Il diabete mellito è una patologia metabolica cronica in costante aumento e diffusione. In Italia nel 2012 le persone affette sono il 4.9% della popolazione. Dal momento della diagnosi alla persona è richiesto di cambiare le proprie abitudini e stile di vita, adeguando ogni aspetto al programma terapeutico che dovrà seguire. Questo cambiamento provoca disagio nelle persone, soprattutto per la consapevolezza che si troveranno a gestire questa malattia per il resto della loro vita. Nonostante sia un passo difficile da compiere per alcune persone il cambiamento nella dieta e il praticare costante attività fisica, sono due dei requisiti principali per affrontare la malattia e tenere sotto controllo le complicanze acute e croniche del diabete. Altro aspetto fondamentale è il controllo glicemico e l’aderenza ad una terapia insulinica, ugualmente importanti per la gestione della malattia. Non tutti i pazienti però riescono ad essere complianti e aderenti al regime terapeutico in tutti i suoi aspetti, spesso perché la malattia è vista unicamente come una minaccia e come un sacrificio del precedente stile di vita, e l’adattamento alla nuova situazione è mancante e la persona si scopre con ridotte capacità di resistere alla cronicità della malattia. Obiettivi: valutare il grado di autocura e il livello di resilienza nell’affrontare, gestire e convivere con il diabete. Campione: il campione è costituito da soggetti affetti da diabete mellito di tipo 2, che accedono alle visite di controllo ambulatoriali e che hanno acconsentito volontariamente a partecipare all’indagine. Materiali e metodi: i dati sono stati raccolti attraverso la somministrazione dei questionari CD-RISC 25 e SDSCA. Risultati: il campione è composto da 100 soggetti (64 maschi e 36 femmine); la mediana della resilienza dell’intero campione è 63,5; la parte maschile presenta una mediana di resilienza pari a 64,5, mentre la parte femminile 63. La mediana dell’autocura nell’intero campione è 36,5, con nessuna differenza tra la parte femminile e maschile del campione. Maggiore è il livello di istruzione maggiore è il punteggio ottenuto nel livello di resilienza e nel grado ai autocura per tutto il campione. Conclusioni: la valutazione del livello di resilienza e del grado di autocura è uno dei primi passi fondamentali da compiere per formulare un progetto terapeutico adeguato e personalizzato; indagando questi due fattori si può inoltre capire che interventi mettere in atto per potenziare il grado di autocura della persona e migliorare il suo livello di resilienza, facendo così in modo che essa sia in grado di sviluppare, nel corso del tempo, delle competenze di cura.
Self-care e resilienza nelle persone con diabete mellito di tipo 2: sviluppo delle competenze di cura
Nuciforo, Adele
2015/2016
Abstract
Il diabete mellito è una patologia metabolica cronica in costante aumento e diffusione. In Italia nel 2012 le persone affette sono il 4.9% della popolazione. Dal momento della diagnosi alla persona è richiesto di cambiare le proprie abitudini e stile di vita, adeguando ogni aspetto al programma terapeutico che dovrà seguire. Questo cambiamento provoca disagio nelle persone, soprattutto per la consapevolezza che si troveranno a gestire questa malattia per il resto della loro vita. Nonostante sia un passo difficile da compiere per alcune persone il cambiamento nella dieta e il praticare costante attività fisica, sono due dei requisiti principali per affrontare la malattia e tenere sotto controllo le complicanze acute e croniche del diabete. Altro aspetto fondamentale è il controllo glicemico e l’aderenza ad una terapia insulinica, ugualmente importanti per la gestione della malattia. Non tutti i pazienti però riescono ad essere complianti e aderenti al regime terapeutico in tutti i suoi aspetti, spesso perché la malattia è vista unicamente come una minaccia e come un sacrificio del precedente stile di vita, e l’adattamento alla nuova situazione è mancante e la persona si scopre con ridotte capacità di resistere alla cronicità della malattia. Obiettivi: valutare il grado di autocura e il livello di resilienza nell’affrontare, gestire e convivere con il diabete. Campione: il campione è costituito da soggetti affetti da diabete mellito di tipo 2, che accedono alle visite di controllo ambulatoriali e che hanno acconsentito volontariamente a partecipare all’indagine. Materiali e metodi: i dati sono stati raccolti attraverso la somministrazione dei questionari CD-RISC 25 e SDSCA. Risultati: il campione è composto da 100 soggetti (64 maschi e 36 femmine); la mediana della resilienza dell’intero campione è 63,5; la parte maschile presenta una mediana di resilienza pari a 64,5, mentre la parte femminile 63. La mediana dell’autocura nell’intero campione è 36,5, con nessuna differenza tra la parte femminile e maschile del campione. Maggiore è il livello di istruzione maggiore è il punteggio ottenuto nel livello di resilienza e nel grado ai autocura per tutto il campione. Conclusioni: la valutazione del livello di resilienza e del grado di autocura è uno dei primi passi fondamentali da compiere per formulare un progetto terapeutico adeguato e personalizzato; indagando questi due fattori si può inoltre capire che interventi mettere in atto per potenziare il grado di autocura della persona e migliorare il suo livello di resilienza, facendo così in modo che essa sia in grado di sviluppare, nel corso del tempo, delle competenze di cura.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/20874