La différance nei contesti semiotici. Il problema del segno fra Saussure e Peirce

L'analisi all'interno dei contesti semiotici di quel neologismo derridiano che prende il nome di différance è fondamentale per la comprensione di tutta la proposta teorica dell'autore. Nel realizzare un'attenta decostruzione del logocentrismo e della metafisica della presenza, Derrida sceglie di addentrarsi nella lettura del Corso di linguistica generale di Ferdinand De Saussure riscontrando una continuità fra la visione del segno avanzata da quest'ultimo e quella della tradizione antica. È però lo stesso Derrida a servirsi della terminologia saussuriana sul segno nelle sue argomentazioni. Il rimanere chiuso in tale prospettiva non si concilia del tutto con la direzione che sceglie di intraprendere. Il segno tripartito descritto da Peirce, quasi del tutto ignorato da Derrida, sembra avere maggiori punti di contatto con le tematiche da lui affrontate. Il tema della différance, quello del rimando fra i segni, l'analisi sul significato e sulla soggettività avrebbero potuto ottenere un approfondimento maggiore se Derrida non si fosse limitato all'analisi del segno diadico descritto da Saussure.