Climate change is a global emergency that requires reducing greenhouse gas (GHG) emissions. Agriculture, while being one of the main emitters of greenhouse gases, can also contribute to achieving climate goals. In particular, this can be achieved through carbon farming, namely a set of agricultural and forestry practices that promote CO₂ absorption into the soil or reduce GHG emissions into the atmosphere. Plants are able to absorb CO₂ through photosynthesis and, via biomass and root exudates, carbon is stored in the soil in the form of soil organic carbon (SOC). This thesis, through a review of the literature and existing regulations, aims to provide a clear overview of carbon farming and the evolution of related legislation. Carbon farming practices are diverse and vary in investment costs, carbon storage potential, and ecosystem benefits. Moreover, they can represent a source of income for farmers, since each ton of CO₂eq absorbed generates carbon credits tradable on the Voluntary Carbon Market (VCM), and they are also supported under the CAP through eco-schemes and Pillar II ACA payments. The carbon credit market originated with the Kyoto Protocol, and today both compliance markets and a voluntary market coexist. In the voluntary market, companies purchase credits mainly for reputation and image purposes. The EU, starting with the Green Deal, has promoted carbon farming through initiatives such as the LIFE and Horizon 2020 funds, the CAP, and Regulation (EU) 2024/3012 (CRCF Regulation). The latter seeks to harmonize the regulatory and methodological framework for carbon farming and establishes QU.A.L.ITY criteria that each practice must meet in order to generate carbon credits. By 2028, the EU will also establish a European Carbon Removal Registry. Italy has likewise adopted measures to incentivize carbon farming, most notably the Public Carbon Credit Registry created in 2023. However, carbon farming is not as widespread in Italy as in other EU countries, especially in Northern Europe, mainly due to high implementation costs, limited information, and a complex regulatory framework. Globally, numerous carbon farming projects exist, many of which have been developed in the United States and the EU, but China holds the record for the largest issuance of carbon credits.

I cambiamenti climatici sono un’emergenza globale che impone di ridurre le emissioni di gas climalteranti (GHG). L’agricoltura, oltre ad essere uno dei principali emettitori di gas a effetto serra, può contribuire a raggiungere gli obiettivi climatici. in particolare, questo può avvenire grazie al carbon farming, ossia l’insieme delle pratiche agricole e forestali che promuovono l’assorbimento di CO2 nel suolo o riducono le emissioni di GHG in atmosfera. Le piante infatti sono in grado di assorbire CO2 tramite la fotosintesi e, attraverso la biomassa e gli essudati radicali, il carbonio viene stoccato nel suolo sotto forma di carbonio organico (SOC). Questa tesi, attraverso una revisione della letteratura e dei regolamenti esistenti, si propone di fornire un quadro chiaro sul carbon farming e sull’evoluzione della normativa in materia. Le pratiche di carbon farming sono molteplici e hanno costi di investimento, un potenziale di stoccaggio del carbonio e benefici ecosistemici differenti. Queste pratiche inoltre, possono costituire una fonte di guadagno per gli agricoltori, poiché generano, per ogni tonnellata di CO2eq assorbita, crediti di carbonio spendibili nel mercato volontario (VCM) e sono finanziate dalla PAC, attraverso gli eco-schemi e i pagamenti ACA del Secondo Pilastro. Il mercato dei crediti ha avuto origine con il Protocollo di Kyoto e attualmente coesistono mercati regolamentati e un mercato volontario. Nel mercato volontario, i crediti sono acquistati dalle aziende per motivi di reputazione e immagine. L’UE, a partire dal Green Deal, ha promosso il carbon farming tramite iniziative come i fondi LIFE e Horizon 2020, la PAC e il Reg. UE 2024/3012 (Regolamento CRCF). Quest’ultimo ha l’obiettivo di uniformare il quadro normativo e metodologico sul carbon farming e fissa criteri QU.A.L.ITY che ogni pratica deve rispettare per poter generare crediti di carbonio. Entro il 2028, inoltre, l’UE istituirà un Registro europeo delle rimozioni di carbonio. Anche l’Italia ha adottato misure per incentivare il carbon farming, soprattutto il Registro pubblico dei crediti di carbonio, creato nel 2023. In Italia, tuttavia, il carbon farming non è diffuso come in altri Paesi dell’UE, soprattutto del Nord-Europa. Questo soprattutto a causa dei costi elevati per l’adozione delle pratiche, la scarsità di informazioni e un quadro normativo difficile da interpretare. Nel mondo esistono molteplici progetti di carbon farming, molti dei quali sono stati realizzati in America e UE, ma il primato dei crediti di carbonio erogati spetta alla Cina.

Carbon farming: esperienze e prospettive

FANIN, MATTEO
2024/2025

Abstract

Climate change is a global emergency that requires reducing greenhouse gas (GHG) emissions. Agriculture, while being one of the main emitters of greenhouse gases, can also contribute to achieving climate goals. In particular, this can be achieved through carbon farming, namely a set of agricultural and forestry practices that promote CO₂ absorption into the soil or reduce GHG emissions into the atmosphere. Plants are able to absorb CO₂ through photosynthesis and, via biomass and root exudates, carbon is stored in the soil in the form of soil organic carbon (SOC). This thesis, through a review of the literature and existing regulations, aims to provide a clear overview of carbon farming and the evolution of related legislation. Carbon farming practices are diverse and vary in investment costs, carbon storage potential, and ecosystem benefits. Moreover, they can represent a source of income for farmers, since each ton of CO₂eq absorbed generates carbon credits tradable on the Voluntary Carbon Market (VCM), and they are also supported under the CAP through eco-schemes and Pillar II ACA payments. The carbon credit market originated with the Kyoto Protocol, and today both compliance markets and a voluntary market coexist. In the voluntary market, companies purchase credits mainly for reputation and image purposes. The EU, starting with the Green Deal, has promoted carbon farming through initiatives such as the LIFE and Horizon 2020 funds, the CAP, and Regulation (EU) 2024/3012 (CRCF Regulation). The latter seeks to harmonize the regulatory and methodological framework for carbon farming and establishes QU.A.L.ITY criteria that each practice must meet in order to generate carbon credits. By 2028, the EU will also establish a European Carbon Removal Registry. Italy has likewise adopted measures to incentivize carbon farming, most notably the Public Carbon Credit Registry created in 2023. However, carbon farming is not as widespread in Italy as in other EU countries, especially in Northern Europe, mainly due to high implementation costs, limited information, and a complex regulatory framework. Globally, numerous carbon farming projects exist, many of which have been developed in the United States and the EU, but China holds the record for the largest issuance of carbon credits.
2024
Carbon farming: experiences and perspectives
I cambiamenti climatici sono un’emergenza globale che impone di ridurre le emissioni di gas climalteranti (GHG). L’agricoltura, oltre ad essere uno dei principali emettitori di gas a effetto serra, può contribuire a raggiungere gli obiettivi climatici. in particolare, questo può avvenire grazie al carbon farming, ossia l’insieme delle pratiche agricole e forestali che promuovono l’assorbimento di CO2 nel suolo o riducono le emissioni di GHG in atmosfera. Le piante infatti sono in grado di assorbire CO2 tramite la fotosintesi e, attraverso la biomassa e gli essudati radicali, il carbonio viene stoccato nel suolo sotto forma di carbonio organico (SOC). Questa tesi, attraverso una revisione della letteratura e dei regolamenti esistenti, si propone di fornire un quadro chiaro sul carbon farming e sull’evoluzione della normativa in materia. Le pratiche di carbon farming sono molteplici e hanno costi di investimento, un potenziale di stoccaggio del carbonio e benefici ecosistemici differenti. Queste pratiche inoltre, possono costituire una fonte di guadagno per gli agricoltori, poiché generano, per ogni tonnellata di CO2eq assorbita, crediti di carbonio spendibili nel mercato volontario (VCM) e sono finanziate dalla PAC, attraverso gli eco-schemi e i pagamenti ACA del Secondo Pilastro. Il mercato dei crediti ha avuto origine con il Protocollo di Kyoto e attualmente coesistono mercati regolamentati e un mercato volontario. Nel mercato volontario, i crediti sono acquistati dalle aziende per motivi di reputazione e immagine. L’UE, a partire dal Green Deal, ha promosso il carbon farming tramite iniziative come i fondi LIFE e Horizon 2020, la PAC e il Reg. UE 2024/3012 (Regolamento CRCF). Quest’ultimo ha l’obiettivo di uniformare il quadro normativo e metodologico sul carbon farming e fissa criteri QU.A.L.ITY che ogni pratica deve rispettare per poter generare crediti di carbonio. Entro il 2028, inoltre, l’UE istituirà un Registro europeo delle rimozioni di carbonio. Anche l’Italia ha adottato misure per incentivare il carbon farming, soprattutto il Registro pubblico dei crediti di carbonio, creato nel 2023. In Italia, tuttavia, il carbon farming non è diffuso come in altri Paesi dell’UE, soprattutto del Nord-Europa. Questo soprattutto a causa dei costi elevati per l’adozione delle pratiche, la scarsità di informazioni e un quadro normativo difficile da interpretare. Nel mondo esistono molteplici progetti di carbon farming, molti dei quali sono stati realizzati in America e UE, ma il primato dei crediti di carbonio erogati spetta alla Cina.
carbon farming
PAC
credtiti di carbonio
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