Il termine “altricilità secondaria” è stato coniato da Portmann per definire la condizione di sviluppo neonatale presente al momento della nascita nei primati umani. Quest’ultimi vengono al mondo in uno stato di estrema immaturità del SN e completamente dipendenti dall'aiuto degli adulti. Negli ultimi anni l’ipotesi più accreditata fornita all'altricialità secondaria è stata quella del “dilemma ostetrico”, coniata nel 1960 da Washburn. Tale ipotesi sostiene la persistenza di una selezione antagonista tra: dimensioni pelviche, congrue con un’efficiente locomozione bipede, e l’aumento della capacità cranica. A causa di questa selezione antagonista, vi è un’interruzione della gestazione al 9°mese e il parto del feto avviene in una fase di sviluppo ancora molto precoce. Recentemente sono state presentate ipotesi che forniscono spiegazioni alternative all’altricialità secondaria nella specie umana, che non hanno tuttavia portato alla completa esclusione dell’ipotesi del dilemma ostetrico.
L’evoluzione dell’altricialità secondaria nella specie umana. Cause e conseguenze
CUCCO, VERONICA
2021/2022
Abstract
Il termine “altricilità secondaria” è stato coniato da Portmann per definire la condizione di sviluppo neonatale presente al momento della nascita nei primati umani. Quest’ultimi vengono al mondo in uno stato di estrema immaturità del SN e completamente dipendenti dall'aiuto degli adulti. Negli ultimi anni l’ipotesi più accreditata fornita all'altricialità secondaria è stata quella del “dilemma ostetrico”, coniata nel 1960 da Washburn. Tale ipotesi sostiene la persistenza di una selezione antagonista tra: dimensioni pelviche, congrue con un’efficiente locomozione bipede, e l’aumento della capacità cranica. A causa di questa selezione antagonista, vi è un’interruzione della gestazione al 9°mese e il parto del feto avviene in una fase di sviluppo ancora molto precoce. Recentemente sono state presentate ipotesi che forniscono spiegazioni alternative all’altricialità secondaria nella specie umana, che non hanno tuttavia portato alla completa esclusione dell’ipotesi del dilemma ostetrico.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/33588