Introduzione: Considerando i riscontri riportati fin oggi, è ormai noto che la disforia è associata alla riduzione di alcuni parametri della variabilità della frequenza cardiaca (Heart Rate Variability – HRV). Inoltre, risulta chiaro l’impatto della familiarità per la depressione rispetto la manifestazione sintomatologica della depressione stessa. In questi termini il presente studio si pone come obiettivo l’indagine di quanto i parametri HRV (rMSSD) possano essere considerati dei fattori di vulnerabilità per la depressione. L’indagine qui presentata si basa sull’analisi della seguente ipotesi: partecipanti con disforia e con familiarità presentano parametri HRV ridotti rispetto al gruppo di controllo. Metodo: I partecipanti sono stati assegnati ai gruppi sperimentali successivamente alla somministrazione del Beck Depression Inventory-II (BDI-II) e del Family History Screen (FHS). Sono così stati reclutati 15 partecipanti nel gruppo con depressione (GD); 25 partecipanti nel gruppo con familiarità per la depressione (GF) e 25 partecipanti nel gruppo di controllo (GC). Successivamente è stata registrata la HRV di ciascun partecipante utilizzando il metodo fotopletismografico per un minuto a riposo. Risultati: I risultati hanno confermato l’ipotesi iniziale, in quanto partecipanti del gruppo GD e GF hanno mostrato una ridotta HRV, in particolare una riduzione nella misura rMSSD, un indice di modulazione vagale sul cuore, rispetto ai partecipanti di controllo. Discussione: I nostri risultati suggeriscono come la riduzione della HRV, in particolare della modulazione vagale sul cuore, possa rappresentare una misura psicofisiologica della vulnerabilità alla depressione. E come questi possano essere indentificati preventivamente attraverso la costruzione di strumenti clinico-diagnostici.
Variabilità della frequenza cardiaca e vulnerabilità alla depressione
PETRONE, DAVIDE
2021/2022
Abstract
Introduzione: Considerando i riscontri riportati fin oggi, è ormai noto che la disforia è associata alla riduzione di alcuni parametri della variabilità della frequenza cardiaca (Heart Rate Variability – HRV). Inoltre, risulta chiaro l’impatto della familiarità per la depressione rispetto la manifestazione sintomatologica della depressione stessa. In questi termini il presente studio si pone come obiettivo l’indagine di quanto i parametri HRV (rMSSD) possano essere considerati dei fattori di vulnerabilità per la depressione. L’indagine qui presentata si basa sull’analisi della seguente ipotesi: partecipanti con disforia e con familiarità presentano parametri HRV ridotti rispetto al gruppo di controllo. Metodo: I partecipanti sono stati assegnati ai gruppi sperimentali successivamente alla somministrazione del Beck Depression Inventory-II (BDI-II) e del Family History Screen (FHS). Sono così stati reclutati 15 partecipanti nel gruppo con depressione (GD); 25 partecipanti nel gruppo con familiarità per la depressione (GF) e 25 partecipanti nel gruppo di controllo (GC). Successivamente è stata registrata la HRV di ciascun partecipante utilizzando il metodo fotopletismografico per un minuto a riposo. Risultati: I risultati hanno confermato l’ipotesi iniziale, in quanto partecipanti del gruppo GD e GF hanno mostrato una ridotta HRV, in particolare una riduzione nella misura rMSSD, un indice di modulazione vagale sul cuore, rispetto ai partecipanti di controllo. Discussione: I nostri risultati suggeriscono come la riduzione della HRV, in particolare della modulazione vagale sul cuore, possa rappresentare una misura psicofisiologica della vulnerabilità alla depressione. E come questi possano essere indentificati preventivamente attraverso la costruzione di strumenti clinico-diagnostici.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/33631