I tartufi sono i corpi fruttiferi di funghi che sviluppano associazioni micorriziche con specie arboree. I funghi micorrizici facilitano l’assorbimento da parte della pianta associata di acqua ed elementi nutritivi, mentre si nutrono di carboidrati e aminoacidi trasferiti dalla pianta ospite attraverso le radici. Il tartufo è un prodotto spontaneo non legnoso del bosco, qualora si raccolga in tali aree, mentre diventa un prodotto agricolo quando è coltivato in piantagioni dedicate a tal fine. Complessivamente la raccolta di tartufi selvatici rappresenta un’economia sostanzialmente sommersa. In questo contesto, la produzione italiana ha registrato complessivamente un trend negativo negli ultimi anni derivato dall’abbandono della gestione boschiva. Inoltre, non c’è un protocollo di gestione delle tartufaie naturali oggi disponibile tra le prescrizioni di buona gestione Forestale. L’obiettivo di questo lavoro di tesi è di caratterizzare la struttura forestale di aree boschive produttive e non produttive di tartufo, e di sondare la disponibilità dei raccoglitori di tartufo nell’individuazione delle aree produttive e non produttive. L’area di studio è il territorio forestale del Comune di Tregnago (VR) nella Val d’Illasi, compreso tra i 300 e i 700 m s.l.m. Sono stati individuati 30 punti in modo casuale, dove è stato effettuato un cavallettamento totale e la misurazione di alcune altezze in un’area di saggio rettangolare di 10x20 m, mentre la presenza di tartufi è stata verificata tramite un sopralluogo con i cani da cerca. Inoltre, è stato predisposto un questionario da sottoporre ai tartufai e tartuficoltori della zona per testare la loro capacità e disponibilità a identificare aree produttive e non produttive tramite foto del bosco e localizzazione su mappa. Le analisi hanno rivelato che non ci sono differenze significative nella struttura degli alberi nelle aree produttive e non produttive. Tuttavia, le produttive sono caratterizzate da piante più giovani e da una minore densità e copertura fogliare. Il questionario è stato distribuito a un numero di tartufai non sufficiente per avere dei dati significativi. Tuttavia, l’identificazione delle aree produttive tramite immagine e localizzazione geografica sembrerebbe coerente con i rilievi effettuati con i cani. I risultati preliminari ottenuti suggeriscono che i boschi a vocazione tartuficola necessitano di una gestione forestale attiva, al fine ridurre la densità del popolamento e mantenere una fase di sviluppo giovanile delle piante. Inoltre, il coinvolgimento dei tartufai per l’individuazione di aree produttive e non produttive potrebbe rappresentare una strategia speditiva ed economica nella pianificazione forestale a fini tartuficoli.
Identificazione e analisi strutturale di boschi produttivi e non produttivi di tartufi nella Val d'Illasi
TAVOSO, LUCA
2024/2025
Abstract
I tartufi sono i corpi fruttiferi di funghi che sviluppano associazioni micorriziche con specie arboree. I funghi micorrizici facilitano l’assorbimento da parte della pianta associata di acqua ed elementi nutritivi, mentre si nutrono di carboidrati e aminoacidi trasferiti dalla pianta ospite attraverso le radici. Il tartufo è un prodotto spontaneo non legnoso del bosco, qualora si raccolga in tali aree, mentre diventa un prodotto agricolo quando è coltivato in piantagioni dedicate a tal fine. Complessivamente la raccolta di tartufi selvatici rappresenta un’economia sostanzialmente sommersa. In questo contesto, la produzione italiana ha registrato complessivamente un trend negativo negli ultimi anni derivato dall’abbandono della gestione boschiva. Inoltre, non c’è un protocollo di gestione delle tartufaie naturali oggi disponibile tra le prescrizioni di buona gestione Forestale. L’obiettivo di questo lavoro di tesi è di caratterizzare la struttura forestale di aree boschive produttive e non produttive di tartufo, e di sondare la disponibilità dei raccoglitori di tartufo nell’individuazione delle aree produttive e non produttive. L’area di studio è il territorio forestale del Comune di Tregnago (VR) nella Val d’Illasi, compreso tra i 300 e i 700 m s.l.m. Sono stati individuati 30 punti in modo casuale, dove è stato effettuato un cavallettamento totale e la misurazione di alcune altezze in un’area di saggio rettangolare di 10x20 m, mentre la presenza di tartufi è stata verificata tramite un sopralluogo con i cani da cerca. Inoltre, è stato predisposto un questionario da sottoporre ai tartufai e tartuficoltori della zona per testare la loro capacità e disponibilità a identificare aree produttive e non produttive tramite foto del bosco e localizzazione su mappa. Le analisi hanno rivelato che non ci sono differenze significative nella struttura degli alberi nelle aree produttive e non produttive. Tuttavia, le produttive sono caratterizzate da piante più giovani e da una minore densità e copertura fogliare. Il questionario è stato distribuito a un numero di tartufai non sufficiente per avere dei dati significativi. Tuttavia, l’identificazione delle aree produttive tramite immagine e localizzazione geografica sembrerebbe coerente con i rilievi effettuati con i cani. I risultati preliminari ottenuti suggeriscono che i boschi a vocazione tartuficola necessitano di una gestione forestale attiva, al fine ridurre la densità del popolamento e mantenere una fase di sviluppo giovanile delle piante. Inoltre, il coinvolgimento dei tartufai per l’individuazione di aree produttive e non produttive potrebbe rappresentare una strategia speditiva ed economica nella pianificazione forestale a fini tartuficoli.| File | Dimensione | Formato | |
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