Il presente contribuito si pone l’obiettivo di analizzare il legame che intercorre tra il gioco e l’apprendimento. Tuttavia, molti ancora credono che il gioco abbia unicamente una funzione compensatoria, in quanto si ritiene debba essere separato da quelle attività che, contrariamente, sono ritenute “serie”, come il lavoro o lo studio. Infatti, si pensi a quanti oggigiorno si avvalgono di espressioni quali “Siamo seri. Non stiamo mica giocando” oppure “guarda che questo non è un gioco”. Oppure, quando si vuole sollecitare lo studente nell’esecuzione dei compiti sostenendo “prima il dovere e poi il piacere”, dove, ovviamente il piacere è rappresentato dal gioco. Questo, quindi, fa intendere come il gioco venga continuamente contrapposto all’apprendimento. In effetti, si ritiene che l’apprendimento sia un’attività maggiormente impegnativa rispetto al gioco, il quale, invece, costituisce un’attività frivola e ricreativa. Eppure, nel corso degli anni molti pedagogisti hanno riconosciuto l’effettivo potenziale educativo del gioco arrivando a sostenerne l’uso didattico. Lo scopo del presente elaborato, dunque, consiste nel dimostrare come l’utilizzo di una metodologia ludica possa farsi garante di un apprendimento piacevole: il gioco offre l’occasione di provare emozioni positive. In prima istanza, verrà fornita un’analisi del termine gioco e verrà tracciato un breve excursus sulle sue origini e sui suoi cambiamenti. Essi mirano a sottolineare come si sia passati da una visione del gioco dotato di una mera funzione di intrattenimento alla successiva importanza in termini di sviluppo e apprendimento. Infine, verranno riportate alcune tra le principali teorie psicologiche, ovvero quelle di J. Piaget, L. Vygotskij e D. Winnicott. Nel secondo capitolo ci si concentra sugli effetti del gioco nell’apprendimento, in quanto capace di creare ambienti motivanti e piacevoli, di sviluppare alti livelli di coinvolgimento e di sollecitare elevati stati di concentrazione (flow). Inoltre, si fornisce una spiegazione dell’apprendimento esperienziale con conseguente distinzione fra apprendimento logico-simbolico e percettivo-motorio. Nel terzo e ultimo capitolo dell’elaborato seguirà la presentazione e discussione dei dati ottenuti attraverso la ricerca empirica svolta presso l’ente ChiarAmEnte.

Quando il gioco incontra la teoria: un percorso ludico per coltivare il piacere di apprendere.

PASINATO, SOFIA
2021/2022

Abstract

Il presente contribuito si pone l’obiettivo di analizzare il legame che intercorre tra il gioco e l’apprendimento. Tuttavia, molti ancora credono che il gioco abbia unicamente una funzione compensatoria, in quanto si ritiene debba essere separato da quelle attività che, contrariamente, sono ritenute “serie”, come il lavoro o lo studio. Infatti, si pensi a quanti oggigiorno si avvalgono di espressioni quali “Siamo seri. Non stiamo mica giocando” oppure “guarda che questo non è un gioco”. Oppure, quando si vuole sollecitare lo studente nell’esecuzione dei compiti sostenendo “prima il dovere e poi il piacere”, dove, ovviamente il piacere è rappresentato dal gioco. Questo, quindi, fa intendere come il gioco venga continuamente contrapposto all’apprendimento. In effetti, si ritiene che l’apprendimento sia un’attività maggiormente impegnativa rispetto al gioco, il quale, invece, costituisce un’attività frivola e ricreativa. Eppure, nel corso degli anni molti pedagogisti hanno riconosciuto l’effettivo potenziale educativo del gioco arrivando a sostenerne l’uso didattico. Lo scopo del presente elaborato, dunque, consiste nel dimostrare come l’utilizzo di una metodologia ludica possa farsi garante di un apprendimento piacevole: il gioco offre l’occasione di provare emozioni positive. In prima istanza, verrà fornita un’analisi del termine gioco e verrà tracciato un breve excursus sulle sue origini e sui suoi cambiamenti. Essi mirano a sottolineare come si sia passati da una visione del gioco dotato di una mera funzione di intrattenimento alla successiva importanza in termini di sviluppo e apprendimento. Infine, verranno riportate alcune tra le principali teorie psicologiche, ovvero quelle di J. Piaget, L. Vygotskij e D. Winnicott. Nel secondo capitolo ci si concentra sugli effetti del gioco nell’apprendimento, in quanto capace di creare ambienti motivanti e piacevoli, di sviluppare alti livelli di coinvolgimento e di sollecitare elevati stati di concentrazione (flow). Inoltre, si fornisce una spiegazione dell’apprendimento esperienziale con conseguente distinzione fra apprendimento logico-simbolico e percettivo-motorio. Nel terzo e ultimo capitolo dell’elaborato seguirà la presentazione e discussione dei dati ottenuti attraverso la ricerca empirica svolta presso l’ente ChiarAmEnte.
2021
When play meets theory: a playful way to cultivate the joy of learning.
Gioco
learn by doing
didattica ludica
motivazione
fallimento
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/32489