Il presente lavoro di tesi si inserisce nell’ampio contesto dello studio delle emozioni e dei suoi correlati anatomo-funzionali, allo scopo di verificare innanzitutto se la visione di un breve filmato a contenuto emozionale sia più efficace nell’indurre un’attivazione fisiologica (la cosiddetta risposta viscerale) rispetto all’elaborazione di un’immagine statica (che rappresenta, tuttavia, esattamente lo stesso contenuto del video). Per questo motivo, il lavoro di tesi ha indagato i correlati elettrofisiologici sottostanti la visione di stimoli a diverso contenuto emozionale: venivano presentati stimoli positivi/piacevoli (erotici), negativi/spiacevoli (thriller) e neutri (documentari). L’obiettivo è stato quello di confrontare la risposta cerebrale elicitata in seguito a diversi metodi di presentazione degli stessi contenuti (erotico, thriller o neutro), denominati rispettivamente stimoli statici (immagini ricavate a partire dai brevi filmati) e stimoli dinamici (videoclip). Un secondo obiettivo della ricerca consisteva nel cercare di controllare alcune variabili soggettive dei partecipanti, che possono tuttavia contribuire a parte dell’eterogeneità dei risultati emersi negli studi passati. In particolare, si è scelto di selezionare i partecipanti in base ai lorio profili empatici. L’idea di base era che una persona più empatica potrebbe essere più “ricettiva” a stimoli emozionali, rispetto ad una persona più fredda, o emotivamente distaccata. In base ai profili emersi dal test IRI (per la valutazione dell’empatia; Davis, 1980) e tenendo in considerazione ulteriori informazioni demografiche di ciascun soggetto, sono stati quindi selezionati 40 partecipanti, 20 donne e 20 uomini, con profilo empatico medio-alto, a rappresentanza delle caratteristiche nella media della popolazione generale. È stato selezionato un campione omogeneo al fine di evitare, durante le analisi statistiche, un’alterazione dei valori a causa di livelli di empatia troppo disomogenei tra i partecipanti. Secondo l’ipotesi sperimentale, la modalità di presentazione degli stimoli potrebbe influenzare le risposte fornite dai partecipanti: in particolare è stato ipotizzato che i video (modalità di presentazione dinamica) potessero elicitare risposte più intense rispetto alle immagini che rappresentavano delle sequenze statiche (screenshot) tratte dai suddetti videoclip. In linea con i dati relativi all’ipotesi della valenza di Davidson, secondo cui l’esperienza di un’emozione negativa porterebbe ad un’attivazione in particolare dell’emisfero destro, mentre l’elaborazione delle emozioni positive sarebbe lateralizzata prevalentemente nell’emisfero sinistro, il presente studio vuole testare tale ipotesi prendendo anche in considerazione, tra le variabili, i livelli di empatia dei soggetti sperimentali (scarsamente considerati in letteratura), ed indagare a quale livello si manifesta l’attivazione cerebrale durante la visione degli stimoli.
Elaborazione emozionale in un campione di giovani adulti sani selezionati in base ai tratti empatici: effetto di stimoli statici e dinamici sull’attività EEG.
ZANIBONI, GIULIA
2021/2022
Abstract
Il presente lavoro di tesi si inserisce nell’ampio contesto dello studio delle emozioni e dei suoi correlati anatomo-funzionali, allo scopo di verificare innanzitutto se la visione di un breve filmato a contenuto emozionale sia più efficace nell’indurre un’attivazione fisiologica (la cosiddetta risposta viscerale) rispetto all’elaborazione di un’immagine statica (che rappresenta, tuttavia, esattamente lo stesso contenuto del video). Per questo motivo, il lavoro di tesi ha indagato i correlati elettrofisiologici sottostanti la visione di stimoli a diverso contenuto emozionale: venivano presentati stimoli positivi/piacevoli (erotici), negativi/spiacevoli (thriller) e neutri (documentari). L’obiettivo è stato quello di confrontare la risposta cerebrale elicitata in seguito a diversi metodi di presentazione degli stessi contenuti (erotico, thriller o neutro), denominati rispettivamente stimoli statici (immagini ricavate a partire dai brevi filmati) e stimoli dinamici (videoclip). Un secondo obiettivo della ricerca consisteva nel cercare di controllare alcune variabili soggettive dei partecipanti, che possono tuttavia contribuire a parte dell’eterogeneità dei risultati emersi negli studi passati. In particolare, si è scelto di selezionare i partecipanti in base ai lorio profili empatici. L’idea di base era che una persona più empatica potrebbe essere più “ricettiva” a stimoli emozionali, rispetto ad una persona più fredda, o emotivamente distaccata. In base ai profili emersi dal test IRI (per la valutazione dell’empatia; Davis, 1980) e tenendo in considerazione ulteriori informazioni demografiche di ciascun soggetto, sono stati quindi selezionati 40 partecipanti, 20 donne e 20 uomini, con profilo empatico medio-alto, a rappresentanza delle caratteristiche nella media della popolazione generale. È stato selezionato un campione omogeneo al fine di evitare, durante le analisi statistiche, un’alterazione dei valori a causa di livelli di empatia troppo disomogenei tra i partecipanti. Secondo l’ipotesi sperimentale, la modalità di presentazione degli stimoli potrebbe influenzare le risposte fornite dai partecipanti: in particolare è stato ipotizzato che i video (modalità di presentazione dinamica) potessero elicitare risposte più intense rispetto alle immagini che rappresentavano delle sequenze statiche (screenshot) tratte dai suddetti videoclip. In linea con i dati relativi all’ipotesi della valenza di Davidson, secondo cui l’esperienza di un’emozione negativa porterebbe ad un’attivazione in particolare dell’emisfero destro, mentre l’elaborazione delle emozioni positive sarebbe lateralizzata prevalentemente nell’emisfero sinistro, il presente studio vuole testare tale ipotesi prendendo anche in considerazione, tra le variabili, i livelli di empatia dei soggetti sperimentali (scarsamente considerati in letteratura), ed indagare a quale livello si manifesta l’attivazione cerebrale durante la visione degli stimoli.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/29035