Background: Il tema della terminalità e della morte in età pediatrica rappresenta un argomento di grande impatto emotivo, poco discusso nella quotidianità di tutti, ma di forte rilevanza per i professionisti sanitari. Gli infermieri, in particolare, si trovano spesso ad affrontare situazioni di elevata complessità e criticità emotiva, nelle quali la relazione di cura e le dinamiche comunicative assumono un ruolo centrale e, al tempo stesso, altamente problematico. Obiettivo: L’obiettivo di questo studio è di esplorare le emozioni provate dagli infermieri di fronte alla domanda «Sto per morire?» posta da un bambino nel fine vita, analizzare le strategie di coping individuali adottate per affrontare tali situazioni e indagare il rapporto con i genitori, prestando particolare attenzione alle dinamiche comunicative ed etiche che ne derivano. Materiali e metodi: È stato condotto uno studio qualitativo di tipo fenomenologico descrittivo mediante la somministrazione di un questionario agli infermieri della Pediatria dell’Ospedale Ca’ Foncello di Treviso. I dati raccolti sono stati analizzati attraverso elaborazioni statistiche descrittive per la parte quantitativa e con un’analisi tematica per le risposte aperte, al fine di cogliere i principali nuclei di significato. Risultati della ricerca: La domanda «Sto per morire?» è risultata un evento raro, ma quando si presenta assume un impatto destabilizzante per gli infermieri coinvolti. Le emozioni più frequentemente riportate sono state paura, senso di impotenza e tristezza, sottolineando quanto sia difficile mantenere la propria professionalità senza lasciarsi sopraffare dal carico emotivo della situazione. Le strategie di coping adottate hanno incluso prevalentemente il silenzio o risposte parziali e rassicuranti, mentre solo una minoranza ha scelto la via della sincerità calibrata. Parallelamente, si evidenzia la complessità del rapporto con i genitori, spesso portatori di richieste contrastanti rispetto al diritto del figlio a essere informato. La necessità di conciliare tali esigenze con i principi dell’etica professionale pone gli infermieri di fronte a uno dei dilemmi più significativi e difficili da affrontare nell’ambito della terminalità pediatrica. Conclusione: Lo studio evidenzia la necessità di implementare percorsi formativi mirati, programmi di supervisione psicologica e strumenti di confronto multidisciplinare, non solo per sostenere gli infermieri nel loro ruolo, ma anche per migliorare la qualità dell’assistenza e il supporto alle famiglie.
MALATTIA TERMINALE IN ETÀ PEDIATRICA: IL PUNTO DI VISTA INFERMIERISTICO TRA EMOZIONI E COMUNICAZIONE
MUCA, ALESIA
2024/2025
Abstract
Background: Il tema della terminalità e della morte in età pediatrica rappresenta un argomento di grande impatto emotivo, poco discusso nella quotidianità di tutti, ma di forte rilevanza per i professionisti sanitari. Gli infermieri, in particolare, si trovano spesso ad affrontare situazioni di elevata complessità e criticità emotiva, nelle quali la relazione di cura e le dinamiche comunicative assumono un ruolo centrale e, al tempo stesso, altamente problematico. Obiettivo: L’obiettivo di questo studio è di esplorare le emozioni provate dagli infermieri di fronte alla domanda «Sto per morire?» posta da un bambino nel fine vita, analizzare le strategie di coping individuali adottate per affrontare tali situazioni e indagare il rapporto con i genitori, prestando particolare attenzione alle dinamiche comunicative ed etiche che ne derivano. Materiali e metodi: È stato condotto uno studio qualitativo di tipo fenomenologico descrittivo mediante la somministrazione di un questionario agli infermieri della Pediatria dell’Ospedale Ca’ Foncello di Treviso. I dati raccolti sono stati analizzati attraverso elaborazioni statistiche descrittive per la parte quantitativa e con un’analisi tematica per le risposte aperte, al fine di cogliere i principali nuclei di significato. Risultati della ricerca: La domanda «Sto per morire?» è risultata un evento raro, ma quando si presenta assume un impatto destabilizzante per gli infermieri coinvolti. Le emozioni più frequentemente riportate sono state paura, senso di impotenza e tristezza, sottolineando quanto sia difficile mantenere la propria professionalità senza lasciarsi sopraffare dal carico emotivo della situazione. Le strategie di coping adottate hanno incluso prevalentemente il silenzio o risposte parziali e rassicuranti, mentre solo una minoranza ha scelto la via della sincerità calibrata. Parallelamente, si evidenzia la complessità del rapporto con i genitori, spesso portatori di richieste contrastanti rispetto al diritto del figlio a essere informato. La necessità di conciliare tali esigenze con i principi dell’etica professionale pone gli infermieri di fronte a uno dei dilemmi più significativi e difficili da affrontare nell’ambito della terminalità pediatrica. Conclusione: Lo studio evidenzia la necessità di implementare percorsi formativi mirati, programmi di supervisione psicologica e strumenti di confronto multidisciplinare, non solo per sostenere gli infermieri nel loro ruolo, ma anche per migliorare la qualità dell’assistenza e il supporto alle famiglie.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/99374