Background: L’Alzheimer è la principale forma di demenza, responsabile del 60-70% dei casi complessivi. Essa è contraddistinta da disturbi comportamentali e deficit a livello cognitivo. L’infermiere, attraverso interventi sia di natura educativa che fisicamente di modifica dell’ambiente di vita della persona, persegue attivamente l’obiettivo di creare un ambiente protesico efficace per il malato e per il suo caregiver. Obiettivo: Individuare i migliori interventi infermieristici educativi ed assistenziali da mettere in atto nelle persone affette da malattia di Alzheimer, ponendo l’attenzione all’organizzazione di un ambiente fisico e relazionale adatto al malato con demenza (quindi protesico). Materiali e metodi: La ricerca bibliografica è stata condotta sulle banche dati Pubmed e Cochrane, tra marzo e agosto 2025. Da queste due banche dati si è deciso di ritenere idonei ad essere inseriti nella revisione di letteratura 9 articoli. Inoltre, sono stati aggiunti 3 articoli presenti nel “World Alzheimer Report” del 2020, 1 articolo scientifico presente nel “International Journal of Caring Sciences” del 2021 e il capitolo 46 del libro “Malattia di Alzheimer e Altre Demenze – Diagnosi e Terapia Integrata”, per un totale complessivo di 14 pubblicazioni incluse nell’elaborato. Risultati: Dalla ricerca condotta sugli studi più recenti in letteratura è apparso chiaro il ruolo centrale degli infermieri nell’assistenza ai malati di Alzheimer. Nei tre diversi setting analizzati (domicilio, RSA, reparti ospedalieri per patologie in fase di acuzie) è emerso che, attraverso interventi educativi, gli infermieri contribuiscono e partecipano attivamente nell’allestimento di un ambiente fisico adatto ai bisogni e alle esigenze della persona affetta da demenza. Nei contesti di cura, i punti salienti dell’ambiente protesico risultano essere la sicurezza, la privacy, l’orientamento efficace a livello spazio-temporale, la luminosità e l’accesso ad ambienti esterni per favorire l’attività fisica. Tutti gli interventi sopracitati costituiscono una strategia semplice, economica e non invasiva che può contribuire a migliorare la qualità di vita della persona con Alzheimer. Gli infermieri hanno un ruolo fondamentale anche nel supportare a livello emotivo il caregiver, che spesso si trova in difficoltà nella gestione quotidiana dei bisogni del proprio caro. L’infermiere può diventare il punto di riferimento per i familiari, che verranno attivamente coinvolti nell’assistenza attraverso la collaborazione con i professionisti sanitari nella creazione dell’ambiente protesico più adatto alla persona malata. Discussione e conclusioni: Gli infermieri sono i promotori del processo educativo che realizza l’ambiente protesico. Quest’ultimo è tale nel momento in cui viene adattato sia ai bisogni dell’assistito e del suo caregiver, sia riguardo al contesto assistenziale. Apportare le giuste correzioni protesiche può aiutare l’anziano a conservare più a lungo l’autonomia di cui dispone, e allo stesso tempo ridurre la fatica emotiva del caregiver. I contenuti presenti nell’elaborato possono essere fonte di riferimento per gli infermieri che lavorano a stretto contatto con le persone affette da Alzheimer. Inoltre, RSA e ospedali hanno la possibilità di trarre spunti interessanti per sviluppare ambienti protesici efficaci ed economici nei rispettivi setting multidisciplinari.

Assistenza infermieristica e Alzheimer: l’ambiente protesico come strumento per il benessere della persona e il sostegno emotivo al caregiver. Una revisione di letteratura

MENEGHIN, STEFANO
2024/2025

Abstract

Background: L’Alzheimer è la principale forma di demenza, responsabile del 60-70% dei casi complessivi. Essa è contraddistinta da disturbi comportamentali e deficit a livello cognitivo. L’infermiere, attraverso interventi sia di natura educativa che fisicamente di modifica dell’ambiente di vita della persona, persegue attivamente l’obiettivo di creare un ambiente protesico efficace per il malato e per il suo caregiver. Obiettivo: Individuare i migliori interventi infermieristici educativi ed assistenziali da mettere in atto nelle persone affette da malattia di Alzheimer, ponendo l’attenzione all’organizzazione di un ambiente fisico e relazionale adatto al malato con demenza (quindi protesico). Materiali e metodi: La ricerca bibliografica è stata condotta sulle banche dati Pubmed e Cochrane, tra marzo e agosto 2025. Da queste due banche dati si è deciso di ritenere idonei ad essere inseriti nella revisione di letteratura 9 articoli. Inoltre, sono stati aggiunti 3 articoli presenti nel “World Alzheimer Report” del 2020, 1 articolo scientifico presente nel “International Journal of Caring Sciences” del 2021 e il capitolo 46 del libro “Malattia di Alzheimer e Altre Demenze – Diagnosi e Terapia Integrata”, per un totale complessivo di 14 pubblicazioni incluse nell’elaborato. Risultati: Dalla ricerca condotta sugli studi più recenti in letteratura è apparso chiaro il ruolo centrale degli infermieri nell’assistenza ai malati di Alzheimer. Nei tre diversi setting analizzati (domicilio, RSA, reparti ospedalieri per patologie in fase di acuzie) è emerso che, attraverso interventi educativi, gli infermieri contribuiscono e partecipano attivamente nell’allestimento di un ambiente fisico adatto ai bisogni e alle esigenze della persona affetta da demenza. Nei contesti di cura, i punti salienti dell’ambiente protesico risultano essere la sicurezza, la privacy, l’orientamento efficace a livello spazio-temporale, la luminosità e l’accesso ad ambienti esterni per favorire l’attività fisica. Tutti gli interventi sopracitati costituiscono una strategia semplice, economica e non invasiva che può contribuire a migliorare la qualità di vita della persona con Alzheimer. Gli infermieri hanno un ruolo fondamentale anche nel supportare a livello emotivo il caregiver, che spesso si trova in difficoltà nella gestione quotidiana dei bisogni del proprio caro. L’infermiere può diventare il punto di riferimento per i familiari, che verranno attivamente coinvolti nell’assistenza attraverso la collaborazione con i professionisti sanitari nella creazione dell’ambiente protesico più adatto alla persona malata. Discussione e conclusioni: Gli infermieri sono i promotori del processo educativo che realizza l’ambiente protesico. Quest’ultimo è tale nel momento in cui viene adattato sia ai bisogni dell’assistito e del suo caregiver, sia riguardo al contesto assistenziale. Apportare le giuste correzioni protesiche può aiutare l’anziano a conservare più a lungo l’autonomia di cui dispone, e allo stesso tempo ridurre la fatica emotiva del caregiver. I contenuti presenti nell’elaborato possono essere fonte di riferimento per gli infermieri che lavorano a stretto contatto con le persone affette da Alzheimer. Inoltre, RSA e ospedali hanno la possibilità di trarre spunti interessanti per sviluppare ambienti protesici efficaci ed economici nei rispettivi setting multidisciplinari.
2024
Nursing Care and Alzheimer’s Disease: The Prosthetic Environment as a Tool for Patient Well-being and Emotional Support for Caregivers. A Literature Review
Nursing Care
Alzheimer
Built Environment
Caregiver
Home Care
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/99388