Ѐ stato ampiamente dimostrato che l’attivazione emotiva (anche detta arousal) esercita un’importante influenza sui processi cognitivi. Ѐ ancora poco chiara però la relazione tra questa e l’elaborazione dei processi sensoriali di caratteristiche elementari di ciò che percepiamo. Questo elaborato tratta la replica parziale di uno studio di Shalev, Paz e Avidan del 2018, che ha adattato il paradigma di condizionamento classico a esperimenti di psicofisica. Gli autori hanno ipotizzato un sistema unico multimodale, capace di modulare la percezione di stimoli uditivi e visivi in seguito a esposizioni a stimoli aversivi, in questo caso immagini. In particolare l’esperimento replicato analizza l’influenza del condizionamento aversivo sulla percezione di stimoli visivi diversamente orientati, nello specifico coppie di barre verticali o orizzontali con differenti angoli di inclinazione. Le ipotesi avanzate prevedono una ridotta capacità di discriminare orientazioni diverse in seguito a condizionamento aversivo. Può essere infatti conveniente a fini evoluzionistici avere una minore capacità discriminativa per stimoli percepiti come minacce, in modo da elaborarne le informazioni sensoriali rapidamente. I 22 partecipanti dell’esperimento hanno svolto compiti di discriminazione di barre diversamente orientate sia prima che dopo il condizionamento, avvenuto con immagini emotigene negative o neutre. I risultati riscontrati non confermano le ipotesi avanzate da Shalev et al. nel 2018, ma evidenziano anzi un miglioramento della capacità dei partecipanti di discriminare stimoli visivi diversamente orientati. Ciò probabilmente a causa di un effetto pratica, poiché presente indipendentemente dall'orientazione condizionata e dalla condizione sperimentale o di controllo.
Effetti del condizionamento aversivo nella discriminazione di orientazioni di stimoli visivi
TUZZATO, CHIARA
2021/2022
Abstract
Ѐ stato ampiamente dimostrato che l’attivazione emotiva (anche detta arousal) esercita un’importante influenza sui processi cognitivi. Ѐ ancora poco chiara però la relazione tra questa e l’elaborazione dei processi sensoriali di caratteristiche elementari di ciò che percepiamo. Questo elaborato tratta la replica parziale di uno studio di Shalev, Paz e Avidan del 2018, che ha adattato il paradigma di condizionamento classico a esperimenti di psicofisica. Gli autori hanno ipotizzato un sistema unico multimodale, capace di modulare la percezione di stimoli uditivi e visivi in seguito a esposizioni a stimoli aversivi, in questo caso immagini. In particolare l’esperimento replicato analizza l’influenza del condizionamento aversivo sulla percezione di stimoli visivi diversamente orientati, nello specifico coppie di barre verticali o orizzontali con differenti angoli di inclinazione. Le ipotesi avanzate prevedono una ridotta capacità di discriminare orientazioni diverse in seguito a condizionamento aversivo. Può essere infatti conveniente a fini evoluzionistici avere una minore capacità discriminativa per stimoli percepiti come minacce, in modo da elaborarne le informazioni sensoriali rapidamente. I 22 partecipanti dell’esperimento hanno svolto compiti di discriminazione di barre diversamente orientate sia prima che dopo il condizionamento, avvenuto con immagini emotigene negative o neutre. I risultati riscontrati non confermano le ipotesi avanzate da Shalev et al. nel 2018, ma evidenziano anzi un miglioramento della capacità dei partecipanti di discriminare stimoli visivi diversamente orientati. Ciò probabilmente a causa di un effetto pratica, poiché presente indipendentemente dall'orientazione condizionata e dalla condizione sperimentale o di controllo.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/33648