Alla base di questo elaborato vi è l’analisi del rapporto madre-bambino all’interno di un contesto di violenza domestica; gli attacchi violenti sono il più delle volte agiti dal compagno, padre del bambino e vedono come vittime entrambe le parti della diade, in modo diretto ed indiretto. In particolare si pone attenzione alle diverse dinamiche, manifeste e celate, che accompagnano la mamma nel suo ruolo di genitore. Lo scopo di questo elaborato è osservare la relazione diadica come un cerchio che cattura nella sua circolarità tutte le fasi della vita, con uno sguardo sui fattori di violenza che le accompagna. A partire dalla presentazione della violenza domestica in Italia, con le conseguenze che una separazione può avere su questa e dalle spiegazioni date all’origine di tali atti violenti, si procede ad analizzare gli elementi che definiscono una relazione dipendente e le ragioni per le quali la vittima rimane entro tale relazione abusante. In seguito verranno esposti gli effetti intergenerazionali del maltrattamento infantile, prima subito dalla madre ed ora dal suo bambino, vittima diretta o spettatore all’interno del nucleo famigliare. Infine verranno esposti tre casi studio di madri vittime di violenza, ospiti di una cooperativa sociale nella città di Ferrara, presso la quale ho svolto il mio tirocinio curricolare. Il modello che meglio spiega questo fenomeno è il modello ecologico che mette in risalto non solo le caratteristiche individuali, ma anche quelle famigliari e sociali (Bronfenbrenner, 1979). La violenza domestica non è sempre percepita perché è mascherata da pattern culturali riguardanti la famiglia, la socializzazione e le interazioni tradizionali in accordo al contesto di riferimento (Martínez-González, Pérez-Pedraza, Alfaro-Álvarez, Reyes-Cervantes, González-Malabet & Clemente-Suárez, 2021). Inoltre si è potuto osservare come le esperienze di maltrattamento infantile subite dal caregiver abbiano avuto degli effetti sulle sue competenze genitoriali ed in modo indiretto sulla crescita del proprio bambino (Martínez-González et al.,2021). Se gli individui crescono e continuano a vivere in un contesto ove la violenza è socialmente accettata, esservi esposti frequentemente può essere un fattore di rischio per divenire una vittima di violenza nella vita adulta. Allo stesso modo, se un bambino assiste alla violenza subita da un genitore, può giungere a percepirla come una normale componente nella relazione tra due individui.
La violenza domestica in Italia e la dipendenza affettiva dal proprio compagno: effetti intergenerazionali sulla mamma e sul bambino. Analisi di casi studio in una cooperativa sociale.
DI GARBO, ANNA
2021/2022
Abstract
Alla base di questo elaborato vi è l’analisi del rapporto madre-bambino all’interno di un contesto di violenza domestica; gli attacchi violenti sono il più delle volte agiti dal compagno, padre del bambino e vedono come vittime entrambe le parti della diade, in modo diretto ed indiretto. In particolare si pone attenzione alle diverse dinamiche, manifeste e celate, che accompagnano la mamma nel suo ruolo di genitore. Lo scopo di questo elaborato è osservare la relazione diadica come un cerchio che cattura nella sua circolarità tutte le fasi della vita, con uno sguardo sui fattori di violenza che le accompagna. A partire dalla presentazione della violenza domestica in Italia, con le conseguenze che una separazione può avere su questa e dalle spiegazioni date all’origine di tali atti violenti, si procede ad analizzare gli elementi che definiscono una relazione dipendente e le ragioni per le quali la vittima rimane entro tale relazione abusante. In seguito verranno esposti gli effetti intergenerazionali del maltrattamento infantile, prima subito dalla madre ed ora dal suo bambino, vittima diretta o spettatore all’interno del nucleo famigliare. Infine verranno esposti tre casi studio di madri vittime di violenza, ospiti di una cooperativa sociale nella città di Ferrara, presso la quale ho svolto il mio tirocinio curricolare. Il modello che meglio spiega questo fenomeno è il modello ecologico che mette in risalto non solo le caratteristiche individuali, ma anche quelle famigliari e sociali (Bronfenbrenner, 1979). La violenza domestica non è sempre percepita perché è mascherata da pattern culturali riguardanti la famiglia, la socializzazione e le interazioni tradizionali in accordo al contesto di riferimento (Martínez-González, Pérez-Pedraza, Alfaro-Álvarez, Reyes-Cervantes, González-Malabet & Clemente-Suárez, 2021). Inoltre si è potuto osservare come le esperienze di maltrattamento infantile subite dal caregiver abbiano avuto degli effetti sulle sue competenze genitoriali ed in modo indiretto sulla crescita del proprio bambino (Martínez-González et al.,2021). Se gli individui crescono e continuano a vivere in un contesto ove la violenza è socialmente accettata, esservi esposti frequentemente può essere un fattore di rischio per divenire una vittima di violenza nella vita adulta. Allo stesso modo, se un bambino assiste alla violenza subita da un genitore, può giungere a percepirla come una normale componente nella relazione tra due individui.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/30442