È stato ormai dimostrato che i comportamenti non verbali giocano un ruolo importante sia sugli atteggiamenti intergruppi che sugli stereotipi dei bambini in età prescolare (Brey & Pauker, 2019) e che, più precisamente, i bambini preferiscono persone che siano state destinatarie di comportamenti non verbali positivi piuttosto che negativi (Castelli, De Dea & Nesdale, 2008; Skinner, Meltzoff & Olson, 2017). Dunque l’obiettivo generale del progetto era quello di esplorare il ruolo dei comportamenti non verbali adottati da adulti significativi, e in particolare dagli insegnanti, nel prevenire atteggiamenti discriminatori nei bambini che vi sono esposti. In particolare l’ipotesi principale dello studio prevedeva che i comportamenti non verbali positivi, messi in atto dall’adulto nei confronti di un bambino che agisce in modo egalitario, avrebbero incoraggiato i partecipanti ad agire allo stesso modo. Per testarla sono stati rilevati sia gli atteggiamenti espliciti che quelli impliciti dei partecipanti, in modo tale da valutare anche eventuali differenze di influenza di tali comportamenti su queste due categorie di atteggiamenti intergruppi. Le analisi effettuate non hanno evidenziato alcun effetto della manipolazione sugli atteggiamenti intergruppi dei rispondenti, che mostrano una preferenza e un atteggiamento più positivo nei confronti del target bianco piuttosto che del target nero a prescindere dalla condizione e dal proprio gruppo di appartenenza. Relativamente invece agli atteggiamenti nei confronti degli autori della distribuzione delle caramelle le analisi rivelano che i rispondenti preferiscono, in entrambe le condizioni, il target egalitario a quello discriminatorio e che condannano maggiormente quest’ultimo nel caso in cui il primo a farlo sia l’adulto attraverso il proprio comportamento non verbale. Oltre a confermare il rilevante ruolo degli adulti nella modellazione del pregiudizio infantile questo studio suggerisce l’utilità di porre maggiore attenzione ai comportamenti non verbali, che paiono avere un impatto superiore rispetto a quelli verbali in questo processo. In generale infine lo studio rafforza la convinzione che, al fine di elaborare strategie efficaci di prevenzione e mitigazione del pregiudizio sia essenziale indagarne ancora più a fondo le radici e i fattori sociali potenzialmente coinvolti.
L'influenza della comunicazione non verbale nei bambini: uno studio sul ruolo degli agenti di socializzazione nella formazione degli atteggiamenti intergruppi
CAVANI, CHIARA
2021/2022
Abstract
È stato ormai dimostrato che i comportamenti non verbali giocano un ruolo importante sia sugli atteggiamenti intergruppi che sugli stereotipi dei bambini in età prescolare (Brey & Pauker, 2019) e che, più precisamente, i bambini preferiscono persone che siano state destinatarie di comportamenti non verbali positivi piuttosto che negativi (Castelli, De Dea & Nesdale, 2008; Skinner, Meltzoff & Olson, 2017). Dunque l’obiettivo generale del progetto era quello di esplorare il ruolo dei comportamenti non verbali adottati da adulti significativi, e in particolare dagli insegnanti, nel prevenire atteggiamenti discriminatori nei bambini che vi sono esposti. In particolare l’ipotesi principale dello studio prevedeva che i comportamenti non verbali positivi, messi in atto dall’adulto nei confronti di un bambino che agisce in modo egalitario, avrebbero incoraggiato i partecipanti ad agire allo stesso modo. Per testarla sono stati rilevati sia gli atteggiamenti espliciti che quelli impliciti dei partecipanti, in modo tale da valutare anche eventuali differenze di influenza di tali comportamenti su queste due categorie di atteggiamenti intergruppi. Le analisi effettuate non hanno evidenziato alcun effetto della manipolazione sugli atteggiamenti intergruppi dei rispondenti, che mostrano una preferenza e un atteggiamento più positivo nei confronti del target bianco piuttosto che del target nero a prescindere dalla condizione e dal proprio gruppo di appartenenza. Relativamente invece agli atteggiamenti nei confronti degli autori della distribuzione delle caramelle le analisi rivelano che i rispondenti preferiscono, in entrambe le condizioni, il target egalitario a quello discriminatorio e che condannano maggiormente quest’ultimo nel caso in cui il primo a farlo sia l’adulto attraverso il proprio comportamento non verbale. Oltre a confermare il rilevante ruolo degli adulti nella modellazione del pregiudizio infantile questo studio suggerisce l’utilità di porre maggiore attenzione ai comportamenti non verbali, che paiono avere un impatto superiore rispetto a quelli verbali in questo processo. In generale infine lo studio rafforza la convinzione che, al fine di elaborare strategie efficaci di prevenzione e mitigazione del pregiudizio sia essenziale indagarne ancora più a fondo le radici e i fattori sociali potenzialmente coinvolti.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/30281