In questa tesi viene analizzato il mutualismo come pratica politica sperimentata inizialmente nel movimento operaio nell’Ottocento e ripresa poi anche in anni recenti in diversi contesti; in particolare vengono analizzati i casi di studio di Napoli, Madrid e Barcellona, dove le organizzazioni di mutuo aiuto hanno avuto un ruolo molto importante nel passaggio dalla dittatura alla democrazia in Spagna e hanno continuato ad averlo negli anni successivi in termini di partecipazione democratica alla vita sociale ed economica delle zone in cui hanno agito. A Napoli viene preso in considerazione soprattutto l’ultimo decennio, a partire dall’elezione di Luigi De Magistris, periodo in cui le realtà di mutualismo hanno avuto ampia legittimazione politica e grande spazio d’azione. Nell’analisi storica e del presente delle organizzazioni mutualistiche, l’accento viene posto su quale sia il tipo di mutualismo più efficace in termini di pressione sul sistema economico-politico e di ottenimento di cambiamenti in grado di migliorare le condizioni di vita delle soggettività più fragili che compongono la società e che più di altre vivono le oppressioni intersezionali del sistema capitalista. Viene individuato il “mutualismo conflittuale” come una possibile risposta perché la sua azione non si pone in ottica assistenzialista o di sostegno ad un sistema economico iniquo, bensì persegue l’obiettivo di organizzare soggettività che agiscono per migliorare collettivamente le proprie condizioni di vita e contemporaneamente sviluppano una consapevolezza politica e i mezzi per poter agire nei confronti dei poteri pubblici e privati nell’affermazione e difesa dei propri diritti. Allo stesso tempo ho rilevato che, affinché questo tipo di mutualismo possa leggere tutte le linee di potere e di oppressione che attraversano la società, una società patriarcale e maschilista, dovrebbe assumere le pratiche e gli elementi teorici di lettura della realtà provenienti dall’esperienza femminista. Intendo in particolare la pratica femminista ispirata al pensiero intersezionale, all’interdipendenza e al transfemminismo, nominato per la prima volta in Italia dal movimento Non Una Di Meno, perché aiuta a riconoscere e a rispettare tutte le soggettività, ad approcciare l’intervento politico partendo da sé e stando in relazione tra pari, in una costruzione dal basso inclusiva. Intersecandosi il mutualismo con l’elemento della cura reciproca tra le persone che compongono una comunità, ho posto sulla cura un’attenzione particolare rilevando che un approccio femminista consente di riflettere sul rapporto storicamente ambivalente tra donne e cura e di riconoscere il valore sociale ed economico del lavoro riproduttivo (gratuito e salariato), un valore così importante che richiede di essere considerato una priorità nell’ottica di un ripensamento del sistema economico e del welfare. La riflessione sull’elemento femminista nella cura e nel mutualismo è nata dall’analisi della mia esperienza diretta in una realtà mutualistica e dall’incontro con una donna transgender avvenuto conseguentemente a una sua richiesta di aiuto all’organizzazione di cui faccio parte. Ho quindi raccontato questo incontro e le caratteristiche di questa associazione perché attraverso questa esperienza ho avuto modo di sperimentare direttamente i limiti e le potenzialità di un’esperienza mutualistica e tratto le conclusioni rispetto alla necessità che si svolga in modo non solo conflittuale ma anche attraverso una lente di lettura femminista.

La cura femminista nell'esperienza del mutualismo: cornice teorica ed esperienze concrete

BEATINI, MARINA
2021/2022

Abstract

In questa tesi viene analizzato il mutualismo come pratica politica sperimentata inizialmente nel movimento operaio nell’Ottocento e ripresa poi anche in anni recenti in diversi contesti; in particolare vengono analizzati i casi di studio di Napoli, Madrid e Barcellona, dove le organizzazioni di mutuo aiuto hanno avuto un ruolo molto importante nel passaggio dalla dittatura alla democrazia in Spagna e hanno continuato ad averlo negli anni successivi in termini di partecipazione democratica alla vita sociale ed economica delle zone in cui hanno agito. A Napoli viene preso in considerazione soprattutto l’ultimo decennio, a partire dall’elezione di Luigi De Magistris, periodo in cui le realtà di mutualismo hanno avuto ampia legittimazione politica e grande spazio d’azione. Nell’analisi storica e del presente delle organizzazioni mutualistiche, l’accento viene posto su quale sia il tipo di mutualismo più efficace in termini di pressione sul sistema economico-politico e di ottenimento di cambiamenti in grado di migliorare le condizioni di vita delle soggettività più fragili che compongono la società e che più di altre vivono le oppressioni intersezionali del sistema capitalista. Viene individuato il “mutualismo conflittuale” come una possibile risposta perché la sua azione non si pone in ottica assistenzialista o di sostegno ad un sistema economico iniquo, bensì persegue l’obiettivo di organizzare soggettività che agiscono per migliorare collettivamente le proprie condizioni di vita e contemporaneamente sviluppano una consapevolezza politica e i mezzi per poter agire nei confronti dei poteri pubblici e privati nell’affermazione e difesa dei propri diritti. Allo stesso tempo ho rilevato che, affinché questo tipo di mutualismo possa leggere tutte le linee di potere e di oppressione che attraversano la società, una società patriarcale e maschilista, dovrebbe assumere le pratiche e gli elementi teorici di lettura della realtà provenienti dall’esperienza femminista. Intendo in particolare la pratica femminista ispirata al pensiero intersezionale, all’interdipendenza e al transfemminismo, nominato per la prima volta in Italia dal movimento Non Una Di Meno, perché aiuta a riconoscere e a rispettare tutte le soggettività, ad approcciare l’intervento politico partendo da sé e stando in relazione tra pari, in una costruzione dal basso inclusiva. Intersecandosi il mutualismo con l’elemento della cura reciproca tra le persone che compongono una comunità, ho posto sulla cura un’attenzione particolare rilevando che un approccio femminista consente di riflettere sul rapporto storicamente ambivalente tra donne e cura e di riconoscere il valore sociale ed economico del lavoro riproduttivo (gratuito e salariato), un valore così importante che richiede di essere considerato una priorità nell’ottica di un ripensamento del sistema economico e del welfare. La riflessione sull’elemento femminista nella cura e nel mutualismo è nata dall’analisi della mia esperienza diretta in una realtà mutualistica e dall’incontro con una donna transgender avvenuto conseguentemente a una sua richiesta di aiuto all’organizzazione di cui faccio parte. Ho quindi raccontato questo incontro e le caratteristiche di questa associazione perché attraverso questa esperienza ho avuto modo di sperimentare direttamente i limiti e le potenzialità di un’esperienza mutualistica e tratto le conclusioni rispetto alla necessità che si svolga in modo non solo conflittuale ma anche attraverso una lente di lettura femminista.
2021
The feminist care in mutualism experience: theories and cases
femminismo
cura
mutualismo
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/9806