Il presente elaborato si propone di analizzare il ruolo rivestito dalle misure alternative alla detenzione, considerate non soltanto come strumenti deflattivi volti ad alleggerire la pressione crescente sul sistema penitenziario, ma anche come occasioni di responsabilizzazione e di reinserimento sociale. Dopo un inquadramento storico e normativo sulle finalità della pena, vengono esaminate le principali misure alternative previste dal nostro ordinamento, soffermandosi in particolare sull’istituto dell'affidamento in prova al servizio sociale (art. 47 O.P.), espressione concreta del principio rieducativo sancito dall'art. 27, c. 3, della Costituzione. Ancora più nello specifico, ci si focalizza sull’affidamento in prova in casi particolari (art. 94 D.P.R. n. 309/1990), comunemente definito come "affidamento terapeutico", beneficio rivolto alle persone condannate con problematiche di tossicodipendenza e alcoldipendenza. Sebbene la normativa includa entrambe le condizioni, l'elaborato si concentra esclusivamente sulla persona tossicodipendente, approfondendone i profili clinici e giuridici, i presupposti applicativi e le modalità di presa in carico integrata tra il sistema socio-sanitario e l'Ufficio di Esecuzione Penale Esterna (U.E.P.E.). In questo contesto, assume particolare rilievo la figura dell'assistente sociale, impegnata nella costruzione di percorsi personalizzati nei quali cura e rieducazione si intrecciano. Per concludere, viene considerato l'innovativo paradigma della giustizia riparativa, introdotto recentemente nel nostro ordinamento con la riforma Cartabia (D.lgs. n. 150/2022), quale possibile prospettiva evolutiva nei c.d. reati droga-correlati, mettendone in luce potenzialità e limiti applicativi.
L'affidamento in prova in casi particolari: il percorso della persona tossicodipendente condannata tra esigenze terapeutiche e finalità rieducative
MAZZONETTO, GIADA
2024/2025
Abstract
Il presente elaborato si propone di analizzare il ruolo rivestito dalle misure alternative alla detenzione, considerate non soltanto come strumenti deflattivi volti ad alleggerire la pressione crescente sul sistema penitenziario, ma anche come occasioni di responsabilizzazione e di reinserimento sociale. Dopo un inquadramento storico e normativo sulle finalità della pena, vengono esaminate le principali misure alternative previste dal nostro ordinamento, soffermandosi in particolare sull’istituto dell'affidamento in prova al servizio sociale (art. 47 O.P.), espressione concreta del principio rieducativo sancito dall'art. 27, c. 3, della Costituzione. Ancora più nello specifico, ci si focalizza sull’affidamento in prova in casi particolari (art. 94 D.P.R. n. 309/1990), comunemente definito come "affidamento terapeutico", beneficio rivolto alle persone condannate con problematiche di tossicodipendenza e alcoldipendenza. Sebbene la normativa includa entrambe le condizioni, l'elaborato si concentra esclusivamente sulla persona tossicodipendente, approfondendone i profili clinici e giuridici, i presupposti applicativi e le modalità di presa in carico integrata tra il sistema socio-sanitario e l'Ufficio di Esecuzione Penale Esterna (U.E.P.E.). In questo contesto, assume particolare rilievo la figura dell'assistente sociale, impegnata nella costruzione di percorsi personalizzati nei quali cura e rieducazione si intrecciano. Per concludere, viene considerato l'innovativo paradigma della giustizia riparativa, introdotto recentemente nel nostro ordinamento con la riforma Cartabia (D.lgs. n. 150/2022), quale possibile prospettiva evolutiva nei c.d. reati droga-correlati, mettendone in luce potenzialità e limiti applicativi.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/98751