La perdita di biodiversità e il degrado degli ecosistemi rappresentano oggi alcune delle sfide ambientali più urgenti e complesse. In questo contesto, comprendere come la conservazione della biodiversità (nelle sue varie forme) sia stata effettuata attraverso azioni concrete rappresenta un elemento essenziale per valutare l’efficacia delle politiche ambientali europee. Il presente elaborato analizza le relazioni socio-ecologiche che emergono da 22 progetti LIFE-NAT italiani conclusi tra il 2008 e il 2013, con l’obiettivo di individuare quali specie e habitat siano state considerate prioritarie, quali strategie di conservazione siano state adottate e in che misura queste scelte risultino coerenti con le priorità ecologiche della Rete Natura 2000. L’analisi esplorativa è stata svolta costruendo un database sulla base delle informazioni ricavate dai Layman Report (disponibili sul portale LIFE) di ogni progetto. Le azioni di conservazione di ogni progetto, ricavate dai Layman Report, sono state classificate attraverso un opportuno sistema di codifica. Le relazioni tra specie, habitat e interventi sono state esaminate tramite Social Network Analysis. I risultati hanno mostrato una forte predominanza di interventi su grandi mammiferi, come Canis lupus e Ursus artcos, e rapaci, mentre le specie vegetali e artropodi sono risultati assenti. Per quanto riguarda gli habitat, quelli maggiormente coinvolti riguardano habitat dunali e costieri (1150*, 2250*, 2270*). Assenti invece gli habitat “lande e arbusteti temperati”. Quello che emerge è che le priorità di conservazione identificate dai progetti non rispecchiano solamente le effettive priorità ecologiche della rete, ma evidenziano anche il peso della dimensione socio-culturale nella selezione degli habitat e specie target. Lo studio, inoltre, mostra come nel periodo considerato, il contesto italiano si trovasse ancora nelle prime fasi di costruzione e consolidamento della Rete Natura 2000, il che contribuisce a spiegare alcune criticità. Dall’analisi è stato possibile dimostrare che Rete Natura 2000 sia intrinsecamente un sistema socio-ecologico, in cui la conservazione dipende non solo dallo stato degli ecosistemi, ma anche dalle percezioni e dai valori che le persone attribuiscono alla natura, riconoscendo nell’uomo una figura fondamentale nel processo di conservazione.
RELAZIONI SOCIO-ECOLOGICHE NEI PROGETTI LIFE-NAT IN ITALIA. Un'analisi delle misure di conservazione mediante Social Network Analysis
TONO, LETIZIA
2024/2025
Abstract
La perdita di biodiversità e il degrado degli ecosistemi rappresentano oggi alcune delle sfide ambientali più urgenti e complesse. In questo contesto, comprendere come la conservazione della biodiversità (nelle sue varie forme) sia stata effettuata attraverso azioni concrete rappresenta un elemento essenziale per valutare l’efficacia delle politiche ambientali europee. Il presente elaborato analizza le relazioni socio-ecologiche che emergono da 22 progetti LIFE-NAT italiani conclusi tra il 2008 e il 2013, con l’obiettivo di individuare quali specie e habitat siano state considerate prioritarie, quali strategie di conservazione siano state adottate e in che misura queste scelte risultino coerenti con le priorità ecologiche della Rete Natura 2000. L’analisi esplorativa è stata svolta costruendo un database sulla base delle informazioni ricavate dai Layman Report (disponibili sul portale LIFE) di ogni progetto. Le azioni di conservazione di ogni progetto, ricavate dai Layman Report, sono state classificate attraverso un opportuno sistema di codifica. Le relazioni tra specie, habitat e interventi sono state esaminate tramite Social Network Analysis. I risultati hanno mostrato una forte predominanza di interventi su grandi mammiferi, come Canis lupus e Ursus artcos, e rapaci, mentre le specie vegetali e artropodi sono risultati assenti. Per quanto riguarda gli habitat, quelli maggiormente coinvolti riguardano habitat dunali e costieri (1150*, 2250*, 2270*). Assenti invece gli habitat “lande e arbusteti temperati”. Quello che emerge è che le priorità di conservazione identificate dai progetti non rispecchiano solamente le effettive priorità ecologiche della rete, ma evidenziano anche il peso della dimensione socio-culturale nella selezione degli habitat e specie target. Lo studio, inoltre, mostra come nel periodo considerato, il contesto italiano si trovasse ancora nelle prime fasi di costruzione e consolidamento della Rete Natura 2000, il che contribuisce a spiegare alcune criticità. Dall’analisi è stato possibile dimostrare che Rete Natura 2000 sia intrinsecamente un sistema socio-ecologico, in cui la conservazione dipende non solo dallo stato degli ecosistemi, ma anche dalle percezioni e dai valori che le persone attribuiscono alla natura, riconoscendo nell’uomo una figura fondamentale nel processo di conservazione.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/99671