La diffusa immagine stereotipata di “anziano” suggerisce l’idea di una persona stanca, malata, non più capace di svolgere azioni quotidiane o di assumere ruoli all’interno della propria comunità. Tale raffigurazione non promuove la propagazione, a livello sociale, di teorie a sostegno di una prospettiva ricorsiva e circolare del ciclo di vita, in cui l’anziano è concepito come depositario di esperienze, risorse e capacità. Questi ultimi sono aspetti verso cui volgere l’attenzione nella costruzione di un intervento educativo con gli anziani in condizioni di fragilità relazionale, ossia di isolamento sociale e/o di solitudine, che hanno perso il senso della loro esistenza. Sono persone che, spesso, si rifugiano all’interno delle mura della propria casa, luogo particolarmente significativo perché espressione del loro vissuto, testimonianza delle loro vittorie e dei loro legami, custode di oggetti che hanno un elevato valore affettivo. Proprio per questo motivo, l’unico modo per raggiungerli consiste nell’attivare dei percorsi di educativa domiciliare, in cui la figura che educa entra nel mondo proprio del soggetto. In tale contesto, l’autobiografia diventa uno strumento efficace al fine di favorire nell’anziano fragile la riacquisizione della consapevolezza della sua identità, grazie alla quale riesce a riconoscersi nel proprio passato, a prendersi cura del proprio presente e a ritrovare la forza di costruire progetti per il futuro.
Il racconto di sé nell'educativa domiciliare con l'anziano fragile.
POZZER, IRENE
2021/2022
Abstract
La diffusa immagine stereotipata di “anziano” suggerisce l’idea di una persona stanca, malata, non più capace di svolgere azioni quotidiane o di assumere ruoli all’interno della propria comunità. Tale raffigurazione non promuove la propagazione, a livello sociale, di teorie a sostegno di una prospettiva ricorsiva e circolare del ciclo di vita, in cui l’anziano è concepito come depositario di esperienze, risorse e capacità. Questi ultimi sono aspetti verso cui volgere l’attenzione nella costruzione di un intervento educativo con gli anziani in condizioni di fragilità relazionale, ossia di isolamento sociale e/o di solitudine, che hanno perso il senso della loro esistenza. Sono persone che, spesso, si rifugiano all’interno delle mura della propria casa, luogo particolarmente significativo perché espressione del loro vissuto, testimonianza delle loro vittorie e dei loro legami, custode di oggetti che hanno un elevato valore affettivo. Proprio per questo motivo, l’unico modo per raggiungerli consiste nell’attivare dei percorsi di educativa domiciliare, in cui la figura che educa entra nel mondo proprio del soggetto. In tale contesto, l’autobiografia diventa uno strumento efficace al fine di favorire nell’anziano fragile la riacquisizione della consapevolezza della sua identità, grazie alla quale riesce a riconoscersi nel proprio passato, a prendersi cura del proprio presente e a ritrovare la forza di costruire progetti per il futuro.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/37411