovarica complessiva.
Oncofertilità
Stimolazione ovarica
Cancro
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