Aborto e obiezione di coscienza: profili giuridici e questioni applicative

La presente tesi affronta il tema dell’aborto e dell’obiezione di coscienza e del loro rapporto nel tempo, con particolare riferimento alla legge del 22 maggio del 1978 numero 194 che disciplina l’interruzione volontaria di gravidanza in Italia. Entrambi questi temi verranno affrontati in tale sede con riferimento ai problemi teorici, pratici, applicativi e giuridici che li riguardano. Uno spazio sarà dedicato ad una riflessione sul diritto di aborto e sul confronto con altri ordinamenti – con specifico riferimento all’ordinamento francese - che ha, di recente, aggiunto l’aborto all’interno della propria Costituzione. Verranno, dunque, analizzate le conseguenze culturali e giuridiche di una tale decisione. Vi sarà, inoltre, un focus specifico in riferimento alla figura del farmacista e alla recente estensione a tale categoria di soggetti della possibilità di somministrazione della cosiddetta “pillola del giorno dopo” e, dopo averne studiato la natura e le diverse implicazioni; si indagherà su tale ampliamento, considerando in primis la diversa natura della pillola del giorno dopo, che interrompe solo la fecondazione, rispetto alla pillola abortiva e, dunque, si cercherà di capire se la pillola del giorno dopo si trovi all’interno, o meno, dell’ambito abortivo. Questo porterà a verificare se vi sia stata una forzatura del dato normativo con riferimento ai farmacisti. Infine si affronterà un’ulteriore tematica legata all’obiezione di coscienza, ossia la sua assenza in riferimento al tema del fine vita: ci si chiederà se sia legittima, innanzitutto, la sua assenza e, a seguire, se sia o meno possibile l’introduzione di tale obiezione di coscienza in questo differente ambito. In conclusione codesto elaborato si propone di contribuire al dibattito contemporaneo su tematiche di forte impronta etica, che riguardano sia il mondo giuridico, che quello medico, che la società nel suo insieme.