Il lavoro si concentra sull’analisi del giudizio d’appello penale alla luce delle più recenti stagioni riformiste – dalla riforma Orlando, alla Cartabia, fino agli interventi della riforma Nordio – ponendo in evidenza tanto i punti di forza di questa figura di impugnazione ordinaria quanto le ragioni della sua persistente crisi. L’indagine si apre sul valore costituzionale e sovranazionale dell’appello, anche alla luce delle garanzie sancite dalla CEDU e prosegue con un confronto comparatistico con i sistemi di common law. Successivamente si analizza il potere di appello riconosciuto in capo al pubblico ministero e all’imputato, evidenziando le crescenti limitazioni imposte alla pubblica accusa. Particolare attenzione è dedicata al bilanciamento tra l’esigenza di assicurare la ragionevole durata del processo (attraverso istituti quali la celebrazione dell’udienza in camera di consiglio e il concordato sui motivi d’appello), la tutela dei diritti dell’imputato (garantita dal divieto di reformatio in peius e le limitazioni ai poteri di impugnazione del pubblico ministero introdotte dalla riforma Nordio) e la necessità di prevenire l’errore giudiziario (cui si collega il tema cruciale della rinnovazione istruttoria dibattimentale nel giudizio di appello).
L'appello penale alla luce delle recenti riforme: una analisi critica, tra ragionevole durata del processo, tutela dell'imputato e prevenzione dell'errore giudiziario
ACCETTURA, ANNA
2024/2025
Abstract
Il lavoro si concentra sull’analisi del giudizio d’appello penale alla luce delle più recenti stagioni riformiste – dalla riforma Orlando, alla Cartabia, fino agli interventi della riforma Nordio – ponendo in evidenza tanto i punti di forza di questa figura di impugnazione ordinaria quanto le ragioni della sua persistente crisi. L’indagine si apre sul valore costituzionale e sovranazionale dell’appello, anche alla luce delle garanzie sancite dalla CEDU e prosegue con un confronto comparatistico con i sistemi di common law. Successivamente si analizza il potere di appello riconosciuto in capo al pubblico ministero e all’imputato, evidenziando le crescenti limitazioni imposte alla pubblica accusa. Particolare attenzione è dedicata al bilanciamento tra l’esigenza di assicurare la ragionevole durata del processo (attraverso istituti quali la celebrazione dell’udienza in camera di consiglio e il concordato sui motivi d’appello), la tutela dei diritti dell’imputato (garantita dal divieto di reformatio in peius e le limitazioni ai poteri di impugnazione del pubblico ministero introdotte dalla riforma Nordio) e la necessità di prevenire l’errore giudiziario (cui si collega il tema cruciale della rinnovazione istruttoria dibattimentale nel giudizio di appello).| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/99686