La presente tesi ha lo scopo di indagare l’evoluzione e le potenziali applicazioni del paradigma dell’etica della cura. Questa analisi si articola in tre diversi capitoli: il primo mette in evidenza le radici femministe e l’atteggiamento critico rispetto al modello liberale di soggetto di diritto all’origine dell’elaborazione della prima concettualizzazione della cura. Figlia di questo contesto storico è l’opera, “A Different Voice” di Carol Gilligan che, pur essendo un testo di divulgazione scientifica, diventa uno dei primo esempi di rifiuto delle donne della condizione, loro imposta, di esclusione dal mondo del sapere. Così facendo la discussione etica estende per la prima volta il suo ambito di competenza a problematiche meno astratte, proprie della quotidianità, soprattutto delle donne. Tale opera serve quindi a dare impulso alla nascita di una riflessione filosofica intorno al tema della cura, approfondita invece nella seconda parte. Il secondo capitolo costituisce il nucleo teorico e la parte centrale di questa tesi. Attraverso i contributi di varie filosofe: Nel Noddings, Virginia Held, Joan Tronto e Eva Feder Kittay si sviluppa e si consolida l’etica della cura come paradigma etico autonomo e completo, legandosi ad altri concetti importanti quali: l’empatia, la dipendenza, la relazionalità, considerati, nell’ottica delle studiose, risorse morali ed elementi costitutivi ed imprescindibili dell’esperienza umana. Un ulteriore punto chiave del secondo capitolo riguarda la rivendicazione della completezza e della portata riformativa dell’etica della cura: sebbene oggi essa trovi applicazione soprattutto nella sfera privata e nelle relazioni interpersonali, dove la sua espressione viene comunque penalizzata da pregiudizi di genere, questo paradigma possiede un forte potenziale di estensione alla sfera pubblica, dove potrebbe ridefinire il rapporto tra Stato e cittadini secondo principi di reciprocità, attenzione e responsabilità condivisa. Quest’ ultimo aspetto viene ulteriormente approfondito nel terzo e ultimo capitolo, nel quale la riflessione teorica si traduce in una prospettiva concreta, analizzando i dati relativi alle politiche di welfare e alle condizioni dei caregiver familiari ed informali, con particolare attenzione al contesto italiano e ai rapporti OCSE. In questo quadro, la cura emerge non solo come valore morale ma come pratica sociale indispensabile, che sostiene il funzionamento collettivo pur restando invisibile e poco riconosciuta.
L'etica della cura e la relazione: un paradigma morale e politico
PREVIATO, MARIA
2024/2025
Abstract
La presente tesi ha lo scopo di indagare l’evoluzione e le potenziali applicazioni del paradigma dell’etica della cura. Questa analisi si articola in tre diversi capitoli: il primo mette in evidenza le radici femministe e l’atteggiamento critico rispetto al modello liberale di soggetto di diritto all’origine dell’elaborazione della prima concettualizzazione della cura. Figlia di questo contesto storico è l’opera, “A Different Voice” di Carol Gilligan che, pur essendo un testo di divulgazione scientifica, diventa uno dei primo esempi di rifiuto delle donne della condizione, loro imposta, di esclusione dal mondo del sapere. Così facendo la discussione etica estende per la prima volta il suo ambito di competenza a problematiche meno astratte, proprie della quotidianità, soprattutto delle donne. Tale opera serve quindi a dare impulso alla nascita di una riflessione filosofica intorno al tema della cura, approfondita invece nella seconda parte. Il secondo capitolo costituisce il nucleo teorico e la parte centrale di questa tesi. Attraverso i contributi di varie filosofe: Nel Noddings, Virginia Held, Joan Tronto e Eva Feder Kittay si sviluppa e si consolida l’etica della cura come paradigma etico autonomo e completo, legandosi ad altri concetti importanti quali: l’empatia, la dipendenza, la relazionalità, considerati, nell’ottica delle studiose, risorse morali ed elementi costitutivi ed imprescindibili dell’esperienza umana. Un ulteriore punto chiave del secondo capitolo riguarda la rivendicazione della completezza e della portata riformativa dell’etica della cura: sebbene oggi essa trovi applicazione soprattutto nella sfera privata e nelle relazioni interpersonali, dove la sua espressione viene comunque penalizzata da pregiudizi di genere, questo paradigma possiede un forte potenziale di estensione alla sfera pubblica, dove potrebbe ridefinire il rapporto tra Stato e cittadini secondo principi di reciprocità, attenzione e responsabilità condivisa. Quest’ ultimo aspetto viene ulteriormente approfondito nel terzo e ultimo capitolo, nel quale la riflessione teorica si traduce in una prospettiva concreta, analizzando i dati relativi alle politiche di welfare e alle condizioni dei caregiver familiari ed informali, con particolare attenzione al contesto italiano e ai rapporti OCSE. In questo quadro, la cura emerge non solo come valore morale ma come pratica sociale indispensabile, che sostiene il funzionamento collettivo pur restando invisibile e poco riconosciuta.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/98871