Efficacia dell'idrokinesiterapia nel trattamento dei bambini con Paralisi Cerebrale Infantile: revisione narrativa della letteratura

Introduction: Cerebral Palsy (CP) is the most common cause of impairment in childhood. Children with CP are more likely to develop lower levels of physical avtivity then their peers, and this has negative implications for their health. Among the treatment proposals there is aquatic therapy, which allows children to move more easily and more indipendentely thanks to the properties of water. Objective: To investigate the effectiveness of aquatic therapy in the treatment of children with CP, drawing on recent international scientific publications. Material and Methods: A literary review was conducted among the main relevant publications of the last ten years. The keywords “Aquatic therapy”, “Children” and “Cerebral Palsy” were run through the main search engines such as Pubmed, Pedro and Cochrane Library. In the end, twelvw publications were selected, based on inclusion and exclusion criteria. The results were examined critically. Results and Conclusion: This study led to an overall and revised assessment, even if not definitive, of the use of aquatic therapy in children with CP. It has been found that its use can be successful in improving the gross motor function, with positive consequence on muscolar strength, aerobic capacity and balance, as well as on respiratory function and walking ability. These improvements have however proved to be only transient, whereas the swimming skills developed throughout the program were maintained over time. Aquatic therapy ha salso positively contributed to children’s quality of life and mood, making them more happy, calm and relaxed. Further research should consider a larger sample and it should include a follow-up after the end of the program, in order to evaluate the endurance of the benefits of aquatic therapy over time. It would be desirable to compare these benefits to those achieved through traditional therapy, to provide a bigger help to the therapist in the choice of modus operandi.

Introduzione: la Paralisi Cerebrale Infantile (PCI) rappresenta la causa più comune di disabilità nell’infanzia. I bambini con PCI hanno maggiori probabilità di avere livelli più bassi di attività fisica rispetto ai loro coetanei e ciò ha implicazioni negative per la loro salute. Tra le proposte di trattamento è presente la terapia in acqua, che sfrutta le proprietà del liquido per creare un ambiente in cui il bambino possa muoversi più agevolmente e con più autonomia. Obiettivo: indagare l’efficacia dell’idrokinesiterapia nel trattamento dei bambini con PCI, attingendo alle recenti pubblicazioni scientifiche internazionali. Materiali e metodi: la ricerca bibliografica è stata condotta tramite i motori di ricerca PubMed, Pedro e Cochrane Library utilizzando le parole chiave “Aquatic Therapy”, “Children”, “Cerebral Palsy” e selezionando i testi pubblicati negli ultimi dieci anni. Sono stati selezionati 12 articoli sulla base di criteri di inclusione ed esclusione e i risultati sono stati raccolti ed analizzati in maniera critica. Risultati e Conclusioni: lo studio ha portato ad una valutazione complessiva e aggiornata, anche se non definitiva, riguardante l’utilizzo della terapia in acqua nel bambino con paralisi cerebrale infantile. Si è notato come il suo utilizzo possa essere efficace nel migliorare la funzione grosso-motoria, con effetti positivi sulla forza muscolare, la capacità aerobica e l’equilibrio, nonché sulla funzione respiratoria e sul cammino. Tali miglioramenti, però, si sono dimostrati transitori, mentre le abilità di nuoto sviluppate durante il programma si sono mantenute nel tempo. L’idrokinesiterapia ha inoltre migliorato la qualità di vita dei bambini e ne ha influenzato positivamente l’umore, rendendoli più felici, calmi e rilassati. Ulteriori ricerche dovrebbero prevedere un campione più ampio e includere dei follow-up a distanza di tempo dalla fine del programma, per valutare nel tempo il mantenimento dei benefici ottenuti tramite la terapia in acqua. Sarebbe auspicabile che la ricerca proseguisse nel confrontare i benefici ottenuti grazie agli esercizi in piscina con quelli ottenuti tramite la terapia tradizionale, in modo da fornire un supporto maggiore al terapista nella scelta del modus operandi.