Prevenzione e trattamento del workaholism

A partire dagli anni ‘70 si è affacciata nel panorama della letteratura scientifica e non una nuova forma di dipendenza connessa all’attività lavorativa: la Work addiction o Workaholism, termine coniato da Oates (1971) per descrivere il desiderio incontrollabile di lavorare incessantemente. L’utilizzo dei tablet, dei pc, dei fax e di internet specialmente ha permesso a qualsiasi individuo di poter lavorare in svariati posti fisici, andando oltre i tradizionali luoghi di lavoro. Questo ha pertanto consentito di essere informati in tempo reale circa l’andamento della propria attività lavorativa, aumentando la possibilità di essere assorbiti dal lavoro anche in quei momenti tradizionalmente dedicati alla famiglia, al riposo o al tempo libero. Analizzare il workaholism, i suoi antecedenti, le cause e le conseguenze è di notevole interesse in quanto lo sviluppo tecnologico prima ma anche l’avvento del Covid poi, hanno abbattuto la barriera che separava la vita lavorativa dalla sfera personale, familiare e privata. In queste pagine verrà quindi trattato il tema del workaholism, approfondendo dapprima le definizioni maturate durante il corso degli anni, per poi concentrarsi su specifici casi di studio, trattando infine alcune delle pratiche preventive volte a ridurne il fenomeno.