I livelli di istruzione sono sempre stati considerati come il principale indicatore delle competenze. Tuttavia, ora è ben noto che questo strumento non riflette adeguatamente le differenze (che realmente sussistono tra i paesi) sotto due aspetti: la modalità di acquisizione delle skills e come queste impattino nel mercato del lavoro. L’elaborato si pone l’obiettivo di evidenziare che, sempre più in un’ottica di trasformazione di quelle che sono le skills richieste dal mercato del lavoro, risulta essere ormai superata l’idea secondo la quale i piani formativi scolastici si concentrino esclusivamente sull’insegnamento delle cognitive skills tradizionali e che, invece, dovrebbero abbracciare un’ottica più dinamica che verte sull’inclusione nell’insegnamento anche delle non cognitive skills. Dopo una fase introduttiva (Capitolo I) alla tematica delle cognitive e non cognitive skills incentrata sull’analisi delle classificazioni maggiormente utilizzate per la loro trattazione, nel Capitolo II ci si focalizza sul come, nei decenni recenti, sia maturata una convinzione condivisa circa l’importanza delle competenze non cognitive nella maturazione dei tratti di personalità che favoriscono il percorso scolastico. Particolare attenzione viene posta alla ricerca condotta dalla Provincia Autonoma di Trento in collaborazione con il CRISP dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca e all’approvazione del Dis.Legge n.2493 inerente la sperimentazione triennale sull’insegnamento delle non cognitive skills. Infine, il Capitolo III mira a sottolineare la rilevanza delle competenze non cognitive nell’ambito del mercato del lavoro, soprattutto alla luce dei cambiamenti sociali ed economici che lo caratterizzano. Il capitolo è dedicato all’analisi della duplice influenza che queste competenze esercitano: sia per i lavoratori (in termini di salario e possibilità di crescita professionale), sia per i responsabili delle risorse umane che integrano nei nuovi skill mix richiesti le caratteristiche che i nuovi lavoratori devono possedere.
Il divario tra istruzione e mercato del lavoro: il ruolo delle cognitive e delle non cognitive skills
NAVA, VALENTINA
2021/2022
Abstract
I livelli di istruzione sono sempre stati considerati come il principale indicatore delle competenze. Tuttavia, ora è ben noto che questo strumento non riflette adeguatamente le differenze (che realmente sussistono tra i paesi) sotto due aspetti: la modalità di acquisizione delle skills e come queste impattino nel mercato del lavoro. L’elaborato si pone l’obiettivo di evidenziare che, sempre più in un’ottica di trasformazione di quelle che sono le skills richieste dal mercato del lavoro, risulta essere ormai superata l’idea secondo la quale i piani formativi scolastici si concentrino esclusivamente sull’insegnamento delle cognitive skills tradizionali e che, invece, dovrebbero abbracciare un’ottica più dinamica che verte sull’inclusione nell’insegnamento anche delle non cognitive skills. Dopo una fase introduttiva (Capitolo I) alla tematica delle cognitive e non cognitive skills incentrata sull’analisi delle classificazioni maggiormente utilizzate per la loro trattazione, nel Capitolo II ci si focalizza sul come, nei decenni recenti, sia maturata una convinzione condivisa circa l’importanza delle competenze non cognitive nella maturazione dei tratti di personalità che favoriscono il percorso scolastico. Particolare attenzione viene posta alla ricerca condotta dalla Provincia Autonoma di Trento in collaborazione con il CRISP dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca e all’approvazione del Dis.Legge n.2493 inerente la sperimentazione triennale sull’insegnamento delle non cognitive skills. Infine, il Capitolo III mira a sottolineare la rilevanza delle competenze non cognitive nell’ambito del mercato del lavoro, soprattutto alla luce dei cambiamenti sociali ed economici che lo caratterizzano. Il capitolo è dedicato all’analisi della duplice influenza che queste competenze esercitano: sia per i lavoratori (in termini di salario e possibilità di crescita professionale), sia per i responsabili delle risorse umane che integrano nei nuovi skill mix richiesti le caratteristiche che i nuovi lavoratori devono possedere.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/31396