Filosofia, Zen e umorismo. Una proposta di dialogo interculturale.

In the occidental accademic world, Zen and humor are not generally considered as possible objects of philosophical reasearch, least of all philosophy themself. The reasons are several and directly related with the interdisciplinary debate. First of all, it affects cultural factors connected with the idea that philosophy is a matrix occidental discourse and therefore involves some particular features, like binary logic and seriousness, which prevent the homonymus discipine from talking systematically about Zen and humor. Secondly, it persistes disciplinary appropriation and relegation of them by specialized accademic sectors that emphasize the comparation as the method par excellence in scientific analysis around cultural events. Nevertheless, this set of elements can be discussed since philosophy is in their socratic roots possibility interpreted as a radical and fundamental questioning that engages all kinds of subject matters – included human sciences and cultures as well as itself. Questions like “What is Zen?” or “What is humor?” are the departures of each specialized scientific research on such themes and so they are philosophical requests that preced the conditions for applying the storical-comparative method. On the other hand, philosophy itself shares pratical aspects with Zen and humor when it is tought as a perfomative experience of life aimed at socratic self-care. Finally, the intercultural dialogue isn’t just a method that philosophy can make use of, but it is also a basic requirement for persiving on the way of self-questioning and so responds to the tensional nature implied in love for knowledge.

Nel mondo accademico occidentale, lo Zen e l’umorismo generalmente non sono considerati possibili oggetti di indagine filosofica, né tantomeno essi stessi filosofia. Le ragioni sono molteplici e direttamente connesse con il dibattito interdisciplinare. Anzitutto incidono fattori culturali legati all’idea che la filosofia rappresenti un discorso di matrice occidentale e perciò comporti determinate caratteristiche, come la logica binaria e la serietà, che impediscono all’omonima disciplina di trattare sistematicamente lo Zen e l’umorismo. In secondo luogo persiste la loro appropriazione e relegazione disciplinare da parte di settori accademici specializzati, i quali sogliono rimarcare la comparazione come metodo per eccellenza nell’analisi scientifica degli eventi culturali. Tuttavia, questo insieme di elementi può essere messo in discussione, dal momento in cui la filosofia, in virtù delle sue radici socratiche, può essere interpretata nei termini di un’interrogazione radicale e fondamentale che coinvolge ogni genere di argomento – comprese le scienze umane e le culture, nonché essa stessa. Domande come “Cos’è lo Zen?” o “Cos’è l’umorismo?” sono il punto di partenza di ciascuna ricerca scientifica specializzata su siffatte tematiche e perciò corrispondono a questioni filosofiche che precedono le condizioni per l’applicazione del metodo storico-comparativo. D’altra parte, la stessa filosofia condivide aspetti pratici con lo Zen e l’umorismo se concepita nei termini di esperienza di vita performativa, finalizzata alla cura di sé. Infine, il dialogo interculturale non è solo un metodo che la filosofia può far proprio, ma si tratta di un requisito fondamentale per perseverare nella via dell’auto-interrogazione e così rispondere alla natura tensionale implicita nell’amore per la sapienza.