The COVID19 pandemic has disrupted many aspects of our personal, working and relational lives. But probably the change we have undergone most drastically concerns the over-exposure to the media of doctors and scientists who, with their numerous and continuous interventions transmitted by every available tool, have become regular guests in our homes and familiar interlocutors. All, from one day to another, we began to talk about medicine and, as if that were not enough, in a more specific way of virology, immunology, pneumology, epidemiology and so on. Obviously often without knowledge of the facts. The communication related to health, until a couple of years ago circumscribed and of limited interest, has become common language, popular, widespread without cultural or social distinctions of any kind. The aim of this paper is to analyze this cultural shift that took place during the COVID19 pandemic and, in particular, whether and how health communication has changed, whether and how it has affected the health personnel who experienced the emergency in the field, whether and how it was perceived by a sample group of the population, identified between 20-30 years of age.

La pandemia da COVID19 ha sconvolto molti aspetti della nostra vita personale, lavorativa e relazionale. Ma probabilmente il cambiamento che abbiamo in qualche maniera subito più drasticamente riguarda la sovra esposizione mediatica di medici e scienziati che, con i loro numerosissimi e continui interventi trasmessi da ogni strumento a disposizione, sono divenuti ospiti abituali delle nostre case e interlocutori familiari. Tutti, da un giorno all’altro, abbiamo cominciato a parlare di medicina e, come se non bastasse, in maniera ancora più specifica di virologia, immunologia, pneumologia, epidemiologia e via discorrendo. Ovviamente spesso senza cognizione di causa. La comunicazione relativa alla salute, fino ad un paio di anni fa circoscritta e di interesse limitato, si è trasformata quindi in linguaggio comune, popolare, diffuso senza distinzioni culturali o sociali di alcun genere. Questo lavoro ha lo scopo di analizzare proprio questo passaggio culturale avvenuto nel corso della pandemia da COVID19 e, in particolare, se e come la comunicazione sanitaria si sia modificata, se e come abbia inciso sul personale sanitario che ha vissuto sul campo l’emergenza, se e come sia stata percepita da una fascia campione di popolazione, individuata fra i 20-30 anni di età.

Comunicazione in tempo di pandemia. Giovani ed esperti a confronto.

BUZZONETTI, VALERIA
2021/2022

Abstract

The COVID19 pandemic has disrupted many aspects of our personal, working and relational lives. But probably the change we have undergone most drastically concerns the over-exposure to the media of doctors and scientists who, with their numerous and continuous interventions transmitted by every available tool, have become regular guests in our homes and familiar interlocutors. All, from one day to another, we began to talk about medicine and, as if that were not enough, in a more specific way of virology, immunology, pneumology, epidemiology and so on. Obviously often without knowledge of the facts. The communication related to health, until a couple of years ago circumscribed and of limited interest, has become common language, popular, widespread without cultural or social distinctions of any kind. The aim of this paper is to analyze this cultural shift that took place during the COVID19 pandemic and, in particular, whether and how health communication has changed, whether and how it has affected the health personnel who experienced the emergency in the field, whether and how it was perceived by a sample group of the population, identified between 20-30 years of age.
2021
Communication in times of pandemic. The comparison between youth and experts.
La pandemia da COVID19 ha sconvolto molti aspetti della nostra vita personale, lavorativa e relazionale. Ma probabilmente il cambiamento che abbiamo in qualche maniera subito più drasticamente riguarda la sovra esposizione mediatica di medici e scienziati che, con i loro numerosissimi e continui interventi trasmessi da ogni strumento a disposizione, sono divenuti ospiti abituali delle nostre case e interlocutori familiari. Tutti, da un giorno all’altro, abbiamo cominciato a parlare di medicina e, come se non bastasse, in maniera ancora più specifica di virologia, immunologia, pneumologia, epidemiologia e via discorrendo. Ovviamente spesso senza cognizione di causa. La comunicazione relativa alla salute, fino ad un paio di anni fa circoscritta e di interesse limitato, si è trasformata quindi in linguaggio comune, popolare, diffuso senza distinzioni culturali o sociali di alcun genere. Questo lavoro ha lo scopo di analizzare proprio questo passaggio culturale avvenuto nel corso della pandemia da COVID19 e, in particolare, se e come la comunicazione sanitaria si sia modificata, se e come abbia inciso sul personale sanitario che ha vissuto sul campo l’emergenza, se e come sia stata percepita da una fascia campione di popolazione, individuata fra i 20-30 anni di età.
Comunicazione
Pandemia
Covid-19
Giovani
Sanità
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