Obiettivo: la ricerca si è posta come obiettivo quello di rilevare eventuali situazioni di disagio psicologico, fattori di rischio e di protezione tra i professionisti sanitari (HealthCare Workers – HCWs) in due fasi della pandemia. Metodo: Lo studio svolto a livello nazionale è stato di tipo osservazionale trasversale, i dati (n=557 HCWs) sono stati raccolti online in due tempi (1-30 aprile 2020 e 1-30 giugno 2021), principalmente nelle regioni di Veneto (48%) e Lombardia (38%). Si è utilizzato un campionamento a palla di neve. A essere analizzati sono stati i sintomi di disagio psicologico nei due campioni indipendenti in relazione alle diverse caratteristiche socio-demografiche personali, al ruolo lavorativo ricoperto, a eventi avversi legati alla pandemia o a eventi traumatici precedenti. Risultati: dai dati emergono sintomi d’ansia, da somatizzazione e depressivi, con una prevalenza significativamente maggiore per questi ultimi nella seconda fase della ricerca, anche se nel complesso sembra essersi ridotto il malessere. Tramite un’analisi fattoriale su scale di esito è stato prodotto un indice che fornisse un livello dello scarso benessere psicologico; fattori di protezione rispetto al disagio sono risultati essere il genere maschile e la convivenza, mentre i principali fattori di rischio per un peggior outcome psicologico: la professione infermieristica, un riposo insufficiente, la scarsità o inadeguatezza dei dispositivi di protezione, il lavoro in reparto COVID, il contagio di un famigliare o amico . Conclusioni: a distanza di un anno dalla prima ondata pandemica il disagio psicologico sembra essersi spostato verso aspetti sintomatologici più depressivi, anche se nel complesso l’indice di scarso benessere psicologico sembra essersi ridotto occorre attuare strategie di prevenzione o di sostegno per coloro che sono maggiormente vulnerabili.
I professionisti della salute accusano il colpo? I vissuti psicologici a un anno dalla prima ondata pandemica
RUSSO, ELENA
2021/2022
Abstract
Obiettivo: la ricerca si è posta come obiettivo quello di rilevare eventuali situazioni di disagio psicologico, fattori di rischio e di protezione tra i professionisti sanitari (HealthCare Workers – HCWs) in due fasi della pandemia. Metodo: Lo studio svolto a livello nazionale è stato di tipo osservazionale trasversale, i dati (n=557 HCWs) sono stati raccolti online in due tempi (1-30 aprile 2020 e 1-30 giugno 2021), principalmente nelle regioni di Veneto (48%) e Lombardia (38%). Si è utilizzato un campionamento a palla di neve. A essere analizzati sono stati i sintomi di disagio psicologico nei due campioni indipendenti in relazione alle diverse caratteristiche socio-demografiche personali, al ruolo lavorativo ricoperto, a eventi avversi legati alla pandemia o a eventi traumatici precedenti. Risultati: dai dati emergono sintomi d’ansia, da somatizzazione e depressivi, con una prevalenza significativamente maggiore per questi ultimi nella seconda fase della ricerca, anche se nel complesso sembra essersi ridotto il malessere. Tramite un’analisi fattoriale su scale di esito è stato prodotto un indice che fornisse un livello dello scarso benessere psicologico; fattori di protezione rispetto al disagio sono risultati essere il genere maschile e la convivenza, mentre i principali fattori di rischio per un peggior outcome psicologico: la professione infermieristica, un riposo insufficiente, la scarsità o inadeguatezza dei dispositivi di protezione, il lavoro in reparto COVID, il contagio di un famigliare o amico . Conclusioni: a distanza di un anno dalla prima ondata pandemica il disagio psicologico sembra essersi spostato verso aspetti sintomatologici più depressivi, anche se nel complesso l’indice di scarso benessere psicologico sembra essersi ridotto occorre attuare strategie di prevenzione o di sostegno per coloro che sono maggiormente vulnerabili.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/33637