La presente tesi propone un’analisi di uno dei temi più controversi della storia politica e culturale italiana del Novecento: la questione del confine orientale. In particolare, approfondisce il fenomeno dell’esodo giuliano-dalmata, risultato di decenni di tensioni identitarie in un territorio storicamente multietnico come quello dell’Istria, del Quarnero e della Dalmazia, autentico mosaico linguistico e culturale tra il XIX e il XX secolo, e conclude sull’aspetto memorialistico. L’obiettivo del lavoro non è solo ripercorrere gli eventi che condussero all’esodo giuliano-dalmata, ma anche analizzarne gli esiti politici, legislativi e memoriali, mostrando come la “questione del confine orientale” continui ancora oggi a produrre effetti nella diplomazia, nella cultura e nelle politiche della memoria. Un aspetto centrale della ricerca riguarda la memoria collettiva: a lungo rimossa o divisa tra narrazioni contrapposte, essa ha conosciuto un’evoluzione significativa solo dopo la dissoluzione della Jugoslavia, in un contesto di ridefinizione dei rapporti di vicinato e di integrazione europea. Questi elementi testimoniano come la memoria del confine orientale non appartenga soltanto al passato, ma continui a incidere sul presente, configurandosi come una memoria viva, necessaria per comprendere il rapporto tra storia, identità e democrazia nel contesto europeo contemporaneo
L’Esodo giuliano-dalmata: dal mosaico etnico alla costruzione della memoria
PAVANELLO, GABRIELE
2024/2025
Abstract
La presente tesi propone un’analisi di uno dei temi più controversi della storia politica e culturale italiana del Novecento: la questione del confine orientale. In particolare, approfondisce il fenomeno dell’esodo giuliano-dalmata, risultato di decenni di tensioni identitarie in un territorio storicamente multietnico come quello dell’Istria, del Quarnero e della Dalmazia, autentico mosaico linguistico e culturale tra il XIX e il XX secolo, e conclude sull’aspetto memorialistico. L’obiettivo del lavoro non è solo ripercorrere gli eventi che condussero all’esodo giuliano-dalmata, ma anche analizzarne gli esiti politici, legislativi e memoriali, mostrando come la “questione del confine orientale” continui ancora oggi a produrre effetti nella diplomazia, nella cultura e nelle politiche della memoria. Un aspetto centrale della ricerca riguarda la memoria collettiva: a lungo rimossa o divisa tra narrazioni contrapposte, essa ha conosciuto un’evoluzione significativa solo dopo la dissoluzione della Jugoslavia, in un contesto di ridefinizione dei rapporti di vicinato e di integrazione europea. Questi elementi testimoniano come la memoria del confine orientale non appartenga soltanto al passato, ma continui a incidere sul presente, configurandosi come una memoria viva, necessaria per comprendere il rapporto tra storia, identità e democrazia nel contesto europeo contemporaneo| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/98514