La criminalità informatica rappresenta una delle principali sfide del diritto penale contemporaneo, caratterizzata da un’evoluzione costante delle condotte e da una dimensione intrinsecamente transnazionale. All’interno di questo scenario, il fenomeno del cybersquatting si configura come pratica illecita di registrazione abusiva di nomi a dominio, finalizzata a trarre profitto dall’appropriazione di marchi. Tale condotta, insieme alle varianti del domain grabbing e del typosquatting, evidenzia come il cyberspazio sia divenuto terreno fertile per nuove forme di criminalità economica. La ricerca analizza, in primo luogo, l’evoluzione storica e criminologica del cybercrime, evidenziando i riferimenti normativi internazionali ed europei, nonché le risposte dell’ordinamento italiano. Viene posta particolare attenzione ai limiti delle attuali fattispecie penali applicabili e alle lacune normative che ostacolano una tutela efficace delle vittime. In una prospettiva comparatistica, vengono inoltre esaminati casi concreti e recenti proposte legislative, con specifico riferimento al DDL Cybersicurezza 2024. Infine, lo studio individua le principali strategie di prevenzione e contrasto, articolate su tre piani: misure tecniche di sicurezza informatica, strumenti legali a disposizione delle imprese e attività di sensibilizzazione e formazione degli utenti. L’obiettivo è offrire una riflessione critica sul ruolo del diritto penale nel fronteggiare il cybersquatting e, più in generale, nel garantire una protezione adeguata in un contesto digitale in continua trasformazione.
Criminalità informatica e cybersquatting: profili penali e strategie di contrasto
PAGLIANTI, MARIA TERESA
2024/2025
Abstract
La criminalità informatica rappresenta una delle principali sfide del diritto penale contemporaneo, caratterizzata da un’evoluzione costante delle condotte e da una dimensione intrinsecamente transnazionale. All’interno di questo scenario, il fenomeno del cybersquatting si configura come pratica illecita di registrazione abusiva di nomi a dominio, finalizzata a trarre profitto dall’appropriazione di marchi. Tale condotta, insieme alle varianti del domain grabbing e del typosquatting, evidenzia come il cyberspazio sia divenuto terreno fertile per nuove forme di criminalità economica. La ricerca analizza, in primo luogo, l’evoluzione storica e criminologica del cybercrime, evidenziando i riferimenti normativi internazionali ed europei, nonché le risposte dell’ordinamento italiano. Viene posta particolare attenzione ai limiti delle attuali fattispecie penali applicabili e alle lacune normative che ostacolano una tutela efficace delle vittime. In una prospettiva comparatistica, vengono inoltre esaminati casi concreti e recenti proposte legislative, con specifico riferimento al DDL Cybersicurezza 2024. Infine, lo studio individua le principali strategie di prevenzione e contrasto, articolate su tre piani: misure tecniche di sicurezza informatica, strumenti legali a disposizione delle imprese e attività di sensibilizzazione e formazione degli utenti. L’obiettivo è offrire una riflessione critica sul ruolo del diritto penale nel fronteggiare il cybersquatting e, più in generale, nel garantire una protezione adeguata in un contesto digitale in continua trasformazione.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/99696