Il virus SARS-CoV-2 è arrivato in Italia a febbraio dell’anno 2020. Da marzo 2020, con l’obiettivo di fronteggiare l’emergenza sanitaria, il Governo Italiano ha applicato delle restrizioni sugli spostamenti che, con l’aumentare dei casi e dei decessi, si sono intensificate fino ad arrivare ad un vero e proprio confinamento domestico, ad oggi chiamato anche giornalisticamente con il termine lockdown. Da quel momento la quotidianità di ognuno ha subito innegabili trasformazioni negli spazi e nei tempi e ad oggi numerosi studi hanno preso in considerazione l’impatto che questo radicale cambiamento ha avuto sulla salute psicologica delle persone. Tuttavia, della letteratura di cui disponiamo, solo pochi studi hanno preso in considerazione tutte quelle situazioni caratterizzate da patologie croniche infantili pre-esistenti e l’impatto che la pandemia ha avuto sul loro benessere psicologico e su quello dei loro familiari. In particolare tanti studi si sono concentrati sui fattori di vulnerabilità e di rischio legati all’epoca pandemica e alle restrizioni che ne sono derivate, ma ancora pochi studi hanno preso in considerazione quali potrebbero essere i fattori protettivi. Con il presente studio si ha l’obiettivo di indagare l’impatto psicologico e psicosociale della pandemia in tre campioni clinici accomunati da una diagnosi di malattia cronica pediatrica e un campione di controllo. In particolare la ricerca esplora quali possano essere i fattori associati ai sintomi internalizzanti nel bambino, nelle situazioni familiari colpite da una malattia cronica infantile, durante l’epoca pandemica e se il tempo possa essere considerato un fattore protettivo o di maggiore vulnerabilità per il loro benessere. Hanno partecipato alla ricerca bambini di età compresa tra i 7 e i 15 anni con diagnosi di asma (45), di diabete di tipo I (52) e di patologie oncologiche (33) insieme alle loro madri mentre per il campione di controllo sono stati reclutati bambini sani e le loro madri (41). I dati sono stati raccolti tramite una survey creata ad hoc per valutare alcuni aspetti sociodemografici e psicologici legati alla pandemia e alla malattia e due questionari standardizzati (SDQ e GHQ-12). I risultati raccolti hanno mostrato alcune differenze nei bambini nella paura di essere contagiati, nei comportamenti prosociali, e nei sintomi internalizzanti. Il confronto tra le madri ha invece riportato delle differenze nella preoccupazione per il contagio del figlio legata alla malattia cronica e nel tempo passato con il figlio in un giorno feriale. Il modello di regressione lineare ha individuato che le variabili che possono essere associate ad un aumento di sintomi internalizzanti del bambino sono la diagnosi di diabete di tipo I e la presenza di patologie oncologiche da un lato, e il minore tempo passato con il bambino dall’altro, il tempo sembra quindi essere un fattore protettivo. In conclusione, con il presente studio si vuole incentivare l’approfondimento della letteratura presente sul benessere psicologico nelle famiglie di bambini con una patologia cronica e la ricerca di fattori che possano essere protettivi per questo benessere.
Malattie croniche infantili e Covid-19: l’impatto del tempo trascorso in famiglia sul benessere psicologico e psicosociale dei bambini e dei loro genitori
GRAZIANI, LETIZIA
2021/2022
Abstract
Il virus SARS-CoV-2 è arrivato in Italia a febbraio dell’anno 2020. Da marzo 2020, con l’obiettivo di fronteggiare l’emergenza sanitaria, il Governo Italiano ha applicato delle restrizioni sugli spostamenti che, con l’aumentare dei casi e dei decessi, si sono intensificate fino ad arrivare ad un vero e proprio confinamento domestico, ad oggi chiamato anche giornalisticamente con il termine lockdown. Da quel momento la quotidianità di ognuno ha subito innegabili trasformazioni negli spazi e nei tempi e ad oggi numerosi studi hanno preso in considerazione l’impatto che questo radicale cambiamento ha avuto sulla salute psicologica delle persone. Tuttavia, della letteratura di cui disponiamo, solo pochi studi hanno preso in considerazione tutte quelle situazioni caratterizzate da patologie croniche infantili pre-esistenti e l’impatto che la pandemia ha avuto sul loro benessere psicologico e su quello dei loro familiari. In particolare tanti studi si sono concentrati sui fattori di vulnerabilità e di rischio legati all’epoca pandemica e alle restrizioni che ne sono derivate, ma ancora pochi studi hanno preso in considerazione quali potrebbero essere i fattori protettivi. Con il presente studio si ha l’obiettivo di indagare l’impatto psicologico e psicosociale della pandemia in tre campioni clinici accomunati da una diagnosi di malattia cronica pediatrica e un campione di controllo. In particolare la ricerca esplora quali possano essere i fattori associati ai sintomi internalizzanti nel bambino, nelle situazioni familiari colpite da una malattia cronica infantile, durante l’epoca pandemica e se il tempo possa essere considerato un fattore protettivo o di maggiore vulnerabilità per il loro benessere. Hanno partecipato alla ricerca bambini di età compresa tra i 7 e i 15 anni con diagnosi di asma (45), di diabete di tipo I (52) e di patologie oncologiche (33) insieme alle loro madri mentre per il campione di controllo sono stati reclutati bambini sani e le loro madri (41). I dati sono stati raccolti tramite una survey creata ad hoc per valutare alcuni aspetti sociodemografici e psicologici legati alla pandemia e alla malattia e due questionari standardizzati (SDQ e GHQ-12). I risultati raccolti hanno mostrato alcune differenze nei bambini nella paura di essere contagiati, nei comportamenti prosociali, e nei sintomi internalizzanti. Il confronto tra le madri ha invece riportato delle differenze nella preoccupazione per il contagio del figlio legata alla malattia cronica e nel tempo passato con il figlio in un giorno feriale. Il modello di regressione lineare ha individuato che le variabili che possono essere associate ad un aumento di sintomi internalizzanti del bambino sono la diagnosi di diabete di tipo I e la presenza di patologie oncologiche da un lato, e il minore tempo passato con il bambino dall’altro, il tempo sembra quindi essere un fattore protettivo. In conclusione, con il presente studio si vuole incentivare l’approfondimento della letteratura presente sul benessere psicologico nelle famiglie di bambini con una patologia cronica e la ricerca di fattori che possano essere protettivi per questo benessere.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/38717