Bernardo Soares, prodotto dell'ingegno del suo autore Fernando Pessoa, nell'opera "Libro dell'inquietudine" affronta varie tematiche della vita, come tanti sono i frammenti che compongono la sua anima, attraverso uno stile volutamente frammentato, enigmatico, paradossale. Soares è una delle tante figure eteronimiche del suo creatore , ma a differenza delle altre, gode di una denominazione speciale conferitagli da Pessoa stesso, che lo chiama "semieteronimo", in quanto lo definisce egli stesso con "meno il raziocinio e l'affettività". Proprio come Pessoa, Soares è un "uomo che sta alla finestra" e osserva una realtà dominata dalla frenesia, monotonia, passività, caratteristiche proprie della società moderna capitalista. Egli però non è un uomo comune qualsiasi: di fronte all'indifferenza della vita, che lo vorrebbe un semplice impiegato imprigionato nei suoi soliti abiti grigi, ha un potere, utilizza l'arte per poter esistere in una società costituita da uomini comuni, dove per poter vivere bisogna dominare l'altro (uomini di potere, borghesi), mentre per poter sopravvivere si è costretti a obbedire meccanicamente agli ordini superiori (inetti, proletari). Soares, consapevole di "non aver né le qualità di un leader né quelle di un seguace", si costruisce, attraverso i suoi scritti, un mondo nuovo con valori ormai dimenticati: per egli è ancora possibile la sensibilità contrapposta alla spregiudicatezza, l'arte alla monotonia della vita, il sogno a una vita improntata sull'azione. L'arte quindi come non un semplice rifugio dal mondo, ma una forma di resistenza contro una società spregiudicata che lo vorrebbe il migliore, in cui non si è nessuno se non si è disposti a schiacciare i propri avversari. Soares non ha paura di lasciare libero spazio alla sua immaginazione, di essere uno, nessuno e centomila, anche contemporaneamente, esemplificando così la frammentarietà della sua anima. In una società, come quella di inizio novecento, priva di certezze, in cui domina la dimensione del dubbio e una sistematica decostruzione della realtà, Soares afferma di non essere nulla, la realtà infatti è troppo per lui. Ma proprio perché è niente ha la possibilità di essere tutto, di vivere tutte le vite del mondo, anche contemporaneamente. Di fronte alla nullità della vita, attraverso il sogno, Soares esiste, resiste e riesce a creare il suo attimo di felicità diventando il Creatore del suo mondo nuovo. La vita diventa così come un sogno, non in senso metaforico,ma in senso proprio, essendo la realtà percepita come "una serie di sogni e romanzi". Anche per la tradizione bon-tibetana il sogno acquista una grande importanza, infatti la principale differenza tra la filosofia occidentale e quella orientale è che il mondo orientale da peso anche ai sogni e al sonno per determinare la vera natura delle cose. Attraverso specifiche tecniche meditative è possibile raggiungere la coscienza primordiale e incondizionata, la vera natura di tutto senza condizionamenti concettuali o emotivi, che trascende le categorie di tempo e spazio, stato senza dualità, fonte di vera beatitudine. Per i tibetani il sogno è solo uno dei tre mezzi per raggiungere la verità, in quanto esistono anche lo stato di veglia e di sonno, per Soares è il solo mezzo possibile per provare a essere felice.

Bernardo Soares: sognare per poter esistere nella nullità

BARICHELLO, GIADA
2021/2022

Abstract

Bernardo Soares, prodotto dell'ingegno del suo autore Fernando Pessoa, nell'opera "Libro dell'inquietudine" affronta varie tematiche della vita, come tanti sono i frammenti che compongono la sua anima, attraverso uno stile volutamente frammentato, enigmatico, paradossale. Soares è una delle tante figure eteronimiche del suo creatore , ma a differenza delle altre, gode di una denominazione speciale conferitagli da Pessoa stesso, che lo chiama "semieteronimo", in quanto lo definisce egli stesso con "meno il raziocinio e l'affettività". Proprio come Pessoa, Soares è un "uomo che sta alla finestra" e osserva una realtà dominata dalla frenesia, monotonia, passività, caratteristiche proprie della società moderna capitalista. Egli però non è un uomo comune qualsiasi: di fronte all'indifferenza della vita, che lo vorrebbe un semplice impiegato imprigionato nei suoi soliti abiti grigi, ha un potere, utilizza l'arte per poter esistere in una società costituita da uomini comuni, dove per poter vivere bisogna dominare l'altro (uomini di potere, borghesi), mentre per poter sopravvivere si è costretti a obbedire meccanicamente agli ordini superiori (inetti, proletari). Soares, consapevole di "non aver né le qualità di un leader né quelle di un seguace", si costruisce, attraverso i suoi scritti, un mondo nuovo con valori ormai dimenticati: per egli è ancora possibile la sensibilità contrapposta alla spregiudicatezza, l'arte alla monotonia della vita, il sogno a una vita improntata sull'azione. L'arte quindi come non un semplice rifugio dal mondo, ma una forma di resistenza contro una società spregiudicata che lo vorrebbe il migliore, in cui non si è nessuno se non si è disposti a schiacciare i propri avversari. Soares non ha paura di lasciare libero spazio alla sua immaginazione, di essere uno, nessuno e centomila, anche contemporaneamente, esemplificando così la frammentarietà della sua anima. In una società, come quella di inizio novecento, priva di certezze, in cui domina la dimensione del dubbio e una sistematica decostruzione della realtà, Soares afferma di non essere nulla, la realtà infatti è troppo per lui. Ma proprio perché è niente ha la possibilità di essere tutto, di vivere tutte le vite del mondo, anche contemporaneamente. Di fronte alla nullità della vita, attraverso il sogno, Soares esiste, resiste e riesce a creare il suo attimo di felicità diventando il Creatore del suo mondo nuovo. La vita diventa così come un sogno, non in senso metaforico,ma in senso proprio, essendo la realtà percepita come "una serie di sogni e romanzi". Anche per la tradizione bon-tibetana il sogno acquista una grande importanza, infatti la principale differenza tra la filosofia occidentale e quella orientale è che il mondo orientale da peso anche ai sogni e al sonno per determinare la vera natura delle cose. Attraverso specifiche tecniche meditative è possibile raggiungere la coscienza primordiale e incondizionata, la vera natura di tutto senza condizionamenti concettuali o emotivi, che trascende le categorie di tempo e spazio, stato senza dualità, fonte di vera beatitudine. Per i tibetani il sogno è solo uno dei tre mezzi per raggiungere la verità, in quanto esistono anche lo stato di veglia e di sonno, per Soares è il solo mezzo possibile per provare a essere felice.
2021
Bernardo Soares: dreaming in order to exist in the nothingness
Fernardo Pessoa
Bernardo Soares
eteronimia
inettitudine
sogno
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/29782