The aim of the following paper is presented as an attempt to find a variant of the "Older" paradigm widely used to study the Stroop effect at a spatial level in our laboratory. This paradigm, which consists in moving the gaze towards the four corners of the computer screen in order to indicate in which direction an arrow is pointing while ignoring its position, can create artifacts in cases of neuroimaging studies that could confuse the results. In this way, 5 variants have been created, respecting the eighth level of the Kornblum taxonomy on dimensional superimposition. The paper presents a first part of introduction to executive functions followed by an in-depth study on the Stroop test and the need to use a spatial variant elaborated on the theory of superposition and dimensional relevance. The collected data of the 5 variants, plus the original experiment, were analyzed using the linear mixed-effects model, a linear model that allows to take into account fixed and random variables, as well as the possibility of analyzing single trials avoiding confounding elements. The analyzes led to the conclusion that the 5 variants are valid candidates and that all have the Stroop effect, with slight differences. The "Arrow" variant is the only one to have a significantly greater Stroop effect than the others, thus proving to be the best option for later experiments.

L'obiettivo del seguente elaborato si presenta come il tentativo di trovare una variante del paradigma "Older" largamente utilizzato per studiare l'effetto Stroop a livello spaziale nel nostro laboratorio. Questo paradigma, che consiste nello spostamento dello sguardo verso i quattro angoli dello schermo del computer al fine di indicare verso quale direzione punti una freccia ignorandone la sua posizione, può creare in casi di studi di neuroimmagine degli artefatti che potrebbero confondere i risultati. Sono state così create, rispettando l'ottavo livello della tassonomia di Kornblum sulla sovrapposizione dimensionale, 5 varianti. L'elaborato presenta una prima parte di introduzione alle funzione esecutive seguita da un approfondimento sul test di Stroop e la necessità di utilizzare una variante spaziale elaborata sulla teoria di sovrapposizione e rilevanza dimensionale. I dati raccolti delle 5 varianti, più l'esperimento originale, sono stati analizzati tramite il linear mixed-effects model, un modello lineare che permette di tenere conto delle variabili fisse e random, oltre che della possibilità di analizzare singoli trial eludendo elementi confondenti. Le analisi hanno portato a concludere che le 5 varianti sono valide candidate e che tutte presentano l'effetto Stroop, con leggere differenze. La variante "Arrow" è l'unica ad aver presentato un effetto Stroop significativamente maggiore rispetto alle altre rivelandosi così la miglior opzione per esperimenti successivi.

Stroop spaziale: nuova versione per limitare l'influenza dell'attenzione visuospaziale.

PERINA, FRANCESCA
2021/2022

Abstract

The aim of the following paper is presented as an attempt to find a variant of the "Older" paradigm widely used to study the Stroop effect at a spatial level in our laboratory. This paradigm, which consists in moving the gaze towards the four corners of the computer screen in order to indicate in which direction an arrow is pointing while ignoring its position, can create artifacts in cases of neuroimaging studies that could confuse the results. In this way, 5 variants have been created, respecting the eighth level of the Kornblum taxonomy on dimensional superimposition. The paper presents a first part of introduction to executive functions followed by an in-depth study on the Stroop test and the need to use a spatial variant elaborated on the theory of superposition and dimensional relevance. The collected data of the 5 variants, plus the original experiment, were analyzed using the linear mixed-effects model, a linear model that allows to take into account fixed and random variables, as well as the possibility of analyzing single trials avoiding confounding elements. The analyzes led to the conclusion that the 5 variants are valid candidates and that all have the Stroop effect, with slight differences. The "Arrow" variant is the only one to have a significantly greater Stroop effect than the others, thus proving to be the best option for later experiments.
2021
Spatial Stroop task: a new version created to reduce the influence of visuospatial attention.
L'obiettivo del seguente elaborato si presenta come il tentativo di trovare una variante del paradigma "Older" largamente utilizzato per studiare l'effetto Stroop a livello spaziale nel nostro laboratorio. Questo paradigma, che consiste nello spostamento dello sguardo verso i quattro angoli dello schermo del computer al fine di indicare verso quale direzione punti una freccia ignorandone la sua posizione, può creare in casi di studi di neuroimmagine degli artefatti che potrebbero confondere i risultati. Sono state così create, rispettando l'ottavo livello della tassonomia di Kornblum sulla sovrapposizione dimensionale, 5 varianti. L'elaborato presenta una prima parte di introduzione alle funzione esecutive seguita da un approfondimento sul test di Stroop e la necessità di utilizzare una variante spaziale elaborata sulla teoria di sovrapposizione e rilevanza dimensionale. I dati raccolti delle 5 varianti, più l'esperimento originale, sono stati analizzati tramite il linear mixed-effects model, un modello lineare che permette di tenere conto delle variabili fisse e random, oltre che della possibilità di analizzare singoli trial eludendo elementi confondenti. Le analisi hanno portato a concludere che le 5 varianti sono valide candidate e che tutte presentano l'effetto Stroop, con leggere differenze. La variante "Arrow" è l'unica ad aver presentato un effetto Stroop significativamente maggiore rispetto alle altre rivelandosi così la miglior opzione per esperimenti successivi.
Stroop test
Stroop spaziale
Funzioni esecutive
Attenzione
Inibizione
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/33630