Background: L’esperienza di attesa in Pronto Soccorso assume un’importanza emotivamente significativa che nasce dalla preoccupazione per il proprio caro. Il mancato coinvolgimento dei familiari/caregivers nell’assistenza al proprio caro può suscitare un’insoddisfazione dei bisogni emotivi e comunicativi aumentando ansia e stress. Obiettivo: Lo scopo di questo studio è quello di individuare, attraverso una revisione di letteratura, le migliori strategie infermieristiche per la comunicazione e la gestione efficace dei familiari nelle aree di emergenza- urgenza. Materiali e metodi: La ricerca è stata condotta attraverso la consultazione dei database PubMed, CINAHL e SCOPUS. La procedura di selezione degli articoli è stata condotta con il metodo PRISMA, Nell’elaborato di tesi sono stati inclusi 12 studi:1 revisione sistematica della letteratura, 1studio multicentrico qualitativo/descrittivo, 1 studio retrospettivo, 1 studio prospettico, 3 scoping review, 2 studio qualitativo, 1 studio quantitativo, 2 studi trasversali. Risultati e discussione: Dall’analisi della letteratura emerge che i principali bisogni dei familiari/caregivers in attesa al Pronto soccorso rientrano in quattro macroaree: comunicazione, partecipazione alle cure, supporto emotivo, comfort ambientale/emotivo. La comunicazione è spesso complicata, sia per il contesto che per la frammentazione delle informazioni e il linguaggio troppo tecnico, ma se chiara, tempestiva ed empatica aiuta a diminuire lo stato di ansia e stress. La partecipazione alle cure non sempre è garantita facendo emergere una discrepanza tra le percezioni dei familiari/caregivers che spesso si sentono esclusi e quella degli operatori che ritengono di fornire informazioni sufficienti. Il supporto emotivo emerge come bisogno rilevante, ma parzialmente soddisfatto e influenzato da fattori culturali e dalla disponibilità delle risorse. Il comfort ambientale e psicologico risulta frequentemente inadeguato per spazi affollati, mancanza di privacy e assenza di strumenti informativi, anche questi fattori che vanno ad influenzare ansia e stress. Nel complesso, i bisogni individuati sono basilari ma non sempre pienamente soddisfatti, evidenziando la necessità di strategie comunicative, organizzative e formative mirate. Conclusioni: Gli studi considerati tendono a descrivere quali sono i bisogni prioritari dei familiari, ma mancando una strumentazione per misurare e valutare l’efficacia degli interventi proposti o attuati non si ha un resoconto di quale potrebbe essere la relazione causa –effetto né a breve né a lungo termine delle azioni assistenziali realizzate per promuovere il loro benessere. Raccomandazioni pratiche per la formazione infermieristica e future idee per la ricerca sono tese a proporre l’implementazione di strumenti validati per indagare ulteriormente i bisogni dei familiari, la soddisfazione rispetto agli interventi di comunicazione e assistenza ricevuti, e un riscontro sulle azioni infermieristiche finalizzate a ridurre ansia e stress, creare protocolli comunicativi standardizzati, e studiare l’impatto che gli interventi proposti o attuati hanno nel tempo.
GESTIONE INFERMIERISTICA DEI FAMILIARI NEL SETTING DI EMERGENZA: REVISIONE DI LETTERATURA
CALLEGARI, ADELAIDE
2024/2025
Abstract
Background: L’esperienza di attesa in Pronto Soccorso assume un’importanza emotivamente significativa che nasce dalla preoccupazione per il proprio caro. Il mancato coinvolgimento dei familiari/caregivers nell’assistenza al proprio caro può suscitare un’insoddisfazione dei bisogni emotivi e comunicativi aumentando ansia e stress. Obiettivo: Lo scopo di questo studio è quello di individuare, attraverso una revisione di letteratura, le migliori strategie infermieristiche per la comunicazione e la gestione efficace dei familiari nelle aree di emergenza- urgenza. Materiali e metodi: La ricerca è stata condotta attraverso la consultazione dei database PubMed, CINAHL e SCOPUS. La procedura di selezione degli articoli è stata condotta con il metodo PRISMA, Nell’elaborato di tesi sono stati inclusi 12 studi:1 revisione sistematica della letteratura, 1studio multicentrico qualitativo/descrittivo, 1 studio retrospettivo, 1 studio prospettico, 3 scoping review, 2 studio qualitativo, 1 studio quantitativo, 2 studi trasversali. Risultati e discussione: Dall’analisi della letteratura emerge che i principali bisogni dei familiari/caregivers in attesa al Pronto soccorso rientrano in quattro macroaree: comunicazione, partecipazione alle cure, supporto emotivo, comfort ambientale/emotivo. La comunicazione è spesso complicata, sia per il contesto che per la frammentazione delle informazioni e il linguaggio troppo tecnico, ma se chiara, tempestiva ed empatica aiuta a diminuire lo stato di ansia e stress. La partecipazione alle cure non sempre è garantita facendo emergere una discrepanza tra le percezioni dei familiari/caregivers che spesso si sentono esclusi e quella degli operatori che ritengono di fornire informazioni sufficienti. Il supporto emotivo emerge come bisogno rilevante, ma parzialmente soddisfatto e influenzato da fattori culturali e dalla disponibilità delle risorse. Il comfort ambientale e psicologico risulta frequentemente inadeguato per spazi affollati, mancanza di privacy e assenza di strumenti informativi, anche questi fattori che vanno ad influenzare ansia e stress. Nel complesso, i bisogni individuati sono basilari ma non sempre pienamente soddisfatti, evidenziando la necessità di strategie comunicative, organizzative e formative mirate. Conclusioni: Gli studi considerati tendono a descrivere quali sono i bisogni prioritari dei familiari, ma mancando una strumentazione per misurare e valutare l’efficacia degli interventi proposti o attuati non si ha un resoconto di quale potrebbe essere la relazione causa –effetto né a breve né a lungo termine delle azioni assistenziali realizzate per promuovere il loro benessere. Raccomandazioni pratiche per la formazione infermieristica e future idee per la ricerca sono tese a proporre l’implementazione di strumenti validati per indagare ulteriormente i bisogni dei familiari, la soddisfazione rispetto agli interventi di comunicazione e assistenza ricevuti, e un riscontro sulle azioni infermieristiche finalizzate a ridurre ansia e stress, creare protocolli comunicativi standardizzati, e studiare l’impatto che gli interventi proposti o attuati hanno nel tempo.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/99379